L’1 settembre del 1846, 176 anni fa, nasceva a Barletta Carlo Cafiero, pensatore e uomo d’azione anarchico, le cui idee arrivano prepotentemente fino ai giorni nostri mostrandosi fortemente attuali nonostante lo scorrere del tempo.
Da Cafiero alle esperienze rivoluzionare di oggi
Dagli scritti di Cafiero traspare fin da subito una vicinanza alle classi subalterne non solo come modello di studio economico o come analisi teorica all’interno del socialismo, del comunismo e dell’anarchia. Il Compendio del Capitale di Karl Marx ne è la dimostrazione per la voglia di rendere comprensibili gli scritti di Marx ai reali destinatari di quell’opera, i proletari, gli ultimi, gli sfruttati e le vittime della voracità del capitalismo, piuttosto che solo ai frequentatori dei salotti intellettuali.
Il collettivismo su cui si fonda l’opera di Cafiero è parte essenziale di numerose teorie e pratiche contemporanee basate sul municipalismo libertario o sulle rarissime forme di democrazia diretta ed autogoverno presenti nel mondo. L’avversione verso ogni forma di individualismo e l’attivazione di quei processi di solidarietà secondo cui non ci si può salvare da soli. Li ritroviamo nelle esperienze rivoluzionarie di fine XX secolo e del XXI secolo, dalle comunità zapatiste alle comine del Rojava.
Valorizzare Carlo Cafiero
In tempi di forte difficoltà economica e di odio verso i più deboli come strumento per affrontare la crisi, l’evoluzione di quel pensiero rappresenta un’argine a derive fortemente autoritarie, per il proseguimento di una società egualitaria.
La figura di Cafiero è stata troppo poco valorizzata e ricordata negli anni nella sua città natale, dove ci si limita a commenorazioni di eventi storici utili solo a fomentare il folklore popolare in chiave propagandista. Al barlettano ed alle istituzioni che ha scelto, vanno bene due o tre fuochi pirotecnici, i cavalli che cagano per strada, concerti di dubbia qualità e dall’alto impatto ambientale in spiaggia.
Riscoprire Carlo Cafiero
Non percepisce invece l’importanza di una figura che ha lasciato un segno indelebile sulla storia dell’umanità. Lo stesso Marx dovette ammettere che il compendio di Cafiero fosse stato necessario ed “illuminante”. Ma Cafiero non intrecciò il suo cammino solo a quello di Marx ma anche a quelli di Engels, Bakunin, del suo concittadino ed amico Giuseppe De Nittis, Malatesta ed alla banda del Matese tra le prime ed importanti insurrezioni antiautoritarie ed internazionaliste.
Ricordare Cafiero attraverso i suoi scritti è un modo per far sì che il suo vissuto non cada nel dimenticatoio, con l’obiettivo di avere in futuro celebrazioni più degne della sua figura.
Ci vediamo domani, venerdì 2 settembre alle 18:00 vicino al murales dedicato ai fratelli Vitrani nei giardini De Nittis di Viale Giannone.
Collettivo Terra Bruciata Barletta