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L’accordo
Il 15 febbraio del 2024 al senato alla repubblica italiana si vota un provvedimento, oggetto di controversia e tra i più dibattuti del governo Meloni poiché può modificare, mutare le politiche dell’Italia e dell’Unione Europea in materia di immigrazione: l’accordo Italia-Albania prevede la costruzione in Albania (a spese italiane ovviamente) di due strutture per le “procedure di frontiera o di rimpatrio” dei migranti.
Così descrive l’accordo il senatore Luigi Spegnolli: “Con l’Albania caro presidente, cari colleghi è soltanto uno spot elettorale cinico e bieco”.
Il senato approva.
Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione europea) lo ha definito un possibile modello per l’Europa.
Giorgia Meloni dichiara: “Confido che possa diventare domani anche un esempio e un modello da seguire per altri accordi di collaborazione di questo tipo.”
I dettagli dell’accordo
L’accordo prevede che l’Albania darà la possibilità all’Italia di utilizzare alcune aree del territorio albanese, dove potrà realizzare a proprie spese e sotto la propria diciamo giurisdizione due strutture dove allestire centri per la gestione dei migranti illegali.
Dunque i migranti che proveranno ad arrivare in Italia, se intercettati da navi della Marina o della guardia costiera italiana e in acque internazionali, invece che essere trasportati nel porto più vicino in Italia, potrebbero essere dirottati fino all’estremo nord dell’Albania a pochi chilometri dal confine con il Montenegro. Nel piccolo porto di Shengjin verrà edificato l’hotspot italiano, un centro di prima accoglienza e di smistamento dei migranti. La sosta prevista nel porto è breve, il tempo necessario per una prima identificazione e poi verrano spostati 20 km più a nord: a Gjader, un’area militare delimitata dalle montagne. Nel bel mezzo del nulla albanese il governo italiano costruirà un centro di accoglienza da 70.000 mq in cui saranno detenuti i migranti.
Secondo la relazione tecnica di governo, il costo complessivo dell’intera operazione Albania sarà di 650 milioni di euro in 5 anni, ma bisognerà poi aspettare l’effettiva attuazione del protocollo per vedere quali saranno i costi effettivi. Tuttavia in tre mesi la cifra è già quasi raddoppiata con emendamento dello scorso marzo il governo l’ha elevata a 65 milioni di euro nell’area in cui sorgerà il centro, infatti manca tutto, non c’è elettricità, non ci sono fognature e anche le strade che sono sterrate, vanno interamente rifatte e così i 650 milioni di euro inizialmente preventivati, sono già diventati 825 milioni di euro. La costruzione era prevista entro il 20 maggio a ridosso delle elezioni europee, ma la consegna è slittata a novembre.
Quanti migranti ospiterà la struttura?
Secondo l’articolo 4 dell’accordo, il numero di migranti nel territorio albanese non potrà superare 3000 unità.
Giorgia Meloni: “Chiaramente si tratta di 3000 persone contestuali, ma è chiaro che utilizzando le procedure accelerate che consentono grazie a questo governo di processare le richieste in 28 giorni, io intendo che con questo progetto a regime, diciamo questi numeri possano essere considerati come mensile, che quindi diciamo il flusso complessivo annuale possa essere possa arrivare fino a 36.000 persone, che diciamo che si alternano”.
La Meloni conta dunque di riuscire a dirottare in Albania 36.000 migranti all’anno, ritiene che il suo governo sia in grado di processare 3000 richieste di asilo al mese, tuttavia dopo le sentenze dei tribunali italiani che hanno bloccato di fatto il decreto.
Le promesse di Pinocchio
Basta fare un visita all’ufficio immigrazione della questura di Tor Sapienza a Roma all’alba di un qualsiasi lunedì mattina. Persone in fila per chiedere l’asilo politico, c’è chi si accampa fuori tre giorni prima, poiché gli uffici accettano solo 42 persone. Per una risposta di una domanda di asilo, passano fino a due anni e mezzo. Secondo la Meloni è necessario accelerare le pratiche per il rimpatrio: gestire l’alternanza dei migranti in soli 28 giorni. Il ministero dell’Interno ha ufficialmente sconfessato Giorgia Meloni sul numero dei migranti che saranno spediti in Albania, a fronte dei 36.000 annunciati dalla presidente del consiglio del bando per la gestione dei due centri albanesi, il Viminale parla di una capienza all’incirca di 1000 persone, seppure le richieste di asilo, se venissero processate davvero in 28 giorni, si alternerebbero quindi al massimo 11.000 persone.
Inoltre nel capitolato d’appalto viene stanziata per la gestione quotidiana dei migranti dirottati in Albania, una cifra massima di 34 milioni di euro, considerato che nelle tabelle ministeriali la spesa giornaliera in media sui 33 €, vuol dire che il ministero dell’Interno, prevede che in un anno in Albania saranno ospitati al massimo 2822 migranti. Inoltre può succedere che le famiglie vengano divise: l’adulto in Albania e i minori in Italia.
Da dove vengono sottratti i costi?
Per garantire il rispetto dei loro diritti è necessario mandare gli avvocati d’ufficio per le pratiche dei migranti che costeranno allo stato italiano oltre 6,5 milioni di euro, 500 agenti delle forze dell’ordine italiane per un costo complessivo di oltre 200 milioni di euro, 45 agenti di polizia penitenziaria per un costo complessivo di oltre 20 milioni di euro.
I costi verranno così sottratti:
54,7 milioni di euro al ministero delle infrastrutture
52,5 milioni di euro al ministero dell’università e della ricerca
9,3 milioni di euro al ministero dell’istruzione e del merito
5,2 milioni di euro al ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica
1,8 milioni di euro al ministero della salute
e, tutto questo non potrebbe bastare prendendo in considerazioni le variabili in corso d’opera.
I migranti resteranno in Albania?
Monsignor Gian Carlo Perego, presidente fondazione Migrantes che si occupa di accoglienza dei migranti e che fa capo direttamente la conferenza episcopale, lo ritiene: “Un accordo inutile e irrazionale, soldi buttati a mare”.
Secondo il protocollo, una volta ricevuto l’esito della loro domanda di asilo, i 3000 migranti tenuti in Albania, faranno ingresso nel nostro paese sia se la risposta è positiva sia negativa, quindi dopo averli deportati dal largo delle coste africane, bisognerà comunque portarli in Italia, una mini crociera coatta del mediterraneo, che secondo le stime del governo costerà 95 milioni di euro in 5 anni solo per il noleggio delle navi.
(Fonte: Report)
E come diceva il principe Antonio de Curtis, in arte Totò, nel lontano 1950 nel film, 47 morto che parla: “E io pago!”.