Pensieri sull’anarchia…

Cerchiamo di definire cosa è l'anarchia concretamente in Italia

L’anarchia in Italia viene spesso travisata, mistificata, diffamata.  Viene spesso identificata con il caos e/o con la violenza. Personalmente io ho avuto a che fare con diversi anarchici, che hanno sempre interagito pacificamente e correttamente con me.  Questa è la mia esperienza personale,  se può contare qualcosa. 

L’apporto culturale degli anarchici in Italia viene sempre sminuito, sottovalutato o addirittura rimosso. In letteratura si parla poco o niente di Pietro Gori e di Leda Rafanelli. Nell’arte Lorenzo Viani è stato da anni dimenticato. Così come in Italia si parla soprattutto dell’anarco-insurrezionalismo, ma non si parla mai di Chomsky che è anarchico e pacifico. Una domanda a riguardo: a Chomsky hanno conferito diverse lauree ad honoris causa in Italia perché è un grande linguista oppure anche perché ha fatto una critica radicale al sistema?

L’anarchia è decentralizzazione del potere in un’Italia in cui il potere è accentrato nelle mani di pochi. Inoltre la decentralizzazione viene coniugata con la massima libertà individuale. È quindi una valida alternativa al capitalismo e al comunismo. A mio avviso il pensiero liberale legittima il capitalismo e la socialdemocrazia, almeno qui in Italia, è praticata da presunti ex comunisti, attaccati, come tutti i politici nostrani, alle loro poltrone. E nei casi di anarco-comunismo e di anarco-capitalismo l’anarchia migliora notevolmente idee, valori, comportamenti, creando intellettuali di valore, di spicco, di alto spessore etico e culturale.  

Etologi, antropologi, psicologi hanno studiato che nei gruppi esistono sempre dei leader. Per la psicologia sociale e per la psicologia dei gruppi esistono tre ruoli costanti tra gli esseri umani: il leader, il capro espiatorio, il nuovo arrivato. Però qui in Italia i leader in politica hanno delle leadership autoritarie o carismatiche. Spesso la stessa leadership diventa culto della personalità e sfocia nell’autoritarismo. Gli anarchici sono un antidoto a questo stato di cose perché sono insofferenti all’autorità, la mettono in discussione e prima di tutto mettono loro stessi in discussione, non volendo mai diventare autorità e non volendo far parte del potere. È vero che anche tra anarchici ci sono dei leader ma sono molto democratici e non vogliono imporre niente a nessuno. L’anarchia è strutturata qui in Italia da gruppi informali orizzontali. Quindi viene scongiurato ogni verticismo. Anzi oserei dire: più che leader quelli anarchici sono maestri di pensiero riconosciuti dalla comunità. 

Anarchia e democrazia sono strettamente connessi e non devono mai essere considerati opposti. L’espressione dello spirito libertario ha come premessa la democrazia e lo spirito libertario contribuisce alla democrazia. Senza gli anarchici l’Italia è più povera. Quella degli anarchici è una voce del dissenso che chi comanda deve ascoltare, se è veramente democratico.

Un buon anarchico è meglio se è ragionevole e utopico al tempo stesso, ma non deve mai essere un tiranno, come invece riteneva Artaud. 

Un anarchico non deve accettare compromessi? Bisogna valutare il caso specifico. Anche gli anarchici devono mangiare e devono adeguarsi al sistema per campare e far campare la loro famiglia. Onore a chi non accetta mai compromessi! Ma a volte in certi casi bisogna anche considerare l’istinto di autoconservazione, perché qui in Italia tra carovita e crisi più che vivere si sopravvive, realisticamente parlando. Anche se sono eroici coloro che lottano in prima persona contro il sistema.

Firmato: un simpatizzante anarchico

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Nato nel 1972 a Pontedera. Laureato in psicologia. Collaboratore di testate giornalistiche online, blog culturali, riviste letterarie, case editrici. Si muove tra il pensiero libertario di B.Russell, di Chomsky, le idee liberali di Popper ed è per un'etica laica. Soprattutto un libero pensatore indipendente e naturalmente apartitico. All'atto pratico disoccupato.

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