Negli ultimi anni i Governi che si sono succeduti al livello nazionale hanno imposto ai nostri territori scelte scellerate basate esclusivamente su necessità e profitti delle imprese private a discapito del diritto delle popolazioni di vivere in un ambiente non inquinato e di poter decidere il proprio destino. Una storia fatta di politici al soldo delle imprese, lobbies, commissari per la gestione delle emergenze, prefetti e leggi speciali e che ha trovato il suo compimento con lo Sblocca Italia, un testo di legge che attraverso parole quali “interesse strategico” e “pubblica utilità urgente e indifferibile” militarizza i territori ed espropria le popolazioni della possibilità di reagire rifiutandosi di ospitare nuove “grandi opere”. Se le centrali Enel a Brindisi, il polo siderurgico e petrolchimico a Taranto, le discariche, gli inceneritori, i cementifici hanno devastato i nostri territori e saccheggiato risorse naturali e spazi vitali per le popolazioni, la questione Xylella, la Tap e le trivellazioni hanno mostrato ancora una volta che il braccio militare dello stato pur di difendere gli interessi delle imprese reprime qualsiasi forma di dissenso e di opposizione.
Manifestare per la difesa del territorio, contro il precariato e la disoccupazione, contro le riforme e leggi quali la Buona Scuola e lo Sblocca Italia, a sostegno di spazi sociali e occupazioni abitative sono circondate perennemente da ingenti schieramenti di forze dell’ordine e spesso sono oggetto di cariche indiscriminate e di pestaggi brutali mentre centinaia e centinaia di compagni e militanti sono sottoposti ad arresti e misure cautelari oltre che fatti oggetto di accuse pesantissime quali “devastazione e saccheggio”, “resistenza aggravata e continuata” sino ai reati associativi per terrorismo quali il 270bis e 280. Questi reati spesso risalgono al codice Rocco di origine fascista e dovrebbero essere abrogati in sé in quanto vengono utilizzati per condanne “discrezionali” ovvero resi efficaci esclusivamente quando si tratta di processi di tipo politico.
Fare militanza oggi significa anche essere in grado di far fronte a questi dispositivi repressivi e alle loro conseguenze comprendendo che non si tratta di problemi riguardanti solo alcune specifiche pratiche di lotta, ma che ognuno di essi è parte di un sistema repressivo che va affrontato nella sua interezza e complessità.
Non si tratta solo di condividere informazioni utili, né solo di raccogliere il denaro necessario ad affrontare le innumerevoli azioni penali di cui veniamo fatti oggetto (sebbene questo sia una parte importante e utile del lavoro che ci aspetta), ma di coordinare quello che vorremmo diventasse un’azione collettiva anti-repressiva, che ci renda più forti ed efficaci in questo campo, soprattutto nelle situazioni d’emergenza.
Quello che ci prefiggiamo è la realizzazione e il sostegno di casse di resistenza e l’attivazione e la promozione della solidarietà attiva nei confronti dei compagni e di tutti coloro che sono vittime della repressione.
Con queste motivazioni, convochiamo per Sabato 28 Novembre, alle ore 15:30 un incontro a cui invitiamo tutti gli spazi sociali e le realtà territoriali a noi vicine con l’idea che questa possa essere una assemblea zero verso la convocazione di una assemblea di tutte le realtà meridionali.
NONSOLO MARANGE – Cassa di resistenza e supporto legale
Ex-Caserma Liberata, Bari