28 Novembre 2015 ricorre 38° anniversario dell’omicidio di Benedetto Petrone ucciso nel’77 per mano fascista.
Una giornata che vogliamo sia ben lontana dall’assomigliare a un rituale laico o a una ricorrenza vuota, che evidenzi le pratiche e le lotte attraverso le quali ogni giorno attualizziamo il nostro essere antifascisti seguendo quel filo rosso che unisce quel giorno del ‘77 alla storia di una città, quella di Bari, dalla memoria breve ma, sempre resistente e antifascista.
Quest’anno abbiamo pensato a una serie di iniziative che esplicitino i molteplici aspetti e riflessioni legati alla pratica antifascista. Antifascismo è al contempo Anticapitalismo, Antisessismo, Antirazzismo e Antiautoritarismo e ognuno di questi principi è intimamente connesso all’altro e comporta, nei fatti, l’essere antifascisti.
Antifascismo è anticapitalismo, perché indicare come causa della povertà e dello sfruttamento collettivo il migrante anzichè le potenze politiche ed economiche che detengono le redini dell’economia, significa voler far spostare lo sguardo dal problema reale, significa essere servi di quello stesso sistema. Così fanno i fascisti e quelli della lega, in un’epoca in cui un sistema neoliberista in crisi spreme fino a l’ultima goccia le persone e i loro territori. Chi nega questo, preferendo parlare di muri e frontiere invalicabili nel mediterraneo o di bambini da salvare dalle teorie gender, è solo un falsario, uno squallido pifferaio in cerca di voti e potere. Un fantoccio benvestito di decoro e finta indignazione verso la possibilità delle persone di autodeterminarsi e rifiutare confini, generi, pregiudizi. I fascisti di oggi sono gli architetti di false coscienze, che cavalcano la sofferenza e la povertà diffusa, indirizzandola ad un odio sterile e non a una sana rabbia consapevole verso l’oppressione del capitale.
Antifascismo è antirazzismo, perché l’unico modo per fermare la strage dei migranti è abbattere le frontiere della fortezza Europa, riconoscere a ogni essere umano la libertà di attraversare i confini e il diritto di costruirsi una vita dignitosa.
Antifascismo è antiautoritarismo perché il motivo per cui migliaia di persone abbandonano le proprie case è per sfuggire a guerre che non hanno mai voluto, fra potenze militari in lotta per il potere e multinazionali alla ricerca di materie prime, idrocarburi e terreni per le coltivazioni intensive. Le forze armate e le forze di polizia sono i mercenari di oggi, strumenti d’oppressione della volontà dei popoli che in Italia come nel resto del mondo, fanno della repressione della libertà dei popoli la loro professione.
Antifascismo è antisessismo, perché qualsiasi battaglia politica è insufficiente se non comprende una riflessione critica che parta dal personale, da una rappresentazione del corpo e delle relazioni liberate dal sessismo e dall’eteronormatività. Non vogliamo che i nostri desideri siano ingabbiati dai ruoli che questa società ci affibbia, vogliamo vivere pienamente l’amore, il sesso e le relazioni. Non possiamo dimenticare che viviamo in una società in cui le donne sono ancora discriminate socialmente ed economicamente, in cui il tema della violenza sulle donne viene trattato esclusivamente nei termini di “difesa della vittima” invocando l’aiuto di tutori dello stato, anziché agire concretamente per la loro emancipazione, dato che la maggior parte di queste violenze avviene in ambiente familiare da parte di membri da cui la donna è dipendente economicamente.
Con queste motivazioni scenderemo in piazza il 28 Novembre, per ricordare l’omicidio per mano fascista di Benedetto Petrone, contro tutti i fascismi. Per queste motivazioni invitiamo tutti i compagni della regione puglia e tutti gli antifascisti a manifestare al nostro fianco, per ribadire che nessuno spazio sarà concesso a razzisti e fascisti e per affermare ancora una volta che l’antifascismo è una pratica.
Sabato 28 Novembre, Manifestazione Antifascista – concentramento ore 18:30 – Piazza Umberto, Bari
GLI ANTIFASCISTI BARESI
Gli eventi dell’Ex Caserma Liberata in preparazione del 28 novembre
Appello alle realtà sociali contro la repressione
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