La Calabria, o meglio la governatrice Jole Santelli, ha stabilito già di aprire bar e ristoranti, senza attendere la data ipotetica indicata da Conte, che corrisponde al 1 Giugno. Tale provvedimento ha suscitato diverse rivolte in tutta la Calabria, da parte di diversi sindaci, i quali si sono opposti alla decisione della governatrice e hanno preferito attenersi a quelle del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
La Calabria: ecco cos’è successo
In Calabria c’è molta confusione, e stavolta la situazione non è stata scatenata solo dal Coronavirus, ma da una decisione della governatrice Jole Santelli, giudicata “assurda” da numerosi sindaci. La prima ha dato il via libera all’apertura di bar e ristoranti. La cosa più grave è che per quanto la situazione riguardante i contagi in Calabria possa essere rimasta contenuta, si rischia comunque di creare un rialzo della curva di coloro che hanno contratto il Covid-19. Insomma, ok qualche riapertura, ma lasciar lavorare bar e ristoranti senza che ci sia stato nemmeno il tempo di far adottare loro le misure di sicurezza, sembra decisamente troppo.
La rivolta
Quella di alcuni sindaci calabresi è stata una vera e propria rivolta, insomma un modo per sottolineare che in tante città della regione si preferisce pensare alla sicurezza e a seguire le decisioni di Conte, piuttosto che adottarne di nuove e molto più affrettate, anche molto rischiose. È questa l’opinione di tanti primi cittadini della Calabria, che hanno stabilito che i loro bar e ristoranti rimarranno chiusi, salvo diverse indicazioni da parte del Presidente del Consiglio. Sono state numerose infatti le note scritte dai sindaci, per sottolineare che non metteranno in atto alcuna delle misure stabilite da Jole Santelli. Insomma, a quanto pare quest’ultima ha optato per disposizioni molto azzardate, per niente apprezzate da numerosi sindaci.