Cani sciolti la sera in prossimità del polo Dino Carlesi…

Erano le 9 di sera. Sono uscito a  frescheggiare. Ho fatto la mia camminata serale. Si è alzato il vento, ma le giornate sono calde. La mattina presto pensavo fosse nuvoloso e invece era solo una cappa di afa. Quando ero bambino c’era l’anticiclone delle Azzorre. Da qualche anno c’è l’anticiclone subsahariano.  Quando ero bambino era pieno di pipistrelli che svolazzavano. Oggi non ne vedo più. Voi vi chiederete cosa c’entra? È segno che tutto è cambiato nel giro di pochi anni. Prendete ad esempio la gentilezza, l’educazione: un tempo erano più diffuse. Oggi sono degli optional. Comunque per farla breve ho preso dal polo Dino Carlesi. L’edificio è nuovo, imponente.  Ci sono passato delle volte al buio a quell’ora e ho trovato dei cani sciolti che mi infastidivano. Una volta mi sono lamentato con un proprietario. La sua risposta è stata: “io conosco il sindaco”. Un’altra volta ho portato il mio lagotto anziano al guinzaglio lì e  c’era un pastore maremmano sciolto che lo voleva aggredire. Ho cacciato un urlo e quel cane se n’è andato, mentre la padrona parlava con un tale a più di cento metri, incurante di tutto. Una volta due cani stavano per far cascare una donna in bicicletta e io ho preso da un viottolo sterrato, passando dal fango. Una volta un dobermann sciolto stava per aggredire un cagnolino al guinzaglio di un anziano, che brontolò e fu preso a male parole. Insomma mi  sono ripromesso di non passarci più. Ma volevo andare a prendere un bicchiere di acqua gassata al bar. Mi sono detto: “Se prendo quella via, accorcio il tragitto”. Ho guardato e non ho visto cani. Ho percorso duecento metri e alla fine ho scorto due cani, una donna, un ragazzo e un uomo. Mi sono detto: “speriamo un bene”. Il risultato: un cane mi ha abbaiato forte, mi è venuto molto vicino, sfiorandomi i pantaloni. Ho detto al proprietario, che non si è scusato, non ha chiamato il cane, non gli ha messo il guinzaglio: “ci sono tre aree per la sciolta dei cani. Perché non li portate lì?”

Mi ha risposto: “anche questa è un’area per la sciolta”. Non è vero, ma sono stato zitto. Dopo qualche attimo l’altro cane mi ha abbaiato.  L’ho fatto presente all’energumeno del proprietario, che mi ha risposto spavaldo: “vuol dire che non gli stai simpatico”. Gli ho detto di non fare tanto il ganzo e lui mi ha risposto arrabbiato che non lo devo fare io tanto il ganzo. Mi ha guardato con aria minacciosa. Mi sono allontanato e ho detto: “lasciamo perdere”. Allora il ragazzo ha rilanciato: “cosa hai detto?”

E io ho risposto: “lasciamo perdere”.

L’uomo più grosso ancora mi ha detto: “sì. Meglio per te”.

Loro erano tre testimoni. Loro erano due uomini più forti fisicamente di me e per questi motivi si sono comportati da prepotenti. Ho avuto la sensazione che se restavo mezzo minuto di più lì mi avrebbero spaccato la faccia. Questo era il loro livello. Sono stato fuori di me per un’ora. Ero incazzato. Ero in preda al mio cervello rettile. Sono andato al bar e ho preso l’acqua. Ho camminato per tre quarti d’ora. Mi sono seduto su una panchina per calmarmi, ma rimuginavo. Ascoltavo il mormorio degli alberi, lo stormire delle fronde. Percepivo anche l’acciottolio delle cucine, il rumore di televisioni accese. Guardavo il chiarore delle stelle, ammiravo la pallida ogiva della luna e ripensavo a quello che era successo. Guardavo le case, le strade, il cielo e pensavo in evidente stato di agitazione. Pensavo che a questa età non avevo più pretese dalla vita, che gli amici d’un tempo, i pochi sopravvissuti, erano lontani, dispersi in qualche angolo di mondo. Non avevo una donna né un contratto a tempo indeterminato. E non chiedevo una donna né un contratto a tempo indeterminato: sapevo che sarebbe stata un’utopia pretendere quelle due cose. Ma una cosa la esigevo: volevo un minimo di rispetto perché il rispetto si deve dare a tutti. E poi chiedevo di essere lasciato in pace a coltivare il mio orticello in senso figurato, perché era l’unica cosa che mi era rimasta. Volevo camminare da solo indisturbato nel mio quartiere senza essere aggredito da animali o persone. Non mi sembrava poi di chiedere molto. Per fortuna ho 51 anni e me ne sono andato da lì quella sera.  La situazione non è degenerata. Erano pericolosi sia i cani che i padroni. La sera ero agitato. Ho preso trenta gocce di un ansiolitico naturale che non prendo mai e che assume mio padre. Mi sono girato e rigirato nel letto per un’ora. Mi sono addormentato più tardi e la mattina al risveglio era acqua passata. Ho sbagliato a dir loro qualcosa, ma ha avuto il sopravvento quell’impulso verbale perché quel cane all’inizio mi ha fatto fare un salto, mi ha fatto paura. Come si dice qui mi ha rimescolato il sangue. Prima cosa: se hai un cane che dà le fogate ai passanti, lo tieni a guinzaglio oppure lo liberi allo scolmatore in aperta campagna. Seconda cosa: non passerò più dopocena dal polo Dino Carlesi perché lì ci sono cani pericolosi sciolti, energumeni prepotenti e sedicenti amici del sindaco. Ma quasi quasi bisogna che lo dica anch’io qualche volta “sono amico del sindaco”. È un modo dei miei concittadini per dire “te non sai chi sono io”. Sì. Da qui in avanti lo dirò anche io che sono amico del sindaco. Qui sono tutti amici del sindaco e di Andrea Bocelli. Chi c’è stato a scuola insieme, chi era ragazzo insieme a loro, chi una cosa e chi l’altra. A dire il vero io il sindaco  non lo conosco e neanche ci tengo a conoscerlo. Ma tanto chi controlla? Se dovessero denunciare in Italia tutti quelli che millantano conoscenze e amicizie un minimo altolocate! E poi è vero: il sindaco conosce quasi tutti qui, anche tanti scemi! Anzi alzerò il tiro alla prossima discussione: sono amico intimo di cinque ministri e trentacinque onorevoli. Così nessuno avrà un tono minaccioso con me! Come dicevano qualche decennio fa da queste parti: “ciucco e scemo non ti fare mai”. 

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Nato nel 1972 a Pontedera. Laureato in psicologia. Collaboratore di testate giornalistiche online, blog culturali, riviste letterarie, case editrici. Si muove tra il pensiero libertario di B.Russell, di Chomsky, le idee liberali di Popper ed è per un'etica laica. Soprattutto un libero pensatore indipendente e naturalmente apartitico. All'atto pratico disoccupato.

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