Collettivizzare in cambio di aiuti stato

Con l’emergenza creata dalla diffusione del Coronavirus, con la chiusura di numerose attività commerciali, di aziende e fabbriche arrivano anche gli aiuti del Governo per sostenere le imprese che accusano un duro colpo, assicurati dal Decreto Legge Cura Italia.
Mentre per i lavoratori dello spettacolo, agricoltori a tempo determinato, lavoratori stagionali e professionisti con partita iva, l’aiuto dello stato corrisponde a 600€ una tantum, per le piccole e medie imprese viene facilitato l’accesso al Fondo di Garanzia che vede aumentare l’importo massimo, previsto per ogni singola azienda, fino a 5 milioni di euro.

Il Capitale è dello stato

Le imprese non corrono alcun rischio e riescono sempre ad uscirne da crisi ed emergenze con l’aiuto dello stato. Un capitalismo a giorni alterni che quando produce profitti, lo fa solo per il padrone, quando invece le circostanze non permettono alle aziende di fare cassa, ci pensa l’intervento del Governo a tenerle in vita con garanzie minime e cassa integrazione per i lavoratori. Con le tasse di tutti i cittadini, compresi operai e lavoratori dipendenti.
In questa situazione dall’estrema destra arriva la proposta di nazionalizzazione delle imprese. L’emergenza Coronavirus fa pensare alla nazionalizzazione anche al ministro francese delle Finanze Le Maire.

Partecipazione dei lavoratori ai profitti

La soluzione non può essere la nazionalizzazione e l’accentramento della gestione delle imprese nelle mani dello stato. La via d’uscita deve essere la collettivizzazione delle imprese che beneficiano degli aiuti dello stato. Rendere partecipi i lavoratori dei profitti delle aziende, stabilendo che una parte di questi profitti, in base alla quantità di aiuti che l’azienda riceverà, venga diviso tra tutti i lavoratori dipendenti come bonus extra, indipendentemente dallo stipendio già pagato.
Il concetto è semplice: se l’azienda deve ricevere aiuti dallo stato, deve cedere parte dei profitti ai lavoratori dipendenti. Non si può fare impresa coi soldi pubblici, mantenendo i profitti per gli imprenditori anche quando gli affari vanno bene.
Questa deve essere la principale lotta che i sindacati con l’appoggio delle classi sociali delle lavoratrici e dei lavoratori dovranno portare avanti nei prossimi giorni.

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