La violenza non è naturale, i gradi che differenziano isolando non sono naturali, la violenza agita in un contesto sociale centralizzato dove c’è un potere, è costruita a tavolino, da una cultura per far permanere quel potere.
Nel web spopola di fatto, quello che era un motto nazista, Goebbel disse: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
Prima la si vede per quello che è e rappresenta questa frase, prima si potrà lottare per estirpare questa presunzione che avvelena tutte e tutti.
Sui social gli insulti non sono un appendice, rappresentano invece la normalità e la volgarità viene pensata come libertà d’espressione ma la libertà per sussistere non solo non ha bisogno di prevaricare, ma è l’esatto opposto della prevaricazione altrimenti non può considerarsi libertà.
Ma i social non sono l’unico “canale” attraverso il quale si affermano e confermano le gerarchie, immagini cruente, violente, prevaricanti nei mass media mainstream abbondano, certo è logico per far credere che un unico modello di società sia possibile, deve divenire prassi quella di mostrarne uno solamente, sostanzialmente è un lavaggio del cervello continuativo che viene svolto da parte della cultura dominante, e l’aumento di audience è il premio da conquistare, premio che giunge anch’esso in maniera sistemica.