Libertà di stampa in Italia
In un paese come l’Italia classificata 46esima nell’indice 2018 della libertà di stampa di Report senza Frontiere, non è un’esagerazione parlare di assoggettamento dell’informazione a gruppi di potere economici e politici. In passato la posizione italiana era addirittura peggiore ma non possiamo dire che qualche posto guadagnato in classifica sia tutto merito nostro.
Infatti alcuni eventi politici in Europa hanno portato alcuni paesi ad avere una minore libertà di stampa.
E’ il caso della Polonia contesa tra filorussi e filoeuropei, dell’Ungheria di Orban dove i partiti nazionalisti sfruttano la propaganda anti-migranti per conservare il potere, infine della Grecia dove la Troika ha imposto la chiusura alla tv pubblica riaperta dopo un paio di anni.
L’informazione in Italia
L’Italia è il paese della Legge Gasparri (2004) che consentiva a Rete 4 la diffusione per via analogica in contrasto con la sentenza della Corte Europea e prevedeva una parziale privatizzazione della Rai, mai attuata.
L’Italia è quel paese in cui governa una forza politica (Movimento 5 Stelle) che, fin dalla sua fondazione, ha denigrato il lavoro dei giornalisti e che pubblica liste di proscrizione di giornali e giornalisti.
Una volta al governo con la Lega, come tutte le altre coalizioni politiche che conquistano il potere, ci si affretta a cambiare di direttori delle reti pubbliche e a mandare via chi nei programmi della Rai fa informazione o satira scomoda per il governo.
Ma l’Italia è anche il paese in cui aumentano le aggressioni nei confronti dei giornalisti ed allo stesso tempo si toglie la scorta ad un giornalista come Sandro Ruotolo che fa inchiesta sulla mafia, e per questo viene minacciato dal boss dei casalesi Zagaria, ma a cui non viene perdonato di aver indagato su “la bestia”, il progetto di comunicazione social di Salvini per influenzare l’opinione degli utenti attraverso account fake e influencer.
Controinformazione
In questo scenario la Controinformazione è quanto mai necessaria. Ma la controinformazione va anche definita. Non può avere la pretesa e l’arroganza di essere difensore di una verità assoluta nascosta dall’informazione dei mass media.
Deve, invece, essere un punto di vista diverso dalla propaganda che i maggiori gruppi editoriali fanno attraverso i loro giornali e tv private.
Punto di vista che si fa portatore di interessi altri rispetto a quelli dell’informazione di massa, non necessariamente economici ma sociali, ecologici e salutistici. Per questo la controinformazione è quasi sempre attività politica con diversi modelli sociali di riferimento.
Di seguito proveremo ad elencare una lista di siti di controinformazione. Contattaci per segnalarne qualcuno.
La controinformazione in Italia
La storia della controinformazione in Italia comincia ad apparire negli anni ’70 dopo la strage fascista di Piazza Fontana a Milano. Immediatamente dopo quella strage furono accusati di esserne gli organizzatori gli anarchici. Pinelli ed altri militanti anarchici furono portati nella Questura di Milano per essere interrogati. Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico, morì cadendo da una finestra. Suicida seconda la Questura.
Il bisogno che si ebbe, dopo quegli eventi, di raccontare e di cercare una verità che non avesse addosso il vestito istituzionale addosso, portò alla nascita di molti progetti editoriali di controinformazione. Nacquero le radio libere, Il Manifesto, A Rivista, La Repubblica ed altri giornali di controinformazione vicini alla sinistra extraparlamentare. Vi furono anche rubriche radiofoniche femministe. Ma per un approfondimento sulla storia della controinformazione vi rimandiamo all’articolo Controinformazione in Italia: dalle origini ad oggi.
Rivista di controinformazione
L’ultima voce della controinformazione italiana è nata in questo ultimo periodo. Si chiama Emma ed è una rivista libertaria. Nasce su iniziativa di Carlotta Pedrazzini che ha fatto parte della redazione di A Rivista. Dopo la morte di Paolo Finzi e la chiusura di A Rivista, poco prima che si festeggiassero i cinquanta anni di attività editoriale, Carlotta Pedrazzini lancia questo nuovo progetto che speriamo duri a lungo. Una rivista semestrale di cultura libertaria. Abbiamo intervistato Carlotta Pedrazzini pochi giorni prima dell’uscita del primo numero di Emma. Ve ne consigliamo la lettura su Intervista a Carlotta Pedrazzini su “Emma” rivista.
Siti e blog di controinformazione
Oggi la controinformazione si muove essenzialmente sul web. Sono tanti i siti web che vantano di fare controinformazione. Bisogna stare, però, molto attenti. Quando si fa informazione si deve avere l’onestà di comunicare notizie verificate e con fonti alla mano. Non si può correre il rischio di diffondere bufale o notizie spudoratamente false. Sono purtroppo tanti i siti web che diffondono notizie non vere con lo scopo di ottenere click facili con la condivisione sui social network e la possibilità di fare facili guadagni con la pubblicità presente su questi blog. Spesso, nei casi peggiori, hanno nomi simili a quelli di grandi quotidiani con il fine di trarre in inganno utenti più anziani che credono di cliccare sul link di una notizia pubblicata da una testata giornalistica. Nella maggior parte dei casi diffondono notizie a sfondo razzisti che fanno leva sulle paure della gente per ottenere click e condivisioni.
La nostra lista di siti di controinformazione
Abbiamo messo a punto una nostra lista di siti web e blog di controinformazione. Sono stati tutti verificati e sono tutti voci libere autorevoli ed affidabili. Speriamo in questo modo di aver reso un servizio a chi naviga sul web e cerca di informarsi e di controinformarsi su quello che accade nel mondo. Siamo, naturalmente, disponibili ad aggiungere altri siti web qualora dovessero esserci suggeriti e dovessimo valutare queste proposte importanti. Contattateci per esprimere ogni vostro dubbio, consiglio ed opinione. Tutti i suggerimenti sono graditi a questa redazione di volontari.
Nell’ambito delle pubblicazioni italiane, si distinguono alcune riviste libertarie di notevole interesse. Tra queste, spicca Emma, una semestrale lanciata nel 2021 grazie all’impulso di Carlotta Pedrazzini, con cui abbiamo avuto il piacere di conversare per approfondire la conoscenza di questa rivista. “Emma” si dedica all’analisi e alla discussione di tematiche libertarie, fungendo anche da piattaforma per lo scambio di idee e pratiche.
Un altro periodico degno di nota è Semi sotto la neve, che esce ogni quattro mesi. Il titolo si ispira ad una frase di Ignazio Silone e simboleggia gli argomenti trattati. Questa rivista si concentra sulle iniziative che incarnano piccole utopie in un contesto sociale gerarchico, enfatizzando l’aspetto costruttivo e positivo dell’eredità politica libertaria.
Umanità Nova rappresenta un punto di riferimento storico, essendo l’organo ufficiale della Federazione Anarchica Italiana. Fondato da Errico Malatesta nel 1920, ha assunto una cadenza settimanale dal secondo dopoguerra. Questa pubblicazione è un’espressione autorevole delle diverse correnti del movimento anarchico, coprendo temi come il sindacalismo, l’azione diretta, le iniziative autogestite e le lotte sociali.
Tra le pubblicazioni emergenti nel panorama italiano, merita una menzione speciale Il bizzòlo. Questa rivista, attiva da un anno, si distingue per la sua scelta di un formato tradizionale in un’epoca dominata dai social media, rappresentando una novità audace e una sfida interessante. La Direttrice Responsabile, Tiziana Barillà, è nota per il suo acume e il suo impegno nel contesto libertario reggino. Il nome “Il bizzòlo”, che in dialetto reggino indica un gradino su cui sedersi per conversare, evoca l’idea di un dialogo riflessivo e incisivo sul mondo che ci circonda. Con uno sguardo che parte dal sud e dalle realtà di base, questa rivista si rivolge a chi desidera scoprire la vera essenza della Calabria e del sud Italia, andando oltre i cliché delle cartoline turistiche e sfuggendo al fatalismo passivo.
Radio Blackout, nata nel 1992 da un insieme di realtà del movimento torinese, rappresenta una voce distintiva nel panorama delle radio libere. Trasformata da commerciale a comunitaria, questa stazione si impegna nella diffusione di musica indipendente, controinformazione e dibattiti su temi come antifascismo, anticapitalismo, antisessismo e antiautoritarismo. Sostenuta da un’ampia comunità, Radio Blackout è un progetto no profit che si basa sull’autogestione e l’autofinanziamento, privo di pubblicità commerciali e accessibile in streaming e DAB.