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Io penso che, prima, non si debba mai, in nessun caso, temere la strumentalizzazione da parte del potere e della sua cultura.
Bisogna comportarsi come se questa eventualità pericolosa non esistesse.
Ciò che conta è anzitutto la sincerità e la necessità di ciò che si deve dire.
Non bisogna tradirla in nessun modo, e tanto meno tacendo diplomaticamente, per partito preso.
Ma penso anche che, dopo, bisogna saper rendersi conto di quanto si è stati strumentalizzati, eventualmente, dal potere integrante.
E allora se la propria sincerità o necessità sono state asserite o manipolate, io penso che si debba avere addirittura il coraggio di abiurarvi.
Pier Paolo Pasolini
Il coraggio
Coraggio, è una strana parola. La fonte Wikipedia ci rivela che: Coraggio (dal latino coratĭcum o anche cor habeo, aggettivo derivante dalla parola composta cŏr, cŏrdis “cuore” e dal verbo habere “avere”: avere cuore), chiamato anche valore o prodezza, è la scelta e la volontà di affrontare la sofferenza, il dolore, il pericolo, l’incertezza o l’intimidazione, specialmente in battaglia.
Avere cuore. Il cuore è un organo muscolare, il centro motore dell’apparato circolatorio.
Tuttavia per non temere la strumentalizzazione del potere e della sua cultura è necessario non solo un cuore, ma anche un cervello che è l’organo principale del sistema nervoso centrale.
Non conformarsi, non obbedire.
Il conformismo
Che cos’è il conformismo? La psicologia sociale, nel testo di “Psicologia sociale” «a cura di» David G. Meyers et al., prima di dire che cosa si intente per conformismo, spiega il concetto di “Influenza Sociale”: L’influenza sociale implica il cambiamento di una persona riguardo a un’idea, un giudizio, un atteggiamento, in particolari circostanze.
Per potere sociale s’intende la forza di cui dispone chi influenza di produrre cambiamenti negli atteggiamenti e nei comportamenti di cui è influenzato. Il testo spiega poi che cosa si intende per Conformismo: “Agire come agiscono gli altri e essere condizionati da come agiscono”.
La responsabilità
Lo psicologo sociale Zimbardo nel testo “L’effetto Lucifero, Cattivi si diventa?”, ha così scritto: “Per modificare o impedire un comportamento indesiderabile di individui o gruppi occorre comprendere quale punti di forza, virtù e debolezze essi portino con sé in una determinata situazione […]. In tutto questo libro ripeto all’infinito che tentare di comprendere le componenti situazionali e sistemiche di qualunque comportamento individuale non giustifica la persona né la assolve dalla responsabilità di aver compiuto azioni immorali, illegali o cattive”.
Dunque Coraggio diventa una parola chiave.
Coraggio è agire o non agire e non tacere.
Il potere sociale
Ma quanto si è disposti a sacrificare pur di sentirci parte di un contesto sociale? O forse, dopotutto non si sacrifica nulla. Il potere sociale, ha un’influenza così forte? O l’essere umano si nasconde dietro di esso perché tutto diventa più semplice e “si lava le mani” non assumendosi le responsabilità delle conseguenze delle azioni?
Ponzio Pilato nei Vangeli
Un po’ come Ponzio Pilato, una storia nota a tutti, indipendentemente dal credo. Ponzio Pilato è presente in tutti e quattro i Vangeli, ogni Vangelo addiziona particolari a quelli precedenti, riguardo la presenza di Ponzio Pilato nella storia di Gesù.
Nel Vangelo secondo Marco (15, 1-15), Pilato interroga in modo sommario Gesù, poi dialoga con la folla, che aveva già emesso il verdetto: crocifiggere Gesù e mettere in libertà un omicida chiamato Barabba.
Nel Vangelo secondo Luca (23, 1-7 e 13-25), Pilato non trova motivi validi per condannare Gesù ed è propenso a liberarlo. Tuttavia, per volere del popolo e dei sacerdoti, libera il detenuto Barabba, e consegna Gesù al popolo perché sia giustiziato.
Nel Vangelo secondo Giovanni (18, 28-40), Pilato dialoga con Gesù pretendendo una risposta sincera riguardo ai suoi interrogativi: “Cos’è la Verità e dov’è il suo Regno”, anche qui Ponzio Pilato vuole liberarlo, ma il popolo preferisce sempre Barabba a Gesù.
Nel Vangelo di Matteo (27, 11-28), lo spazio per il dialogo tra Gesù e Pilato è breve, ma particolari sono stati aggiunti, come il sogno della moglie di Ponzio Pilato, che rivela il gesto del lavarsi le mani che dà origine appunto al modo di dire: “Lavarsene le mani”. Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi, il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli.» (Edizioni Paoline, 1966. La Sacra Bibbia).
Incoscienza è coraggio
La Bibbia Sacra è per i credenti, tuttavia è stata comunque scritta da esseri umani.
Per Alberto Moravia: “Al mondo non c’è coraggio e non c’è paura, ci sono solo coscienza e incoscienza. La coscienza è paura, l’incoscienza è coraggio”.