Coronavirus: in Michigan ribellione con armi contro il lockdown

Il Coronavirus ha causato una conseguenza molto dura da rispettare, ma necessaria per cercare di contenere i contagi: il lockdown, ovvero la chiusura totale di attività e l’impossibilità di uscire, a meno che non sia per emergenze, per i cittadini di numerose nazioni in tutto il mondo. Non sono d’accordo però con queste misure, alcuni cittadini del Michigan, che addirittura sono scesi in strada con tanto di fucili, per protestare contro il lockdown.

La protesta

La protesta in Michigan che si è scatenata ieri, 15 aprile 2020, è a dir poco preoccupante. Migliaia di cittadini sono scesi in piazza, per le strade, e con in mano i fucili, per manifestare contro il provvedimento stabilito dalla governatrice democratica Gretchen Whitmer, che ha deciso di estendere il lockdown fino al 30 aprile. Di fronte alla decisione di vietare ai cittadini di uscire, proprio molto di loro hanno risposto con tanto di avvocati, denunciando Whitmer. La sua colpa sarebbe quella di non aver rispettato il primo ed il quarto emendamento presente nella Costituzione che vige in America. Il problema non è stata la protesta in sé, il cui allarme sembrerebbe rientrato, quando le opinioni delle persone responsabili della rivolta. Molti infatti non vogliono minimamente sospendere la propria attività lavorativa, anche se questo è per evitare il contagio.

Le opinioni

Preferisco morire di coronavirus che vedere la mia impresa, che resiste da generazioni, scomparire”. Sono queste le parole di Justin Heyboer, titolare di una fattoria che da anni viene portata avanti dai membri della sua famiglia, ad Alto. Considerazioni del genere fanno chiaramente intendere che in Michigan non si è capita l’entità del problema e per alcuni cittadini è più importante l’economia piuttosto che salvarsi dal contagio.

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