Il poeta antifascista che lanciò 400 mila manifesti su Roma contro il regime fascista.
Il 3 ottobre del 1931 Lauro De Bosis, a bordo di un piccolo aereo acquistato poche settimane prima e con pochissime ore di scuola di volo, sorvola Roma e semina su Roma 400.000 manifestini antifascisti.
Non fece mai ritorno. Probabile che Pegaso, il nome con cui chiamò il suo destriero volante, rimase senza carburante e si inabissasse nel Tirreno.
Era nato nel 1901 figlio di Adolfo de Bosis e di Lilian Vernon.
Fu poeta e traduttore, Antigone di Sofocle, Prometeo incatenato di Eschilo e il Ramo d’oro di James Frazer.
Frequentò Gabriele D’Annunzio, Giovanni Pascoli, Benedetto Croce, Eleonora Duse.
Scrisse un dramma lirico l’Icaro dove attualizza la figura del figlio di Dedalo trasformandolo in simbolo della lotta per la libertà contro la tirannide di re Minosse. E qui una succosa curiosità: alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 quest’opera vinse la medaglia d’argento. Si, allora alle Olimpiadi c’erano anche competizioni artistico-letterarie.
Qui sono riportate 21 lettere, veri piccoli capolavori. Una su tutte è la sua ultima lettera scritta alla compagna Ruth Draper, celebre attrice americana.
E’ uno spaccato della nostra storia mai troppo ricordato. Non era un eroe, non c’è bisogno di eroi, non cercava la gloria o la fama. Il suo fu un gesto perché non ci si dimenticasse della libertà
«Il nuovo / mondo che sorge senza ceppi e senza / vincoli di muraglie e di frontiere uno ed uguale per gli uguali libero / per i liberi che accerchia le diverse genti sfatte dall'odio in una sola / azzurra patria, luminosa e immensa: il cielo, o Fedra, il cielo, ecco il mio regno!» (Lauro De Bosis, Icaro)
Ancora un grazie all’editore per la forma grafica della copertina. E’ un LIBRO SPEDIBILE, la copertina si trasforma in busta.