Decreto rave party: la nota dei discount italiani

Articolo umoristico tratto dal bollettino numero 2 della Newsletter umoristica

A pochi mesi dal Decreto legge contro i Rave party, ci sono le prime reazioni dal mondo economico. A parlare è Alvaro Palanca, presidente dell’Associazione dei Discount Italiani, che si esprime contro la linea dura dettata dal governo. Secondo il commendator Palanca, sarebbero a rischio 15 mila posti di lavoro nelle varie catene di discount italiani. Il divieto per i rave party ha portato ad una drastica diminuizione del consumo di birra e alcolici sottocosto, venduti nei banchetti dei raduni musicali abusivi.

Come per lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel

Secondo Palanca, è assurdo che la Lega si schieri contro la vendita di auto a benzina, diesel e Gpl dal 2035 per la ricaduta che questo divieto avrebbe sull’occupazione e non prenda, invece, in considerazione le conseguenze in termini economici del divieto di rave party. Si tratta di un pregiudizio ideologico e politico che porta la Lega a difendere discoteche e stabilimenti balneari ed ad avversare altre tipologie di attività di spettacolo lontane dal proprio bacino di voti.

A rischio migliaia di posti lavoro

Se il decreto dovesse persistere, continua Palanca, saremo costretti a licenziare migliaia di lavoratori e a chiudere qualche punto vendita nelle aree metropolitane. Il fenomeno dei rave party rappresenta una grossa fetta di mercato per i discount italiani che interessa quei giovani favorevoli all’occupazione ma che non riescono a trovare lavoro.

Quando parliamo di 15 mila lavoratori ci riferiamo solamente al settore dei discount. Nessuna valutazione è stata fatta sulla filiera della produzione della birra, dall’agricoltore che coltiva i cereali, alla trasformazione dei cereali in malti, mastribirrai, operai semplici, corrieri, assaggiatori, esperti di schiuma e coltivatori di luppolo.

Basta Mojito, prima la birra

L’invito che il presidente Palanca fa al Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è prima di tutto quello di non pubblicizzare cocktail stranieri e di promuovere delle buona birra italiana. E poi ci piacerebbe che ogni tanto frequentasse anche i rave party per rendersi conto di persona dell’importanza che questo tipo di manifestazioni rappresentano per l’economia, per lo svago e la libertà di potersi divertire come si vuole, tema molto caro alla destra italiana.

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