Il ruolo delle donne nella Resistenza al nazi-fascismo nel saggio storico edito da Red Star Press
Il ruolo delle donne nella Resistenza al fascismo nel saggio storico edito da Red Star Press.
Uno degli ultimi libri che ho letto parla di donne, lotte e Resistenza.
Edito dalla casa editrice indipendente Red Star Press, nata a Roma da un gruppo di lavoratori e lavoratrici che nel 2012 pubblica il primo libro dal titolo “Il libretto rosso della Resistenza”. I loro saggi e libri affrontano tematiche che vanno dalla storia, allo sport, alla musica, alla saggistica e alla controcultura.
In questi tempi in cui urge parlare di parità di genere, si moltiplicano finalmente narrazioni sul mondo femminile, in grado di dare spazio a voci che per troppo tempo sono state silenziate o talvolta deliberatamente dimenticate o narrate secondo stereotipi.
Resistenza femminile
Un fiore che non muore. La voce delle donne nella Resistenza italiana, a cura di Ilenia Rossini, già autrice di altre pubblicazioni su temi storici e sociali, è una vera perla. La copertina ritrae Ada Gobetti in Valsusa nel 1944. Con fucile e casco in testa Ada Gobetti è una delle più importanti e note protagoniste della Resistenza italiana. La lotta contro il nazifascismo è stata per lungo tempo una storia in cui le donne risultano voci isolate e parziali. Le donne della Resistenza vengono rappresentate nella maggior parte delle narrazioni come staffette e infermiere, limitando la loro partecipazione a un ruolo secondario e di supporto. Questo libro non solo smonta lo stereotipo delle donne pacifiche che non sanno usare le armi, ma va a colmare una enorme lacuna riportando testimonianze, biografie, manifesti, fotografie e documenti che raccontano la partecipazione femminile alla Resistenza.
È una storia collettiva in cui spiccano alcuni nomi: Rosi Romelli, Anna Maria Polo, detta Mara, Antonietta e Maria Struzzi, Prima Vespignani detta Nadia, Elsa Oliva, Viola Lageard, Livia Savorgnan, Ada Boiral, Teresa Vergalli, Piera e Rita Maria Galassi, Lisena Costi detta Kira, Giuseppina Venturini, Ines Versari, e tante tante altre.
Scardinare stereotipi
A partire dalle partigiane, ai Gruppi di difesa della donna (le cosiddette Gdd), patriote, vittime e fucilate, partecipanti ai Gap questo libro scardina una serie di stereotipi e sessismo e parla di donne che hanno rivestito una pluralità di mansioni.
Il tabù dell’uso delle armi e della lotta agìta da gruppi femminili si è espresso in alcuni problemi interpretativi che dopo la liberazione hanno portato a concepire ruoli molto diversi tra uomini e donne durante la Resistenza: di combattimento i primi, di cura le seconde.
In seguito al 25 aprile 1945 molte donne nemmeno provarono a chiedere la qualifica di partigiane, ad alcune fu impedito di partecipare alle manifestazioni, altre furono accettate solo con la fascia di infermiera. In breve tempo le loro azioni vennero gettate nel dimenticatoio.
“Le donne hanno dato alla Resistenza più di quanto essa abbia dato a loro.”
Tra azioni di sabotaggio e combattimenti questa narrazione getta una nuova luce sulla storia del Novecento andando a colmare un grande vuoto.