Due mie parole sul caso di Alfredo Cospito…

Una storia vera

Ci sono circa 54000 detenuti in Italia. 728 sono sottoposti al 41 bis, al cosiddetto carcere duro. Premetto che sono contrario a ogni forma di violenza. Premetto che non sono anarco-insurrezionalista.  Ora sono libero di dire la mia? Trovo eccessivo il carcere duro per Alfredo Cospito. Anzi lo trovo totalmente sbagliato, fuori luogo. Qualcuno dirà che le sentenze si rispettano, ma in una democrazia che si rispetti si possono pure commentare e valutare perché in questo mondo nessuno è depositario della verità assoluta e nessuno è Dio in terra. Se non fosse tutto vero, mi sembrerebbe una storia surreale inventata da qualche scrittore la triste vicenda di Cospito.

Le grandi perplessità

Al 41 bis sono sottoposti solo i boss mafiosi più pericolosi, più potenti e pluriomicidi. Ma ci sono tanti mafiosi assassini che non sono al 41 bis. La stragrande maggioranza. Mambro e Fioravanti, colpevoli della strage di Bologna e di altri omicidi secondo la Cassazione,  hanno fatto solo 15 anni di galera e non hanno mai fatto il carcere duro. Ci sono terroristi rossi e neri che si sono macchiati di reati ben più gravi di quelli di Cospito che non hanno mai fatto il carcere duro. Falcone aveva ideato il 41 bis per combattere la mafia, ma Cospito non è mafioso e, volenti o nolenti, non è neanche un omicida. Viene poi da chiedersi se sia legittimo il 41 bis oggi che la mafia non uccide e non è più così forte come negli anni ’90. Sorgono dei dubbi sulle garanzie costituzionali. E poi viene da chiedersi se non basti il carcere qualunque, dato che oggi siamo tutti noi cittadini sorvegliati, schedati, controllati (figuriamoci i detenuti)… Inoltre la giustizia giusta non è una punizione esemplare. Qualcuno dirà che lo Stato non deve cedere al ricatto, ma io posso affermare che neanche può perseverare con una decisione errata. A cosa è servito colpire col pugno di ferro? Se il fine ultimo del carcere duro era isolare Cospito  e renderlo innocuo, in realtà la magistratura ha sortito l’effetto contrario di crearne una vittima (si spera che non abbia creato un martire), di aver unito nella difesa dei diritti di Cospito una realtà frammentata e variegata come quella del mondo anarchico, di aver saldato gli anarchici con frange del movimento studentesco universitario, di aver creato un movimento di opinione di intellettuali contro il carcere duro.

I pericolosi “sovversivi” contro il carcere duro per Alfredo Cospito

E poi Luigi Manconi è forse un pericoloso anarco-insurrezionalista? È forse un estremista violento Piero Sansonetti? Eminenti magistrati e uomini di cultura hanno firmato un appello perché venisse interrotto il regime di carcere duro per Cospito. Sono forse dei pericolosi terroristi  i firmatari Massimo Cacciari, Gian Domenico Caiazza, don Luigi Ciotti, Gherardo Colombo, Elvio Fassone, Luigi Ferrajoli, Giovanni Maria Flick, Tomaso Montanari, Moni Ovadia, Livio Pepino, Nello Rossi? Viene da chiedersi se lo Stato possa essere così oppressivo, come col 41 bis. Uno Stato che si rispetti deve rispettare i detenuti, non deve minare la loro integrità psicofisica. La prigione in teoria dovrebbe essere rieducativa. Lo Stato dovrebbe tutelare la vita di tutti i detenuti. Non mi sembra assolutamente che ciò avvenga; men che mai nel caso Cospito. A ogni modo ci sono associazioni che non fanno che provare costantemente la durezza e la pesantezza delle condizioni delle carceri italiane, in cui si registra un alto tasso di suicidi da decenni. Figuriamoci le condizioni del 41 bis! E poi se Cospito ha attaccato il cuore dello Stato, quanti lo hanno fatto in modo peggiore e non si trovano al 41 bis? Ma qui viene da chiedersi se non sia il caso di smetterla definitivamente col carcere duro perché il carcere italiano ordinario è già troppo duro.

Cospito non è nemmeno Caino

Esiste un’associazione in difesa dei diritti dei carcerati che si chiama “Nessuno tocchi Caino”: in questo caso Cospito non è nemmeno Caino perché non ha ucciso nessuno. Qualcuno dirà che Alfredo Cospito non si è mai pentito e ha continuato imperterrito, ma lo Stato non può lasciarlo morire, deve lasciare la possibilità che lui si penta in un eventuale futuro. Ho la vaga impressione che all’opinione pubblica dia fastidio uno come Cospito che non sfugge alle sue responsabilità e colpe in un’Italia in cui tutti i farabutti si dichiarano sempre innocenti. Mi sembra che dia fastidio agli italiani questo anarco-insurrezionalista che rivendica ciò che ha commesso e non nasconde la mano. E poi mi chiedo se si possa davvero considerare “strage politica” (da quel che leggo sui giornali) un attentato, che non ha causato morti né feriti. Cerchiamo di valutare tutto con obiettività e senza emotività, senza dare addosso all’anarchico senza pietà. Cospito ha commesso certamente dei reati, ma non lo consideriamo più dannoso e più pericoloso secondo la legge italiana e l’ordine costituito di quello che effettivamente è stato. Se penso a tutti gli innocenti in galera, a tutti i colpevoli che fanno la bella vita liberi, a tutti quelli che beneficiano degli sconti di pena e hanno ammazzato, trovo davvero ingiusto il trattamento riservato a Cospito. 

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Nato nel 1972 a Pontedera. Laureato in psicologia. Collaboratore di testate giornalistiche online, blog culturali, riviste letterarie, case editrici. Si muove tra il pensiero libertario di B.Russell, di Chomsky, le idee liberali di Popper ed è per un'etica laica. Soprattutto un libero pensatore indipendente e naturalmente apartitico. All'atto pratico disoccupato.

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