Vorrei spendere solo due parole ulteriori sull’omicidio di Alika Ogorchukwu. La madre dell’assassino, che non sapeva che pesci prendere, ha dichiarato che suo figlio è malato perché è bipolare. Come ha dichiarato uno psichiatra: con queste dichiarazioni si crea uno stigma nei confronti delle persone bipolari. Il disturbo bipolare è comune ed è un disturbo dell’umore, riguarda persone che hanno alti e bassi nell’umore. Un tempo veniva chiamata psicosi maniaco-depressiva. Un tempo era classificata erroneamente come psicosi. Invece questo disturbo non pregiudica niente nella vita di tutti i giorni. Non causa condotte violente né comportamenti antisociali. Basta che la persona bipolare prenda uno stabilizzatore d’umore al giorno per essere equilibrato nell’umore. Ma essere bipolare non significa essere mentalmente disturbati né malati. Chi fa credere ciò compie un atto di ignoranza e/o di mistificazione della realtà. La madre non sapeva che dire probabilmente. Se l’omicida ha altri disturbi più gravi (e ci saranno pure, ma allora si specifichi bene) lo fa si faccia presente, altrimenti si taccia per sempre, ma non si imputi principalmente al disturbo bipolare la causa del delitto. Dispiace che anche molti giornali abbiano disinformato a riguardo e si siano prestati a dare troppo risalto a ciò che diceva la madre dell’omicida (che poi quale credibilità e attendibilità aveva?). Queste sono inesattezze gravi da parte dei giornalisti. Se questo omicidio fosse dovuto principalmente a disturbo mentale allora se solo una parte della responsabilità è attribuirsi all’omicida materiale, bisogna attribuire l’altra parte della responsabilità agli psichiatri, che non hanno riconosciuto la sua pericolosità sociale. E non venite a dirmi che non si poteva prevedere la sua aggressività! Forse allora la colpa sarebbe dell’imperizia e della scarsa competenza degli psichiatri. Se invece con gli strumenti diagnostici e con la psichiatria non si può prevedere un comportamento antisociale come questo non si facciano più fare le perizie psichiatriche e non si chiamino più gli psichiatri a dire la loro in tribunale. Dispiace che molti per il gusto di essere bastian contrari sostengano che questo omicidio non sia dovuto principalmente al razzismo e che non siano assolutamente da criticare coloro che hanno filmato ma non sono intervenuti. Personalmente penso che la cosa più sensata sia ritenere che se fosse stato un ambulante italiano non sarebbe stato neanche aggredito, così come ritengo che se fosse stato aggredito un ambulante italiano allora 3 o 4 persone sarebbero intervenute e avrebbero fermato l’energumeno. Scusate la mia stupidità e il mio ottimismo, ma io penso che sarebbero bastate due frasi da parte di una sola persona per fermare tutto e riportare alla ragione l’aggressore. Bastavano solo due frasi per fare opera efficace di convincimento. In quei 4 minuti, che ci sono voluti per ammazzare Alika, i presenti potevano fare molto di più e molto meglio. L’energumeno poi ha agito a mani nude. Sarà stato molto forte fisicamente, ma non era armato e ciò i presenti lo avevano notato. Che razza di società è mai questa in cui 3 o 4 persone in pochi istanti non riescono a percepire la gravità della situazione e non si mettono d’accordo istintivamente ed empaticamente per intervenire? Bisognava forse essere eroi per intervenire? Siamo arrivati a questo? E se non si poteva intervenire allora vuol dire che per costoro black lives matter non vuol dire nulla, non ha alcun significato; intervenire e non girarsi dall’altra parte significa assumersi certamente dei rischi, ma è prima di tutto una questione di coscienza. Vince la civiltà quando la coscienza ha la meglio sull’indifferenza e la paura. Se si pensa a tutte le complicazioni e a tutti i rischi che possono implicare l’intervento in aiuto di una persona in difficoltà allora si tolga il reato di omissione di soccorso. Se ci sono tanti problemi e tante difficoltà a intervenire allora che regni sovrana l’indifferenza. Se molti pensano che non si può giudicare chi non è intervenuto e che bisognava ritrovarsi in quella circostanza che senso ha più ormai il reato di omissione di soccorso? Allora eliminiamo questo reato. Il fatto è che prima ancora del razzismo in questo caso di cronaca nera è venuto meno il rispetto della dignità della persona e della vita altrui. Io posso nel mio intimo ritenermi superiore a una determinata categoria di persone (in questo caso sbaglierei), ma all’atto pratico devo rispettare la dignità della loro persona e della loro vita. Io posso odiare una determinata categoria di persone, ma all’atto pratico devo rispettare in tutti gli aspetti la loro dignità. Diciamocelo chiaramente: i pregiudizi ce li abbiamo tutti e ci vuole cultura per combatterli. Ma la cosa più importante è che l’odio non abbia il sopravvento sull’umanità, che non si manifesti in modo violento. Nel frattempo c’è stato un altro omicidio a Civitanova Marche. Hanno ammazzato un giovane tunisino. Forse un regolamento di conti. Comunque le cause sono ancora da accertare.
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