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La sublimazione
Per Cassirer l’uomo è un animale simbolico a prescindere. Ma per la psicanalisi come nasce ad esempio la creatività, soprattutto quella artistica? Per Freud il vero motore di tutto è la sublimazione, ovvero la possibilità di trasformare l’energia sessuale in pensiero, di far salire la libido, per così dire, dalla spina dorsale e farla convertire in creatività a livello cerebrale. Alcuni erroneamente ritennero per un pregiudizio diffuso fino a poco tempo fa che l’impulso sessuale maschile fosse superiore a quello femminile e perciò gli uomini fossero per questo motivo più creativi delle donne. A onor del vero la cultura ancora oggi considera le donne meno impulsive a livello sessuale, ma ciò non corrisponde al vero scientificamente. In realtà la vera ragione di una supremazia culturale degli uomini, ormai molto datata e molto antiquata (ci sono moltissime artiste oggi. Poi le donne scolasticamente hanno risultati assai migliori degli uomini), era dovuta soprattutto alla mancanza di possibilità di acculturarsi per la maggioranza delle donne, a una questione assai diffusa di socializzazione, a una concezione arcaica del ruolo della donna nella società, al maschilismo diffuso, alla mancanza di libertà femminile, alla disparità di trattamento tra uomini e donne, etc etc.
Per la Klein
Per la Klein la creatività scaturisce dalla posizione depressiva, come atto riparatorio e come meccanismo di compensazione dopo l’aggressività nei confronti della madre, tipica della posizione schizoparanoide. Il vero pensiero per gli psicoanalisti è dovuto alla riparazione dell’assenza del seno materno, dopo però aver avuto nei primi mesi di vita un ottimo rapporto con il seno materno. Un’obiezione di fondo è che per alcuni psicoanalisti solo gli individui sani, quelli con un vero Sé integrato, sono capaci di creare, mentre la storia della letteratura e dell’arte dimostrano esattamente il contrario e cioè che individui non solo nevrotici ma anche psicotici, che non solo persone con problemi psicologici ma anche con problemi psichiatrici sono perfettamente in grado di diventare grandi artisti, addirittura dei geni.
Per Bion
Per Bion il pensiero nasce dalla funzione alfa, ossia dalla capacità psichica e cognitiva di trasformare emozioni, angosce, elementi primordiali, arcaici, istintuali, atavici, pulsionali in epistemi, in conoscenza.
Per Winnicott
Riprendendo le teorie di Winnicott la creatività può essere intesa come un vero e proprio spazio transizionale tra io e mondo. Ma ogni canzoniere d’amore può essere inteso anche come un oggetto transizionale. Se in modo elementare l’oggetto transizionale può essere ad esempio una ciocca di capelli o un oggetto che fa da tramite tra la persona che soffre e il defunto, cioè che la mette in relazione simbolica con chi non c’è più, invece un’opera d’arte è una forma di elaborazione più complessa e articolata del lutto o comunque dell’assenza della persona amata.
Sull’eccessività passata della critica biografica e il dominio attuale delle neuroscienze…
Dispiace un poco che la creatività artistica non venga più indagata in modo psicoanalitico, studiando le relazioni oggettuali degli autori, per quanto per molto tempo ci sia stata troppa curiosità morbosa e troppa invadenza da parte dei cosiddetti critici biografici, sempre in cerca di scandali, indiscrezioni, che talvolta offuscavano la memoria di autori scomparsi, diffamandoli e contribuendo poco o nulla alla vera cultura. È altrettanto vero comunque che esiste un’altra scuola di pensiero, che non indaga nel vissuto e nell’emotività degli artisti, che studia solo il cervello umano. Negli ultimi tempi questa visione organica della creatività, totalmente locazionista dal punto di vista neuroanatomico, sta prendendo il sopravvento. Ma se un neuroscienziato può valutare l’area di Broca o il corpo calloso di un paziente, più equivoca e ambigua è una definizione della creatività artistica, oltre al fatto che così facendo viene eliminato non dico l’anima ma l’animo degli artisti. Per capire un minimo la creatività artistica ci vorrà pure la neuropsicologia, ma a questa come minimo si dovrebbe aggiungere anche la fenomenologia.