E se poi mi scoprono? Le donne e la sindrome dell’impostore

Una guida pratica che spiega che cos’è la sindrome dell’impostore e come combattere la cronica mancanza di autostima di cui soffre un numero altissimo di donne.

Il punto di vista delle autrici – Anne de Montarlot e Elisabeth Cadoche

Le due autrici del libro sono rispettivamente una psicoterapeuta e una giornalista: per questo motivo il saggio riesce a offrire punti di vista molteplici sulla sindrome dell’impostore. Il libro la analizza utilizzando da un lato le storie vere e i profili di alcune donne, dall’altro dati e ricerche da usare come riferimento. Entrambi gli aspetti permettono di costruire un quadro completo dell’argomento e del perché interessi in particolare le donne. Questo doppio approccio permette inoltre al lettore di capire in profondità la questione con un linguaggio semplice e immediato, alla portata di tutti.

E se poi mi scoprono? – i temi

La sindrome dell’impostore è stata teorizzata nel 1978 da Pauline Clance e Suzanne Imes. Non è categorizzata come disturbo psichico, ma si riferisce a una serie di difficoltà che si manifestano quando un individuo di trova a interiorizzare i propri successi. La sindrome dell’impostore è infatti un modo paralizzante di pensare e si nutre di paura e insicurezza. Si manifesta quando, in seguito a un successo in ambito professionale o personale, non siamo in grado di trovare in noi stessi le motivazioni che ci hanno portato a raggiungere quel traguardo. Il successo viene così imputato al caso, alla fortuna, all’errore di qualcuno. Questo accresce appunto la sensazione di disagio e impostura che ci coglie quando ci troviamo a pensare, come recita il titolo del libro: “E se poi mi scoprono?”.  

Più aumenta il successo, quindi, più si dubita di noi stessi. Si alimenta così un circolo vizioso fatto di paura, ansia e procrastinazione. Si combinano l’autocritica e l’insicurezza con la paura di fallire, e si comincia a oscillare pericolosamente tra un superlavoro e il tentativo di procrastinare gli impegni più importanti. Le conseguenze sono spesso burnout, sensazione di paralisi, perdita di interesse per il proprio lavoro o i propri progetti. In poche parole, non si è in grado di apprezzare i propri successi.  

Le donne e la sindrome dell’impostore

E se poi mi scoprono? Analizza come storicamente e socialmente la sindrome dell’impostore colpisca maggiormente le donne rispetto agli uomini. Da sempre infatti le conquiste in ambito professionale sono più difficili per il sesso femminile (pensiamo anche solo all’esiguo numero di donne in posizione di leadership nelle grandi aziende). Le donne hanno storicamente sempre dovuto dimostrare che il posto che occupano è legittimo: la sindome dell’impostore non è che uno degli innumerevoli effetti di questo fenomeno. Se le donne non hanno fiducia in sé stesse, infatti, è una questione legata non solo alla storia, ma alle pressioni sociali, al linguaggio, alla famiglia e alle convenzioni.
Nel corso del libro si raccontano le storie di molte di donne di età, provenienza e posizione sociale diverse. In molti casi le difficoltà nascono dal dover conciliare diversi ruoli (madre, business woman, moglie, amante), in altri da retaggi familiari o ancora dalle convenzioni che la società impone. Il risultato però è sempre lo stesso: le donne tendono più degli uomini a dubitare di sé stesse e delle proprie possibilità. ⠀

Struttura e stile di “E se poi mi scoprono?”

Questo libro è strutturato in diversi capitoli tematici che contengono una parte teorica e sono poi correlati da alcuni esempi pratici (storie di donne che hanno dovuto affrontare difficoltà in un’area specifica della loro vita) e da una serie di consigli pratici. Nei consigli trovano spazio sia vere e proprie liste di risorse (altri libri, ma anche film e canzoni), ma anche suggerimenti per migliorare la propria autostima passo dopo passo.

Alcuni dei suggerimenti sono molto pratici (per esempio stilare delle liste dei nostri traguardi raggiunti, dei nostri punti di forza, ma anche smettere di paragonarsi agli altri e trattare noi stessi con maggiore benevolenza) e invitano il lettore a mettere subito in campo delle risorse per migliorare la propria situazione. L’autostima, infatti, come ci spiegano le autrici, per fortuna è malleabile e può cambiare insieme a noi. La buona notizia? Storicamente nelle donne l’autostima migliora con l’età.

Circondarsi di persone positive

Uno degli aspetti chiave su cui si concentra il libro è non solo cambiare i propri comportamenti, ma circondarsi anche delle persone giuste. Da un lato infatti, può essere utile avere intorno a noi delle donne che possano fungere da modello a cui ispirarci. Questo potrà mitigare un eventuale senso di rivalità con le altre donne e spingerci a diventare la versione migliore di noi stesse anche nel tentativo di emulare un esempio positivo. Dall’altro è importante circondarci di persone che credono in noi e che si rivolgono a noi con uno sguardo positivo. Attraverso i loro occhi, infatti, riusciremo a vedere del buono anche in noi stessi.

Consigliato a…

A chiunque stia affrontando un momento di difficoltà nella propria vita, a chi non riesce a valorizzarsi, e ha bisogno di una iniezione di autostima. Consigliato anche a chi voglia farsi un’idea della complessità del ruolo e delle aspettative nei confronti delle donne nella società, e a chi è interessato alle storie di donne di successo che nascondono insicurezze dietro la facciata.

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