Essere contro tra condizionamenti e conformismo…

Per andare contro qualcosa o contro qualcuno bisogna essere veramente contro. Ma chi ha più la forza di essere veramente contro al mondo d’oggi? Per essere veramente contro bisognerebbe essere contro il mainstream e il  Masscult, contro il pensiero unico dominante omologatore e contro la massa uniformante, anonima, spersonalizzante. Pasolini era contro la maggioranza (cioè contro la Dc), ma era anche all’opposizione dell’opposizione (cioè contro il Pci di allora). Essere contro comporta anche dei rischi perché il potere fa sempre la sua lotta contro gli eretici, mette alla gogna oppure mette ai margini gli oppositori. Ricordo che l’etimologia di eretico è colui che sceglie. Essere con invece significa farsi cullare dolcemente, è comodo, confortevole, rassicurante. Chi è con ha dei vantaggi, dei benefit.  La vera democrazia è quella che tutela e garantisce il diritto di essere contro. Già una persona che si dimostra contro privatamente, dicendo ad amici e conoscenti quanto le fanno schifo politici, personaggi televisivi, programmi televisivi, influencer viene vista e considerata male, viene criticata e biasimata. Mettiamo che io parli male di alcuni cantanti o di alcune showgirl che vengono idolatrate dalle folle, seppur privatamente, ebbene nessuno mi nega questa libertà individuale, anche se la maggioranza delle persone mi considererà in modo negativo. Se sei contro il sistema passi per essere un intellettualoide  astruso e per niente intelligente. Qualcuno sostiene che il sistema si combatte dall’interno e questa è la giustificazione per molti intellettuali e molti poeti per accettare di buona lena l’invito a partecipare a quella trasmissione televisiva di grido o a fare quell’ospitata televisiva.  Ma il problema non è tanto presenziare in quei salotti televisivi. Il problema è che viene riconosciuta loro un’importanza che non hanno. Certi poeti, filosofi, intellettuali mi sembrano tutti o quasi dei cagnolini ammaestrati e docili nel piccolo schermo. Ma in fondo cosa non si fa per vendere delle copie in più? Magari ci si improvvisa dei piccoli clown, che non fanno ridere ma solo piangere. Cosa non si fa per entrare in punta di piedi e molto marginalmente nel sancta sanctorum della televisione? Alcuni pensano di essere contro e in realtà partecipano a quello vero io chiamo  conformismo dell’anticonformismo. È difficilissimo, quasi impossibile essere totalmente contro. Per essere contro bisognerebbe avere la mente non inquinata dai miti e dalle icone consumistiche, capitalistiche. Per essere contro bisognerebbe avere la coscienza pulita e la buona volontà di mantenerla tale. Per essere contro bisognerebbe essere alieni da ogni compromesso, dimostrando rigore morale impeccabile. Nessuno può essere veramente contro il sistema, fatte queste premesse. Innanzitutto per essere contro un intellettuale dovrebbe de-programmare la sua mente dai messaggi subliminali, dagli status symbol e da ogni tipo di condizionamento, sia classico che operante, che gli ha propinato il potere fin dalla tenera età. Nessuno può essere veramente contro perché una buona parte del suo inconscio è colonizzato fin dall’infanzia dal potere. E l’inconscio è potente, governa le nostre scelte, influenza le nostre vite. Di solito gli artisti per essere veramente contro devono essere contro la propria famiglia d’origine, contro la propria classe sociale (molto spesso borghese o piccoloborghese), contro la persona amata, essere addirittura contro sé stessi perché devono riconoscere il conformismo, i luoghi comuni, la sottocultura presente nei propri cari e anche in loro stessi. Ne vale la pena dare tutto di sé per avere pochissimo economicamente, per lasciare un’opera artistica che non resterà ai posteri, per essere in conflitto tutta la vita con sé stessi e con i propri familiari? Tutto ciò  mi ricorda una poesia de “Nel magma” di Luzi, intitolata “Bureau”, in cui una persona si erge a giudice nei confronti del grande poeta e gli rinfaccia di sacrificare tutto di sé stesso e del loro prossimo, “accecato da una presunzione d’arte”. Vale la pena immolare sè stessi e la propria vita sull’altare dell’arte? Probabilmente tutto è vano e tutto è vanità.  Che poi, ammesso e non concesso, che un artista riesca veramente a essere contro il sistema, sarebbe sempre una rarità, addirittura un’eccezione e perciò ininfluente. Lo sforzo sarebbe inutile perché la lotta è impari. Di nuovo e ancora: per essere contro il sistema bisogna essere fuori dall’ottica del sistema e noi ne siamo parte integrante fin da bambini. Chi ha perciò sia la forza che la capacità di essere contro? Bisognerebbe scegliere se integrarsi o rimanere fedeli ai nostri principi, alle nostre idee (ma “nessun uomo è forte come le sue idee”, scriveva Bukowski). Ci sono anche artisti che impazziscono perché disadattati. A questo proposito fondamentale sarebbe essere pazzi non come vogliono gli altri, ma come vogliamo noi stessi, come scrive Palazzeschi ne “Il codice di Perelà”. 

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Nato nel 1972 a Pontedera. Laureato in psicologia. Collaboratore di testate giornalistiche online, blog culturali, riviste letterarie, case editrici. Si muove tra il pensiero libertario di B.Russell, di Chomsky, le idee liberali di Popper ed è per un'etica laica. Soprattutto un libero pensatore indipendente e naturalmente apartitico. All'atto pratico disoccupato.

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