Il razzismo fa da sfondo alle democrazie capitalistiche e viene opportunamente e opportunisticamente, tirato fuori quando i temi delle crisi cicliche del capitale necessitano di trovare un nemico al fine di mantenere lo status quo, andando a coprire il tema più ampio e andando anche a sopprimere ogni moto di cambiamento del potere consolidato di ceti-classi, differenziazione sessuale, differenziazione razziale strumentalizzata a fini di controllo e di repressione.
Infatti storicamente viviamo questa tendenza sempre, il nazismo ne è esempio, i populismi che attribuiscono la colpa della crisi economica agli spostamenti delle persone sono un refrain costante ma opportunamente tirato fuori quando fa comodo al potere per mantenere la sua poltrona.
Il capro espiatorio è tradizione monoteistica, ma prima lo era dei paganesimi, dai quali i monoteismi hanno rubato. I paganesimi erano sempre gerarchizzati nelle società stratificate socialmente, e misogine, basti pensare ai ginecei, dai quali le donne non potevano uscire, o alle aree delle chiese riservate solo alle donne, oggi ci stupiamo di come gli stadi vengano chiusi alla presenza femminile, ma agli inizi del 900 in Italia le donne non votavano, ed era costume diffuso che non esprimessero la loro opinione, ma guardarsi in faccia è doloroso, e pensare che è possibile tornare indietro se un potere percepisce la libertà d’espressione femminile o di una classe geografica di individui come una minaccia, è qualcosa che la maggior parte di donne e uomini non intende vedere perché dovrebbe vedere se stesse/i internamente in ciò che a forza gli hanno insegnato sin da quando si è bambini.