Gaza, l’Onu condanna i “crimini di guerra” di Israele

di Carlo M. Miele
Osservatorio Iraq, 16 settembre 2009

“Gravi violazioni del diritto internazionale”, “attacchi deliberatamente sproporzionati e volti a punire, umiliare e terrorizzare la popolazione civile”, “crimini di guerra e contro l’umanità”.

Sono alcune delle espressioni usate dalla commissione di inchiesta dalle Nazioni Unite per descrivere quanto avvenuto nel corso della cosiddetta operazione “Piombo fuso”, l’offensiva militare condotta da Tel Aviv nel gennaio scorso.

L’indagine – durata cinque mesi e presentata ieri a New York dal presidente della commissione, il magistrato sudafricano Richard Goldstone – mette sul banco degli imputati Israele, responsabile di avere preso di mira “l’intero popolo di Gaza”.

Accuse anche per i miliziani palestinesi, che nel lanciare razzi contro lo Strato ebraico “non hanno fatto distinzioni fra gli obiettivi militari e la popolazione civile”.

Crimini “provati”

Stando al rapporto, nelle tre settimane di offensiva a Gaza (dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009) Israele ha fatto deliberatamente “un uso della forza sproporzionato”.

La commissione Onu afferma di aver trovato delle prove che “indicano che Israele durante il conflitto a Gaza ha commesso gravi violazioni del diritto internazionale e della legislazione sui diritti umani”.

Le operazioni militari israeliane, costate la vita a oltre 1400 palestinesi, “sono state pianificate con attenzione in tutte le loro fasi come attacchi deliberatamente sproporzionati e volti a punire, umiliare e terrorizzare la popolazione civile”.

Di fatto Tel Aviv ha “commesso azioni equivalenti a crimini di guerra e – talvolta – a crimini contro l’umanità”, che hanno preso di mira “l’intero popolo di Gaza”.

Nel documento Onu non manca una condanna per il lancio di razzi in territorio israeliano da parte dei militanti palestinesi.

Il rapporto spiega che “lanciando missili e sparando colpi di mortaio sul sud di Israele, i gruppi armati palestinesi non hanno fatto distinzioni fra gli obiettivi militari e la popolazione civile” e “senza un obiettivo militare, essi costituiscono un deliberato attacco contro la popolazione civile”.

Rapporto “di parte”

Sia Israele che Hamas hanno criticato duramente le conclusioni della commissione guidata da Goldstone.

Con una nota ufficiale, lo Stato ebraico ha accusato il magistrato di avere “scritto un capitolo vergognoso nella storia del diritto internazionale e del diritto dei popoli sull’autodifesa”, limitandosi “a raccogliere testimonianze false o unilaterali contro Israele”.

Successivamente, il portavoce del ministero degli Esteri Yigal Palmor ha definito il rapporto “scandaloso, estremista e del tutto sganciato dalla realtà”.

Toni duri anche da parte del movimento islamico che controlla Gaza. Il dirigente del partito, Ismail Radwan, ha parlato di “un rapporto politico, parziale e disonesto, perché mette sullo stesso piano coloro che commettono crimini di guerra e coloro che resistono”.

A difendere il documento, tuttavia, ci ha pensato lo stesso Goldstone, che in una conferenza stampa ha respinto le accuse antisemitismo mossegli dagli ambienti ebraici più radicali e ha sottolineato invece la sua “indipendenza”.

L’affidabilità del rapporto Onu, del resto, è stata ribadita da più parti. Secondo Tim Franks, analista della Bbc e corrispondente da Gerusalemme, quello presentato ieri è il documento più approfondito sui fatti di Gaza (575 pagine basate su 188 interviste, oltre 10mila pagine di documenti e 1.200 fotografie) e gode della garanzia fornita dall’autorevolezza dello stesso Goldstone.

Corte internazionale e Consiglio di sicurezza

Il rapporto della commissione Onu adesso potrebbe finire sul tavolo della Corte penale internazionale (Cpi) e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Nella conferenza di ieri Goldstone ha chiesto che il pubblico ministero del tribunale dell’Aja, l’argentino Luis Moreno-Ocampo, esamini il dossier “il più rapidamente possibile”.

L’organizzazioni per i diritti umani Amnesty International (Ai) ha sollecitato invece il coinvolgimento del massimo organo decisionale delle Nazioni Unite. “Il Consiglio per i diritti umani dovrebbe approvare questo rapporto e le sue raccomandazioni e chiedere al segretario generale dell’Onu di trasmetterlo al Consiglio di sicurezza”, ha detto Donatella Rovera, responsabile di Ai e autrice a sua volta di un’inchiesta sull’offensiva di Gaza.

(fonte: Bbc News, Ansa, Agence France Presse)

 

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