La Gira Zapatista è arrivata alle Isole azzorre, in Europa. Ma chi sono gli zapatisti?
Chi sono gli zapatisti?
Il zapatismo è un movimento di liberazione messicano. Si ispira ad Emiliano Zapata che con il suo Esercito di Liberazione del Sud contrastò nel 1910 per un decennio il potere dei latifondisti e redistribuì la terra tra i contadini. Nel 1994 il movimento zapatista si è riorganizzato nell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) riuscendo a prendere il controllo del Chiapas, nel Sud del Messico, dove i municipi vengono governati in un sistema di democrazia diretta da Giunte del Buon Governo.
La Gira Zapatista in Europa
Nel ventisettesimo anniversario della rivoluzione zapatista in Messico, l’EZLN decide di affrontare un viaggio in Europa. Scopo del viaggio è quello di incontrare, per tutta l’estate fino all’autunno, individui e collettivi che lottano contro il capitalismo e contro il sistema che sfrutta, discrimina e soffoca le differenze tra gli uomini. La libertà e l’uguaglianza sono i principali fari del percorso politico autonomista ed agrario del zapatismo.
Il comunicato dell’arrivo alle Isole Azzorre
11 giugno 2021. (Nota: calendario e ora nella geografia del Messico).
Con il suo faccino incipriato, ridisegnato e il ponte pulito, le vele furono risistemate -dopo aver lasciato Cienfuegos, Cuba-, il 16 maggio La Montaña si diresse verso est. Costeggiò la spiaggia di Las Coloradas e, con la Sierra Maestra alla sua sinistra, fu nuovamente accompagnata dai delfini convocati da Durito Stahlkäfer, che imprecarono quando passarono l’aberrazione americana a Guantanamo. Davanti ad Haiti, le balene hanno salutato il suo passaggio, e sull’isola di Tortuga, Durito e il Gatto-Cane sono sbarcati rivendicando qualcosa sul tesoro sepolto… o di essere sepolti. A sostegno della squadra di supporto, Lupita, Ximena e Bernal hanno fatto un gesto fraterno, anche se penso che avrebbero preferito sostenere in un altro modo. A Punta Rucia, Repubblica Dominicana, La Montaña è rimasta tranquilla e cauta, a causa dei forti venti contrari. Il 24 maggio, all’alba e a vele spiegate (“per non spaventare il vento”, disse il capitano Ludwig), La Montaña si diresse a nord. Ora erano le orche che salutavano La Montaña salutando le acque dei Caraibi. Tra il 25 e il 26 maggio, la nave schizofrenica – lui crede sia una lei ed è una montagna -, aggirò le Bahamas e il 27 maggio si diresse verso Nordest, già in mare aperto, Duc in Altum.
Il 4 giugno, quando il cosiddetto Triangolo delle Bermuda era già stato combattuto, la barca e il suo prezioso equipaggio affrontarono il sole che incombeva ad est. Tra il 5 e il 9 giugno, salparono dove la leggenda colloca la superba Atlantide.
Erano le 22:10:15 del 10 giugno quando, tra le nebbie europee del primo mattino, dall’alto del belvedere di La Montaña potevamo vedere la montagna gemella, Cabeço Gordo, sull’isola di Faial dell’arcipelago delle Azzorre, un’isola autonoma regione geografica chiamata Portogallo, in Europa.
Sarebbero le 02:30:45 dell’11 giugno quando il panorama, “a due passi” dalle rive del porto di Horta, inumidì gli occhi della nave e dell’equipaggio. Sulle montagne delle Azzorre erano le 07:30 del mattino di questo giorno. Sarebbero le 03:45:13 quando un motoscafo dell’autorità portuale di Horta si avvicinò a La Montaña per indicare dove si sarebbe ancorato. Sarebbero state le 04:15:33 quando la nave si sarebbe ancorata davanti alle altre montagne. Sarebbero le 08:23:54 quando la barca della Capitaneria di porto ha prelevato l’equipaggio da La Montaña e li ha portati a terra per i test Covid PCR, e li ha riportati alla nave in attesa dei risultati. In ogni momento l'”Autoridade Maritima”, nel porto di Horta, si è comportata con gentilezza e rispetto.
L’equipaggio, passeggeri compresi, gode di ottima salute, «animato e felice, senza litigi, pettegolezzi o risse. (In Squadra 421) si prendono cura l’uno dell’altro”.
Questo è il momento di riferire chi altro, a parte l’equipaggio della Stahlratte e lo Squadrone Zapatista 421, ha navigato in questo tratto. Per documentare il viaggio per mare, vai da María Secco, filmmaker-fotografa freelance, e Diego Enrique Osorno, reporter freelance. Javier Elorriaga va come squadra di supporto per la delegazione zapatista.
Secondo gli usi e costumi zapatisti, queste 3 persone dovevano, oltre a coprire le loro spese, presentare l’autorizzazione scritta delle loro famiglie, partner e figli. Entrambe le lettere sono state consegnate al subcomandante Insurgente Moisés. Mariti, mariti, madri, figli e figlie hanno scritto e firmato le autorizzazioni di propria mano. Dovevo leggerle. C’è di tutto, dalle riflessioni filosofiche ai disegni dei bambini, alla richiesta attenta di una ragazza di portarle una balena. Nessuno ha chiesto coleotteri o cani-gatto, il che non so se è un affronto o un sollievo. Nelle lettere dei bambini si vede l’orgoglio che il padre o la madre dipendessero dal loro permesso (il classico zapatista: “le anatre sparano ai fucili”). Immagino che avrai già l’opportunità di conoscere gli sguardi di María e Diego, i loro aneddoti, le riflessioni e l’apprezzamento della loro partecipazione “in prima fila” (entrambi fanno a quella del cinema) in questo delirio. Altri look sono sempre i benvenuti e rinfrescanti.
Quando la notizia è stata diffusa tra le montagne del sudest messicano, le comunità zapatiste hanno inviato un messaggio all’equipaggio della Stahlratte, tramite il loro capitano: “Grazie, siete chingones”. Stanno ancora cercando di tradurlo in tedesco.
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Per riflettere: il motto delle Azzorre è “Antes morrer livres que em paz sujeitos” (Piuttosto morire liberi che schiavi in pace).
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In lontananza, ad oriente, le colonne d’Ercole -che ai loro tempi erano il limite del mondo conosciuto-, guardavano con stupore un monte che giunge navigando da ponente.
In fede.
SupGaleano.
11 giugno 2021.