Secondo alcuni esperti, in particolare secondo Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro e anche professore di Anatomia patologia presso l’Università di Siena, a quanto pare il Sud Italia sarebbe protetto dal Coronavirus o comunque meno propenso a contagiarsi, a causa di un fattore genetico e anche ambientale.
L’ipotesi di Giordano
Antonio Giordano è un esperto di anatomia patologica e studiando diversi dati riguardo i contagi da Coronavirus, ha cercato di trovare una spiegazione al fatto che in Nord Italia vi siano stati tantissimi contagi, ma al Sud molto meno. La ragione potrebbe risiedere, secondo lo studioso, proprio nei geni e anche in alcuni fattori ambientali. Secondo lui infatti molti del Sud potrebbero avere una difesa genetica maggiore, che li rende più forti e quindi molto meno propensi a contagiarsi. Sebbene molti meridionali si siano spostati già da anni al Nord, il loro patrimonio genetico potrebbe proteggerli lo stesso. I settentrionali invece sarebbero più deboli, dal punto di vista dei geni. Si tratta di una tesi da dimostrare, ma secondo Giordano ci sono già delle basi scientifiche che possono verificarla.
L’inquinamento
Secondo Giordano, ma soprattutto secondo altri esperti, quello genetico non è l’unico fattore che inciderebbe sul contagio, ma ci sarebbe anche quello ambientale. Il fatto che in Lombardia ci siano stati e ci siano ancora numerosi contagi, potrebbe anche riconducibile all’inquinamento presente nell’aria. In effetti anche in Cina mesi fa c’era stato il problema dell’inquinamento, problema che si è ridotto solo in parte, per via del lockdown. Nel Paese asiatico infatti già mesi fa la popolazione era costretta a girare con le mascherine per proteggersi dalle particelle inquinanti. Proprio la Cina è stato il primo Paese a contrarre il virus, anche se tutte queste rimangono sempre ipotesi da dimostrare. Si deve quindi attendere una conferma che possa accertare il tutto.