Indice dei contenuti
Viviamo in tempi pazzi, come si suol dire. Guerre, crisi climatica, economia allo sfascio… Ognuno cerca rifugio dove e come può. È proprio uno di questi “rifugi” che Stefano De Matteis analizza nel suo libro. Ma, come dice il titolo, Gli sciamani non ci salveranno…
Stefano De Matteis – l’autore
Scrittore di saggi piuttosto prolifico, Stefano De Matteis insegna antropologia culturale all’Università degli Studi Roma Tre. I suoi campi di ricerca si concentrano principalmente sulla ritualità, sulla devozione, sulle tradizioni popolari.
Ha fondato la casa editrice L’ancora del Mediterraneo dove ha pubblicato saggi e racconti di Gustaw Herling, uno dei più grandi scrittori polacchi del XX secolo noto.
Gli sciamani non ci salveranno è la sua ultima opera.
Gli sciamani non ci salveranno – il tema nel titolo
È sempre un piacere quando i titoli dei libri non sono ad effetto ma sono coerenti col contenuto. Quando poi le due condizioni coincidono lo è ancora di più.
Di cosa parla questo saggio? Di persone che si sentono smarrite, che cercano un aiuto per affrontare la realtà, e che cercandolo si rivolgono a figure del passato rivisitate in chiave moderna.
Come però il titolo ci anticipa questa non può essere la soluzione, è solo una delle alternative più veloci e a portata di mano tra quelle che ci vengono offerte. Ma cos’è che ci spinge in questa direzione?
Falsi sciamani
Tutti noi ci ricordiamo dell’assalto al Congresso americano del gennaio del 2021 ad opera di un gruppo di sostenitori di Donald Trump, e tutti noi ci ricordiamo del più folkloristico di loro: Jake Angeli, il tizio vestito da vichingo con il volto dipinto a stelle e strisce che si fa chiamare “lo sciamano”.
Gli sciamani non ci salveranno inizia proprio da lui, un seguace di QAnon, che si appropria di una filosofia (quella nativa) della quale ha una conoscenza parziale, filtrata dalla visione del mondo occidentale, per usarla per i suoi scopi.
Quali sono i suoi scopi? Per capirlo va spiegato perché un personaggio come lui, e come lui anche tanti altri, si è rivolto proprio al mondo dei nativi americani.
Il pensiero nativo porta con sé, al di là degli effettivi contenuti, l’idea del ritorno alle origini, a un’autenticità perduta, a un tempo in cui l’uomo e il mondo avevano un rapporto più stretto.
Sembra assurdo che proprio un sostenitore di Trump si presenti come uno sciamano, ma se si ripensa a quanto dicevamo poco sopra in realtà è comprensibile. Il voler tornare a un passato in cui le cose erano migliori dovrebbe far suonare più di un campanello.
Chi sono davvero gli sciamani?
La risposta a questa domanda non è né facile né banale. Nel libro, De Matteis ci riporta tre esempi positivi: Davi Kopenawa, Black Elk (da noi conosciuto come Alce Nero) e Tamati Ranapiri.
Iniziamo dal primo. Oltre ad essere, ovviamente, un importante sciamano, Davi Kopenawa è leader e portavoce degli Yanomami, un popolo originario del Brasile, e negli anni si è sempre battuto per la salvaguardia della foresta amazzonica e per i diritti delle popolazioni indigene.
Black Elk, Alce Nero, chi non lo conosce? È forse il più famoso sciamano della storia, sicuramente è stato il più influente, così influente che addirittura la chiesa cattolica lo ha proposto per la santità… Sorpresi? Non dovreste, Black Elk in effetti si era convertito. Non pensiate, però, che abbia rinnegato tutto il resto: Black Elk ha visto i punti di contatto delle due religioni, e ha puntato su quelli.
Ultimo, ma non certo per importanza, Tamati Ranapiri. Questa è la figura con cui il libro si chiude e che, in un certo senso, ne dà la soluzione. Il saggio maori ci fornisce una lezione preziosa, che però in occidente è non solo non ascoltata, ma è proprio sconosciuta. Una lezione che parla di dono disinteressato, di reciprocità, di responsabilità. Natura come responsabilità sia collettiva che individuale: attenzione, cura, gratuità nel senso di azioni scevre dall’interesse…
Ecco chi sono i veri sciamani.
Conclusioni
Leggere antropologia è sempre un’avventura, ci permette di partire in viaggi di scoperta e indagine non solo del nostro mondo, ma i noi stessi.
Ho avuto modo di capire alcune delle dinamiche che stanno dietro ai famigerati libri di auto-aiuto, ai sedicenti corsi di yoga new age e simili, a pratiche antiche riprese e trasformate per essere messe sul mercato.
Soprattutto, ho scoperto figure interessanti e positive, delle quali si sente purtroppo parlare troppo poco. Spero che questa assolutamente giustificata ondata di interesse per l’ecologia contribuisca a portarle sempre più in primo piano, in modo che le loro parole possano arrivare sempre più lontano.