Le proteste a Hong Kong erano iniziate già prima di marzo 2020, ma a causa del lockdown più ferreo che il Governo cinese aveva imposto, si erano bloccate, per riprendere poi il 26 aprile. Dopo quel giorno, in cui erano intervenute diverse pattuglie di polizia locale, ieri, domenica 10 Maggio 2020, la situazione è stata ancora più violenta.
Hong Kong: cos’è successo
Non accadeva dal 26 aprile 2020, quando un gruppo di ribelli aveva cercato di svolgere una manifestazione per cercare di protestare contro le misure adottate contro il Coronavirus, giudicate troppo ferree, anche perché in quel mese ormai i contagi erano pari a zero.
Dopo che quell’episodio era stato risolto e tutto era tornato alla normalità, proprio ieri, domenica 10 maggio 2020, una nuova protesta si è accesa tra le strade della città. Il punto è che questa volta è stata molto meno pacifica e sono state arrestate più di 250 persone, da parte della polizia locale. Quest’ultima inoltre ha dovuto anche utilizzare le misure forti, per cercare di ripristinare l’equilibrio.
I motivi
I cittadini non sono d’accordo con numerose decisioni che il Governo locale ha messo in atto, come ad esempio le continue misure contro il Coronavirus, ma anche il fatto che ora in politica hanno preso sempre più potere alcuni partiti che tendono a dimenticare la democrazia. Hong Kong infatti mira ad ottenere sempre più indipendenza dall’amministrazione centrale cinese. Per ora il problema sembra essersi risolto con l’arresto di numerosi civili, ma di certo non si sono risolti in questo modo i problemi in questione: il malcontento e la mancanza di democrazia.