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Il genere horror è tra quelli più bistrattati del panorama letterario, quindi agli esordienti che decidono di cimentarvisi va un plauso particolare. I racconti nella scatola, pur con uno stile ancora piuttosto acerbo, rende giustizia all’orrore e ai suoi predecessori.
Valerio Catalli – l’autore
Valerio Catalli è un aspirante scrittore di 24 anni. Oltre a I racconti nella scatola, ha alle spalle un’altra pubblicazione, sempre in self publishing per IlMioLibro: Verità parallele, un romanzo fantascientifico che potete trovare a questo link https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/fantascienza/386657/verit-parallele/
In rete non si trovano molte informazioni sull’autore purtroppo, ma lo stesso è contattarle facilmente sui suoi profili social.
I racconti nella scatola – la trama
La raccolta di racconti, ognuno dei quali pir essendo autoconclusivo è in qualche modo collegato agli altri, forma una sorta di anello, di cerchio, che si apre e si chiude con il prologo e la conclusione. Questi due capitoli, il principio e la fine, rivestono il ruolo di cornice nella quale i dieci racconti si inseriscono. Saranno loro a fornire il contesto e la chiave di lettura.
Un’astronave alla deriva nello spazio, l’ultimo dei suoi occupanti rimasto in vita, una strana scatola piena di strani scritti: così comincia il libro. Sono gli scritti trovati in quella scatola a costituire i racconti della raccolta, ed è attraverso di essi che il lettore vede dipanarsi davanti ai suoi occhi l’orrendo destino del genere umano.
Lo stile
L’autore non è nuovo al genere horror, e si avverte subito. La sua preparazione in merito è partita dai grandi maestri che hanno molto influenzato la sua scrittura.
Primo fra tutti si riconosce Lovecraft, per le ambientazioni e l’atmosfera: pericoli provenienti da mondi remoti, l’ignoto che avanza, la tortura del non sapere.
lo stesso autore ricorda poi, tra i suoi ispiratori, E. A. Poe, A. Derleth e A. Machen.
Purtroppo, però, la lettura è abbastanza penalizzata da una revisione del testo approssimativa. Una punteggiatura imprecisa e un’impaginazione non costante rallentano e distraggono. Sono i rischi del self publishing, quando cioè l’autore deve fare da solo il lavoro che in genere viene svolto da una squadra.
Conclusioni
Fa sempre piacere quando un nuovo scrittore si ascrive tra gli autori di un genere così particolare e poco praticato. Spero che Valerio Catalli continui su questa strada e che, col tempo, acquisisca sempre maggior padronanza e sicurezza dei suoi mezzi, in modo da regalare al panorama italiano altre opere horror.