Video di una conferenza del Prof. Franco Berrino, oncologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e convinto assertore della prevenzione dei tumori attraverso l’alimentazione.
Cosa dovrebbe mangiare un bambino? E cosa non dovrebbe mangiare? Ce lo spiega il Prof. Berrino in questa conferenza in cui, come sempre, in cui riporta fonti attendibilissime e i suoi lunghi e autorevoli studi.
Il professore ci spiega subito che bevande zuccherate e frequentazione di fast food, insieme al tempo trascorso davanti alla tv, concorrono all’obesità nei bambini. Mentre attività fisica e cibi non raffinati riducono il rischio di diventare obesi. Riporta poi una statistica del 2010 secondo cui metà dei bambini ogni giorno consuma bevande zuccherate e metà dei bambini ha il televisore in camera, entrambe cause dell’obesità infantile.
Cita uno studio in particolare, pubblicato il 17 febbraio del 2001, che per primo inaugura una lunga serie di studi che dimostrano effettivamente la correlazione tra l’alimentazione e il cancro, dimostrando le cause alimentari del cancro.
Un’osservazione prospettica sulle abitudini alimentari dei lavoratori della sanità, seguiti da 30 anni, dimostra quali cibi influenzano maggiormente il cambiamento di peso.
Per ogni porzione di cibo, quelli che fanno ingrassare di più sono in ordine patatine, carni, bevande zuccherate, burro e cereali raffinati. Verdure, cereali integrali, frutta e semi, noci invece fanno perdere peso. Anche noci, nocciole che solitamente sono considerati cibi grassi secondo il professore non fanno ingrassare in quanto fanno ingrassare i cibi ricchi di proteine ma non quelli ricchi di grassi. Sottolinea come i dietologi solitamente consiglino diete iperproteiche e povere di grassi e spiega il meccanismo che porta alla perdita di peso con diete iperproteiche.
Tornando ai bambini, quelli allattati al seno diventano meno frequentemente obesi rispetto a quelli allattati artificialmente. Passando per una discussione sul ferro il professore dichiara che i bambini vegetariani non hanno nessun tipo di problema, solo quelli completamente vegani potrebbero avere problemi con la b12 anche se il nostro intestino quando è in buone condizioni è capace di produrla.
I giapponesi hanno fatto uno studio sulla correlazione tra l’aumento di materia grigia nei bambini e la presenza di cereali nell’alimentazione degli stessi bambini: i bambini che fanno colazione con pane bianco hanno un minor numero di cellule nervose, mentre quelli che mangiano riso ne hanno un maggior numero. Non solo, lo zucchero fa bene al cervello ma deve avere livelli costanti.
Mangiando cibi derivati da farinacei raffinati si ha un picco di zucchero e poi si va in ipoglicemia facendo diminuire l’attenzione nei bambini. Il professore consiglia di mangiare crema di riso integrale, frutta secca in particolare mandorle (che rallentano l’assorbimento di glucosio) o latte di mandorle, pane tostato con marmellate senza zucchero, fiocchi d’avena, muesli, pancake di farina integrale o farinate di farina di ceci.
Il problema è che i bambini mangiano quello che mangiano i genitori, quindi per cambiare le abitudini alimentari dei bambini bisognerebbe cambiare le abitudini alimentari dei genitori. Lo zucchero è anche correlato all’HDHD (sindrome da iperattività e difetto dell’attenzione). Ne sono cause il glucosio, che il bambino tollera di meno, e i coloranti, aromi e dolcificanti artificiali come l’aspartame.
Successivamente consiglia di eliminare il latte dall’alimentazione del bambino quando questo soffre di asma, poi cita una revisione degli studi pubblicata sulla più nota rivista medica di pediatria mondiale che conclude che non c’è nessuna evidenza scientifica che il consumo di latte fortifichi le ossa dei bambini, così come latte e formaggi non servono a nulla alle donne in menopausa. Il latte può tornare utile solo alla costituzione del bambino in rapporto alla sua età contenendo fattori della crescita che però aumentano il rischio di cancro.
La dieta mediterranea, ovvero l’alimentazione del contadino dell’Europa Meridionale prima della globalizzazione, è costituita da cereali integrali, pasta di farina macinata a pietra di grano duro, legumi, verdure ma non quelle amidacee come le patate, olio di oliva, frutta, semi oleaginosi come le noci e il pesce. Raramente tutto il resto. La dieta mediterranea previene l’asma, le dermatiti atopiche, le infiammazioni, aumenta la funzionalità respiratoria, riduce il rischio di ipertensione, migliora l’assorbimento di ferro e di calcio, previene la stitichezza.
Per concludere le raccomandazioni sono quelle di limitare cibi ad alta densità calorica ed evitare bevande zuccherate; basare la propria alimentazione quotidiana su cibi di provenienza vegetale tra cui cereali non raffinati, legumi, verdure e frutta; limitare le carni rosse ed evitare le carni conservate; limitare il consumo di alcol, limitare il consumo di sale e prodotti sotto sale.
Un ringraziamento al professore Franco Berrino per questa lezione.