Dal vivo

Il governo iraniano attacca le città ribelli e spara sui civili

Riportiamo le notizie che arrivano in queste ore dall’Iran.

La repressione avviene con armi pesanti

Questa notte il governo della Repubblica islamica dell’Iran ha sparato con proiettili da guerra su cittadini indifesi nelle città di Javanrud, Mahabad, Diwandara, Kermanshah, Saqqez, Sanandaj, Bukan, Takab, Paveh, Mashhad, Teheran, Arak, Semirom e Qom. Diversi bambini sono stati uccisi durante la Giornata internazionale dell’infanzia e l’UNICEF è rimasto in silenzio. Questo è un crimine di guerra.

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Aggiornamento

In una delle autostrade della capitale Teheran, su un cartello c’è scritto “morte al dittatore”. Questo è uno degli slogan principali di questa rivoluzione iraniana per le donne, per la libertà e per la vita. La libertà non potrà esserci finché ci sarà il dittatore Khamenei e il suo sistema patriarcale.

morte al dittatore
cartello autostradale con la scritta “morte al dittatore”

La dura reazione del governo

Il governo sta sparando a persone con mezzi corazzati semi-pesanti e carri armati nelle città di Mahabad, Piranshahr e Javanrood, le città più colpite dalla repressione. In generale tutto il Kurdistan e Zahedan sono state prese di mira, con elicotteri, e con cecchini che sparano alla testa e al cuore di bambini. Hanno sparato e spareranno ancora e la popolazione non ha voce, non ci sono giornali e TV a documentare quello che sta avvenendo.

Le ultime notizie dell’UNICEF sui bambini iraniani sono del 2014. Risulta incredibile ma è un dato di fatto. I manifestanti credono che l’odore del petrolio iraniano ha tolto all’Occidente, o a quelle organizzazioni che dovevano vigilare e denunciare, l’odore del sangue.

Carri iraniani
carri con mitragliatrici arrivati nelle città da reprimere

I manifestanti iraniani hanno costruito una rivoluzione per 65 giorni, che ha portato in piazza sempre più persone con uno scopo bene chiaro: rifiutare il regime dittatoriale. Vogliamo cambiare il regime dittatoriale dei mullah, sono molto determinati. Ora il governo, per mantenere il potere e provare a reprimere il dissenso, ha preso di mira la popolazione con proiettili da guerra. Più di 100 persone sono state uccise in un giorno.

In molte delle città iraniane, internet non funziona o le connessioni sono molto deboli. La notizia di questi attacchi non sta circolando come dovrebbe. Qui di seguito una foto dei proiettili da guerra utilizzati durante la repressione.

proiettili

Le armi occidentali vendute al governo iraniano

La cosa sconcertante è che i gruppi paramilitari, che sostengono il governo, utilizzano armi che durante l’embargo Stati Uniti, Austria e Regno Unito hanno venduto al regime iraniano. Si tratta di pistole elettriche e gas lacrimogeni.

pistola elettrica

Bambino ferito e rapito dai militari iraniani basij

Quando il video comincia il bambino di 10 anni è già a terra in una pozzanghera, ferito. Siamo a Mahabad, nel Kurdistan iraniano, le forze militari basij sparano ad un bambino di dieci anni e in pochi secondi lo prendono e lo portano via.

In questi casi, quando i parenti di una persona scomparsa, fermata negli scontri o rapita vanno a chiederne conto in uffici governativi, viene loro risposto che non ne sanno nulla.

Il dramma di questa rivoluzione iraniana sono proprio le persone di cui non si sa nulla. Vengono contate le vittime certe della repressione militare della dittatura iraniana, ma non si conosce il numero delle persone scomparse.

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