Il maggese è il campo lasciato incolto un anno affinché possa arricchirsi di acqua e sali minerali indispensabili per la crescita delle piante. La rotazione dei campi è una tecnica antichissima che permetteva di suddividere, il terreno a disposizione per la coltivazione, in più sezioni in cui avvicendare diverse colture lasciandone una a riposo.
Un campo lasciato incolto affinché il terreno riposi
Il riposo a maggese del campo è stato diffuso maggiormente in zone aride ma è stato praticato anche su terreni che disponevano di irrigazione. Il campo lasciato a maggese, durante l’anno di riposo, attraverso le precipitazioni poteva trattenere enormi quantità d’acqua da conservare per la successiva coltivazione. Inoltre durante questo periodo il terreno veniva lavorato con arature di profondità diversa per limitare l’evaporazione dell’acqua e per mineralizzare la sostanza organica presente nel terreno. La parola maggese deriva da maggio, il mese in cui cominciavano le lavorazioni del terreno a riposo.
Volantino di maggio
Per il volantino di maggio abbiamo scelto questo nome per ricordare le antiche pratiche contadine che servivano all’uomo a conservare in ottime condizioni le terre di cui si prendeva cura, in modo che potesse sempre, col passare degli anni, produrre cibo per il proprio sostentamento.
Oggi l’agricoltura convenzionale è violenta. Mira al maggior quantitativo possibile di produzione senza per nulla considerare la salute della terra che si coltiva e che la biodiversità di un campo ricco è un fattore importante che viene annullato dall’azione dei diserbanti e dei pesticidi. Oggi che la vicenda della Xylella ci è da ammonimento: sulla strada che stiamo percorrendo è fondamentale recuperare le antiche e sagge pratiche agricole.