Indice dei contenuti
di Riccardo Renzi1
Concezione teologico-magica in Harry Potter: Un’indagine approfondita
Il presente lavoro si pone l’arduo compito di indagare la concezione teologico-magica in Harry Potter.
Leggendo con attenzione ed estrema ratio il capolavoro della Rowling, si evince come il maghetto di Godric’s Hollow2 non sia così lontano metaforicamente parlando dal Cristo redentore e come Tom Orvoloson Riddle alias Lord Voldemort rappresenti l’incarnazione del demonio. Tale teoria potrebbe sembrare un po’ strampalata, ma proseguendo con ordine si dimostrerà come non lo è proprio.
La singolarità di Harry: Immunità alla magia oscura e amore salvifico
Per cominciare la singolarità di Harry, quella che lo costituisce nell’intrinseco del suo ruolo di personaggio, è la sua relativa immunità alla magia oscura, cioè al male. Harry è incorruttibile, non può essere scalfito dalla magia oscura, perché il sacrificio della madre, Lily Potter, ha generato un incantesimo che rende immune agli incantesimi dell’Oscuro Signore3. Qui emerge prepotentemente il tema dell’amore salvifico, non esiste atto di amore più grande, per il mondo cristiano, che dare la propria vita per salvare quella di chi si ama.
Tale atto di amore estremo si ripeterà anche alla fine dell’ultimo capitolo della saga, Harry Potter e i doni della morte II4, quando il mago decide di dare la propria vita per salvare l’umanità, cioè il mondo magico. Inoltre rimanendo proprio su tale tema, come si scoprirà alla fine della saga, Harry ha sempre costituito, per chi ne era al corrente come Albus Silente5, l’agnello sacrificale per salvare l’umanità e annientare per sempre il male. Harry infatti avendo dentro di sé un pezzo dell’anima dell’Oscuro Signore è destinato a perire assieme a quest’ultimo.
Harry Potter e i parallelismi con Cristo: Sopravvivenza alla morte e sacrificio
I parallelismi tra Cristo Salvatore e il maghetto di Godric’s Hollow non si esauriscono qui. Egli infatti, come Cristo, sopravvive alla morte, sconfiggendola, entrambi risorgono e ritornano alla vita. Harry, grazie alla pietra della resurrezione6 e allo scudo generato dalle anime dei suoi cari evocate grazie al potere di quest’ultima, dopo avada kedavra sferrato da Lord Voldemort, riesce a sopravvivere. Di nuovo ritorna il tema del sacrificio, le anime dei suoi cari che si interpongono tra lui e il colpo lanciato dall’Oscuro Signore e il sacrificio della vita da parte del ragazzo per salvare quella di coloro che ama7.
L’apostolato di Harry: seguaci pronti a dare la vita per il bene
A questi temi, proseguendo per ordine, si può tranquillamente e doverosamente aggiungere quello dell’apostolato, come Cristo, anche Harry ha numerosi seguaci pronti a dare la vita per la persecuzione del bene. Tale tema si fa sempre più forte a mano a mano che si procede con la lettura dei libri. Inizialmente i fedelissimi di Harry sono solo Hermione e Ron8, ma poi quando ci si inizia a rendere conto che Harry è realmente il prescelto, il salvatore, l’unico in grado di liberare dal male il mondo magico, le sue schiere iniziano ad accrescersi.
Il ruolo giocato dai seguaci di Harry, man mano che ci si avvicina alla fine della saga, diviene sempre più importante, proprio come gli apostoli cristiani, quelli di Harry vagano per il mondo magico cercando di assoldare più seguaci possibili, pronti a combattere per il bene. Inoltre molti di loro, proprio come quelli cristiani, dopo la pseudo morte di Harry, sono ancora disposti a combattere e a sacrificare la loro vita9.
La lotta per il bene e contro il male in Harry Potter: un contrasto al relativismo etico
La struttura fondamentale e fondante del libro di Harry Potter è quella di una lotta per il bene e contro il male, per la verità e contro la menzogna. In un certo senso questa struttura si oppone direttamente alla cultura oggi dominante, a quello che Benedetto XVI chiama il relativismo etico. In una delle scene madri della saga, che certo sarà piaciuta al Papa se mai la ha letta, Voldemort cerca di indurre in tentazione Harry. Non esiste né verità né menzogna, gli dice. Non c’è né il bene né il male. C’è solo il potere. Il potere fa la verità. E Voldemort offre a Harry di condividere il potere, ma Harry gli risponde, semplicemente, no.
La tentazione in Harry Potter: la sfida di resistere alle influenze oscure
A ciò si collega un ulteriore tema fondamentale: la tentazione. Proprio come Cristo dal Demonio, così Harry è continuamente tentato da Lord Voldemort. L’Oscuro Signore può entrare nei pensieri del ragazzo, cercando continuamente di corromperlo o di farlo impazzire. Tale strategia diviene sempre più concreta man mano che ci si avvicina al termine della saga, ma Harry, proprio come Cristo, riuscirà sempre a resistere alle tentazioni.
La ricerca degli horcrux: la chiave per sconfiggere il male e la prova dello spirito
Harry a partire dalla morte di Albus Silente inizierà, assieme a Ron ed Hermione, a vagabondare alla ricerca degli horcrux10, oggetti nei quali Voldemort ha racchiuso frammenti della sua anima e che garantiscono l’immortalità dell’Oscuro Signore. Questa ricerca costituisce, oltre che la chiave per sconfiggere il male, una sorta di prova dello spirito, poiché ogni volta che Harry si avvicina ad uno di questi oggetti soffre molto e il potere di Voldemort sulla sua coscienza si fa più forte. Dunque queste prove sembrano essere quasi una preparazione spirituale all’estremo sacrificio, quello della vita per il bene comune.
La parola di Harry che converte: l’influenza positiva su Draco Malfoy
Infine, la parola di Harry, come quella di Cristo, è in grado di convertire al bene, come nel caso di Draco Malfoy. Il maghetto ha sempre risposto amorevolmente alle ingiurie del compagno di scuola, salvandogli anche, in più di un caso, la vita.
Harry Potter: il Salvatore del mondo magico e l’estremo sacrificio per il bene
Harry Potter è dunque, senza il rischio di cadere in blasfemia, il Salvatore per il mondo magico, prescelto e disposto all’estremo sacrificio pur di raggiungere il bene e la salvezza del suo universo e dei suoi amici.
Note
- Istruttore direttivo presso Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo.
- J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, edizione a cura di Stefano Bartezzaghi, traduzione di Marina Astrologo, Milano, Salani, 2017, p. 14.
- I seguenti nomi sono tutti quelli con cui può essere chiamato Lord Voldemort: Tom Orvoloson Riddle (nome babbano originario), Signore Oscuro, Tu sai Chi, Colui che non può essere nominato.
- J. K. Rowling, Harry Potter e i doni della morte, edizione a cura di Stefano Bartezzaghi, traduzione di Beatrice Masini, Milano, Salani, 2017, pp. 587 – 598.
- Mago più potente del mondo magico e preside di Hogwarts.
- È uno dei tre doni della morte assieme alla bacchetta di sambuco e al mantello dell’invisibilità.
- J. K. Rowling, Harry Potter e i doni, pp. 582 e 587.
- In riferimento a Harry Potter e la pietra filosofale e Harry Potter e la camera dei segreti.
- Un esempio eminente è costituito da Neville Paciock che dopo la pseudo morte di Harry non è disposto a passare dalla parte di Voldemort ed è pronto a morire per il bene.
- Sono 7: la coppa appartenuta a Tosca Tassorosso, il medaglione di Salazar Serpeverde, il diadema di Priscilla Corvonero, il diario che aveva da giovane, l’anello dei Peverell tramandato ai Gaunt e contenente la Pietra della resurrezione e Nagini; inoltre, lo stesso Harry Potter costituisce un Horcrux involontario.