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Nel corso della Grande Guerra le potenze belligeranti avevano legittimato le aspirazioni indipendentistiche delle nazioni sottomesse dalle potenze nemiche. Gli Inglesi, più di altri, avevano utilizzato con grande disinvoltura il nazionalismo arabo contro l’impero ottomano. Avevano anche promesso l’appoggio, una volta finita la guerra, alla formazione di un grande regno arabo indipendente e comprendente Arabia, Mesopotamia e Siria.
Al contempo, però, con la dichiarazione del Ministro degli esteri Balfour, avevano nel 1917 riconosciuto il diritto del movimento sionista a creare in Palestina una Homeland (uno dei termini tra i più ambigui mai usati nell’ambito diplomatico) per il popolo ebraico: il fine immediato di questa promessa era il sostegno della comunità ebraica internazionale alla causa dell’Intesa.
Nel dopoguerra, allorché la Società delle Nazioni elaborò l’istituto del mandato internazionale, venne stabilito che i territori che avevano cessato di trovarsi sotto la tutela della Germania (in Africa e nel Pacifico) e della Turchia (nel Medio Oriente), in quanto abitati da popoli incapaci di autogoverno, fossero affidati a nazioni progredite. E così fu fatto nell’area dell’ex impero ottomano: alla Francia fu data la Siria (compreso il Libano), mentre alla Gran Bretagna toccarono la Palestina (compresa la Transgiordania) e la Mesopotamia (oggi Iraq).
Negli anni successivi si verificarono numerose rivolte ed il Medio Oriente si trovò ad essere teatro di conflitti permanenti. Cominciò anche a crescere l’immigrazione ebraica e, con essa, sin dagli anni Venti, si produssero i primi scontri tra coloni e residenti arabi. Nell’Arabia, invece, l’indipendenza fu subito raggiunta e la monarchia saudita riuscì in pochi anni ad unificare gran parte della regione. Nel 1932 l’Iraq riuscì ad ottenere il riconoscimento di una formale indipendenza ma rimase, di fatto, sottomesso agli interessi economici e strategico-militari dell’Impero britannico.
Nella Turchia propriamente detta (l’area che si estende dalle due rive degli Stretti al Caucaso e al tavolato della Siria) l’offensiva del movimento nazionale turco di Mustafà Kemal riuscì a fatica a salvaguardare l’integrità territoriale. Dopo aver regolato i confini nordorientali con la Russia sovietica, i Turchi si riappropriarono, con metodi terroristici, dell’Armenia, dove negli anni precedenti si erano già verificate la deportazione e lo sterminio della popolazione, un vero e proprio genocidio. I Turchi, inoltre, arrestarono anche l’avanzata greca e, con la pace di Losanna del 1923, riacquisirono di diritto la Tracia orientale, il territorio intorno a Smirne e l’Armenia occidentale. Con la proclamazione della repubblica, furono portate a termine due importanti riforme: la laicizzazione e l’occidentalizzazione. In tal modo vennero definitivamente sepolte le vestigia dell’impero ottomano.