Il paesaggio pop in Magnolia, 木蘭 di Nina Mingya Powles

Magnolia, 木蘭 è la prima raccolta poetica completa di Nina Mingya Powles, pubblicata nel 2020 dalla casa editrice indipendente Nine Arches Press. Magnolia, 木蘭 raccoglie le memorie di cibo, lingue, icone pop e città amate di una ragazza cresciuta nel solco di differenti culture. 

La ricca diversità del paesaggio pop multietnico

Il titolo della raccolta Magnolia, 木蘭è un titolo-specchio da leggersi Magnolia, Mùlán che, oltre ad essere il nome della leggendaria guerriera cinese divenuta icona pop, significa esso stesso magnolia in cinese mandarino

La prima poesia, Girl Warrior, or: watching Mulan (1998) in Chinese with English subtitles e l’ultima poesia della raccolta, Magnolia, jade orchid, she-wolf riguardano proprio il personaggio icona del film Disney, Mulan. Ma soltanto nella poesia conclusiva, l’autrice chiarisce definitivamente il significato dei caratteri cinesi usati nel titolo:

Magnolia: the most ancient flowering tree known to mankind, of the plant family Magnoliaceae, has survived ice ages, continental drifts, mountain formations.”

E ancora: 

“Her name means magnolia, yet in the Disney movie, cherry blossoms fill the screen. 

Mùlán: 木兰 (simplified) or 木蘭(traditional). Composed of 木which means wood, and 蘭which means orchid. “

tratto da:  Magnolia, jade orchid, she-wolf

È in queste stesse poesie che l’autrice dichiara di non sentirsi a proprio agio con la lingua cinese, di avere un rapporto quasi conflittuale con la lingua stessa:

“When I watch Mulan in Chinese with English subtitles/ I understand only some of the words”

E tramite questo quasi morboso rapporto instaurato con le lingue dell’appartenenza, Powles mostra la sua continua volontà di riappropriarsi di legami ormai volatili:

“In the country where I was born, the trees are a different language. A language I am trying to learn. Karaka, mānuka, kōwhai. Koraka, mānuka, kōwhai. 

Mum gave me a heart of jade wrapped in pink and yellow threaded silk. It belonged to her step-grandmother, whose name I don’t know, who walked under the magnolia trees of Shangai.”

tratto da: Magnolia, jade orchid, she-wolf

Le suggestioni accolte da Powles provengono da tutti i settori dell’arte. Sono suggestioni inclusive che danno voce e potere all’animazione: 

“I hear the wind begin to rise and think of how in movies, the wind is always a sound at first. I push my hair out of my eyes and see petals fall from the trees in thick waves like something from a Miyazaki film.”

tratto da: Miyazaki bloom 

L’anima di Magnolia, 木蘭è costituita da cibi odori luoghi e colori. Molte delle scene raccontate sono adattate su momenti della quotidianità dedicati ai pasti o alla loro preparazione. Powles consiglia cibi adatti ad attimi e scenari e disfunzioni ricchi di riflessioni che lasciano intravedere la malinconica indole del poeta: 

for a morning of coldest smog

A cup of black pǔ’ěr tea in my bedroom & two bāozi from the lady at the bāozi shop who has red cheeks. I take off my gloves, unpeel the square of thin paper from the bun’s round bottom. I burn my fingers in the steam and breathe in.

[…]

for a pink morning in late spring

[…] I am addicted to the soft ripping sound of pink pomelo flesh pulling away from its skin. I sit by the window and suck on the rinds
[…] Bright skins and leaves sucked clean, my hands smelling 
tea-sweet. Something inside me uncurling. A hunger that won’t go away.”

tratto da: Breakfast in Shangai 

E ancora, una ricetta dai tratti grotteschi: 

“Listen to the sound the knife makes on scratched polyethylene. Let yourself go back to winter evenings spent pulling basil leaves from the dying plant by the window.”

tratto da: Spring onion pancakes 

Gli strati linguistici della coscienza

L’esperienza dell’autrice è il substrato essenziale di una riflessione sull’estraniamento provocatole dalla invadente società occidentale: l’io poetico si trova pertanto scisso a contemplare culture in cui non riesce stabilmente a collocarsi e dà voce ad espressioni fantasiose, a tratti ibride. 

La seconda parte della raccolta, Field Notes on a Downpour, è quasi un catalogo numerato (il titolo di ogni poesia corrisponde ad un numero stampato in caratteri cinesi) che cattura gli strati e la pluridimensionalità di una mente abituata ad articolare i pensieri in più lingue e le difficoltà che ciò comporta:

“The lady at the fruit shop asks me how I can be half Chinese and still look like this. (She points to my hair). We come up against a word I don’t know. She draws the character in the air with one finger and it hangs there  between us.
“ juan”:

卷 curl

腃 to have tender feeling for

捐 to abandon

罥 a net for catching birds”

tratto da: 五 (Wǔ)

come se vivesse in un in un eccesso linguistico estremamente difficile da gestire:

“I am full of nouns and verbs; I don’t know how to live any other way. I am a tooth-like thing. I am half sun half moon, and the scissors used to cut away the steamed lotus leaves. I am honey strokes spreading over the tiles.”

tratto da: 七(Qī)

La rappresentazione della difficoltà di esprimersi come si desidera in una lingua in cui non si ha fluency è vivida:

 “In the dream-mirror
 I open my mouth  

and birds fly out from between my teeth. 
They do not make a sound.”

tratto da: Dreaming in a language I can’t speak 

Powles ci mette anche di fronte al processo di apprendimento, unisce con arguzia ed originalità lo spazio personale a quello universale, rendendo la forma poetica interazione con il lettore:

“[Please fill in the blanks by choosing the correct word from the list below]

She was born in _____ in _____ . She escaped to the Malaysian peninsula when she was ______ years old. Her father ______ ______. “

tratto da: Conversational Chinese  

La cifra linguistica di Magnolia, 木蘭 risiede nelle assenze e nei guasti che ci consentono di approfondire il rapporto con il poeta e con i suoi ricordi spezzati e lacunosi.

La tavolozza del poeta

Il colore come strumento e come tema lega tutte le parti della raccolta, e rende la chiamata ai sensi un’esperienza sinestetica ricca non solo di sfumature astratte ma anche di riferimenti concreti a opere, artisti e altri scrittori, come il riferimento alla classificazione dei colori ne La nomenclatura dei colori di Werner (1814):

“[IMG_098]

      morpheus butterfly wing blue                                   albatross white
                              plastic-orchid blue                   hawthorn-blossom white

                               the blue of the sounds                         skimmed milk”

tratto da: Two portraits of home

o ancora l’esplicito riferimento a Faraway Love di Agnes Martin (https://www.tate.org.uk/art/artworks/martin-faraway-love-ar00178), che accompagna il suo primo ricordo di Londra:

“faraway love is a five-foot square
overpainted in light blue wavering

[…]

faraway love is present in light-reflecting segments
into which she pressed lengths of shuddering
some fingerprints still visible”

tratto da: Faraway love 

E ci conduce infine all’interno del suo colorato paesaggio pop interiore: 

                                                                                                #5c85d2 ⎪ blue smoke : melting clouds 

On our way home from the botanic gardens, we dreamt of building a museum of all the colours in the world, all the pigments and what they’re made of, colour in their purest forms; a museum of memories stripped down. The colour of them from the inside. The tints and shades of different feelings, and the objects that colour them.”

tratto da: Colour fragments 

Una lettura accogliente 

Leggendo Magnolia, 木蘭, è difficile non avere voglia di fare le valigie e mettersi in viaggio alla ricerca di posti, odori, sapori nuovi, paesaggi, le opere d’arte meravigliose da poter fissare nella memoria. 

Nina Mingya Powles apre per noi una finestra su realtà lontane. Ci lascia curiosare dentro le sue memorie e maliconie. Ci dona un metodo originale per imparare una nuova lingua ed usa come strumenti il gioco e l’immaginario pop. 

È una poetica dell’abbondanza e della voglia di scoperta dei luoghi e dell’opera umana. Ne consiglio la lettura a tutti coloro che sono affamati di diversità e hanno voglia di perdersi nelle fessure del mondo. 

L’autrice

Nina Mingya Powles è una poetessa e zinemaker di origine malese-cinese, nata ad Aotearoa, in Nuova Zelanda, ha trascorso parte della sua adolescenza a Shanghai e attualmente vive a Londra, dove ha fondato la casa editrice indipendente Bitter Melon苦瓜, che accoglie e pubblica in lingua inglese pamphlets poetici in edizione limitata di autori di origine asiatica. Ha pubblicato lei stessa alcuni pamphlets, tra cui Luminescent (Seraph Press, 2017) e Girls of the Drift (Seraph Press, 2014), è l’autrice del libro di memorie di viaggio e di cibo Tiny Moons: A Year of Eating in Shanghai (The Emma Press, 2020) e ha vinto, nel 2019, il premio Nan Shepherd Prize per la scrittura naturalistica. Oltre a Magnolia, 木蘭, nel 2021, ha pubblicato la raccolta di saggi Small Bodies of Water (Canongate Books, 2021).
Magnolia, 木蘭è stato selezionato sia per l’Ondaatje Prize che per il Forward Prize. 

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