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Abbiamo la fortuna di vivere in un paese ricchissimo di tradizioni, culture e storie diverse. Ogni regione ha il suo patrimonio da scoprire, e ci sono tanti modi per farlo. Uno di questi può essere la lettura, perché si sa: i libri sono biglietti del treno per chi non può viaggiare. Iniziamo il nostro viaggio quindi con Il profumo dello stramonio, e andiamo nella bellissima e antichissima isola della Sardegna.
Nicola Verde – l’autore
Non si trovano molte informazioni sul nostro autore in internet. Classe 1951, vive e lavora a Roma.
Scrittore e membro di RomaGialloFactory (qui il link per chi volesse curiosare http://romagiallofactory.blogspot.com/), vanta una produzione di opere piuttosto vasta, soprattutto racconti, con i quali ha vinto numerosi premi.
Altri suoi romanzi ambientati sempre in Sardegna sono Sa morte secada e Un’altra verità.
Il profumo dello stramonio – la trama
L’occasione per dare il via alla catena di racconti è la scomparsa di un bambino da un paesino della Sardegna rurale. Un maresciallo dei carabinieri che da poco è stato trasferito laggiù si occupa del caso, ma essendo forestiero ci sono tante cose che non sa, tante cose che non può capire.
Così gli abitanti del paesino gli dicono di fare visita al più anziano di tutti, Salvatore Pinna, la memoria del posto. È dalla sua voce che le storie che compongono questo libro ci vengono raccontate. Storie di Moloc, di nuraghi, di surbili, di streghe… Storie di sangue.
Insieme al maresciallo, ci avventuriamo nel cuore oscuro della Sardegna, che non è fatta solo di mare e spiagge, ma soprattutto di segreti mai detti e presenze dentro gli angoli.
Il folklore sardo
Leggendo Il profumo dello stramonio sono tante le cose che via via cercavo su Google. Ammetto con dispiacere che non sono molto edotta sulle tradizioni sarde, ma mi è venuta voglia di rimediare.
Una delle cose che più mi ha incuriosito è stata la trattazione dei nuraghi. I nuraghi sono tipiche strutture di pietra presenti un po’ ovunque di forma conica. Secondo il nostro autore, sul loro effettivo scopo non si sa molto, si sono fatte più che altro delle ipotesi; chi può dire allora quale sia effettivamente la verità?
Molte sono anche le creature fantastiche menzionate. Ad esempio, i Moloc. Una sorta di angeli caduti, i Moloc sarebbero diventati degli esseri quasi infernali, un pericolo per gli uomini che ben poco possono contro di loro.
Ciò che più mi ha affascinata, però, è stata la surbile. La strega. Capace di trasformarsi in gatto o in insetto e di succhiare il sangue ai bambini, la surbile potrebbe essere qualsiasi donna stia passando per la strada, non necessariamente la vecchia megera dall’aria arcigna.
Qui ho riportato solo alcuni degli esempi di ciò che in queste pagine viene raccontato, ma si potrebbero scrivere libri interi, e anzi forse è stato fatto, sulle leggende e sui miti sardi. Una terra così antica e così misteriosa: chi può dire dove finisce la fantasia e dove inizia la realtà?
L’oralità
L’intero libro è strutturato sul modello del racconto orale. Si inizia con una breve introduzione fattaci in prima persona dal protagonista, il maresciallo dei carabinieri fattosi trasferire. Ciò che è singolare è che non ne conosciamo né il nome né altri dettagli. Egli è solo una voce, lo strumento, il pretesto che dà avvio a tutto.
Anche Salvatore Pinna, l’anziano del paese, se non racconta in prima persona riporta racconti di amici e conoscenti. Racconti nei racconti. Storie tessute dalle voci di più persone, tramandante da chissà quanto tempo ma affidate a un mezzo tanto volatile quanto lo può essere la favola, l’aneddoto, il “si dice”. Ma la storia, la nostra storia almeno, ci insegna che spesso non c’è niente di più durevole e veritiero di un racconto passato di bocca in bocca.
Conclusioni
Purtroppo sia le tradizioni locali che gli autori emergenti che le piccole case editrici hanno in comune l’essere spesso e volentieri trascurati dalla maggior parte delle persone. Così facendo, tante cose vanno perdute e tante voci meritevoli rimangono inascoltate. Vale la pena di approfondire la conoscenza di queste tre categorie, perché spesso si scoprono dei tesori.