Il racconto di Caroline Larsen nel mondo degli spiriti

caroline larsen

“I miei viaggi nel mondo degli spiriti” di Caroline Larsen esplora l’aldilà attraverso esperienze straordinarie. Le prefazioni di Rozzoni e Pietrangeli mettono in luce le differenze tra la visione di Larsen e altre concezioni contemporanee sull’aldilà.

I miei Viaggi nel Mondo degli Spiriti

Pubblicato nel 1927, I miei viaggi nel mondo degli spiriti di Caroline Larsen è un’opera sorprendentemente attuale per chi si interessa di esperienze extracorporee e viaggi nell’aldilà. In un periodo storico in cui l’influenza della religione sulla società era ancora molto forte, un libro come questo doveva apparire audace, se non addirittura sconvolgente. Larsen non propone una visione dogmatica della vita dopo la morte, ma la descrive come un continuum, un percorso di crescita e scoperta che prosegue oltre il corpo fisico. Questa prospettiva, che oggi ritroviamo nelle esperienze di viaggiatori astrali come Robert Monroe, William Buhlman e Bruce Moen, anticipa di decenni molte delle idee espresse successivamente.

L’opera si basa sulle esperienze personali dell’autrice, che afferma di aver vissuto un primo episodio spontaneo di percezione dell’aldilà nel 1910, mentre si trovava nella sua casa nel Vermont. Da quel momento, intraprese una serie di esplorazioni in quello che descrive come il mondo degli spiriti, riportando le sue osservazioni con una chiarezza e una coerenza che rendono il libro ancora oggi estremamente leggibile e affascinante.

I quattro piani dell’aldilà

Larsen suddivide il suo viaggio nel mondo degli spiriti in diverse fasi, descrivendo quattro piani di esistenza oltre la vita terrena. Ogni piano rappresenta un livello evolutivo dello spirito e, secondo l’autrice, è separato dagli altri da un abisso energetico che impedisce agli spiriti di muoversi liberamente tra di essi, a meno che non abbiano raggiunto il giusto sviluppo.

Il primo piano è quello delle anime legate alla terra, dove si trovano spiriti che non si sono resi conto di essere trapassati o che rimangono ancorati ai loro affari terreni. Alcuni continuano a comportarsi come se fossero vivi, incapaci di accettare la loro nuova condizione. Tuttavia, alcuni spiriti più evoluti transitano rapidamente verso livelli superiori, mentre altri vengono aiutati da guide spirituali a prepararsi per il passaggio successivo.

Il secondo piano è una sorta di dimensione di transizione: qui non si trovano più anime attaccate alla vita materiale, ma spiriti in attesa di avanzare ulteriormente. Larsen trascorre poco tempo in questo livello, descrivendolo come un luogo di passaggio più armonioso rispetto al primo.

Il terzo piano è abitato da anime più evolute, immerse in un ambiente sereno e luminoso. Qui Larsen nota la presenza di comunità organizzate in piccoli gruppi di case con giardini, dove gli spiriti vestono tuniche dai colori chiari e si dedicano ad attività altruistiche. Un elemento che colpisce l’autrice è l’esistenza di un regno dedicato ai bambini, un luogo ricco di edifici con scopi ricreativi, dove le anime dei più piccoli vengono accudite e crescono spiritualmente.

Il quarto piano è il livello più elevato che Larsen riesce a visitare. Lo descrive come simile al terzo, ma con una vibrazione ancora più elevata e con spiriti di grande saggezza e luminosità. Qui assiste a un’assemblea in un immenso auditorium, dove cinque esseri di luce si rivolgono a un pubblico di spiriti altamente evoluti. Tuttavia, l’autrice non riesce a comprendere il loro messaggio, segno che la sua esperienza si trova ancora in una fase iniziale rispetto ai misteri più profondi dell’universo spirituale.

Questa suddivisione in piani richiama sorprendentemente le descrizioni moderne dei viaggi astrali e delle esperienze fuori dal corpo, dove la natura energetica di ogni livello determina la possibilità di accesso a esso. L’idea che ciascuno trovi il proprio posto in base alla propria evoluzione spirituale, senza imposizioni esterne, è un concetto che ritroviamo anche nelle ricerche di Monroe e Buhlman.

Un libro rivoluzionario per il suo tempo

Quando I miei viaggi nel mondo degli spiriti fu pubblicato nel 1927, l’idea di esplorare l’aldilà in modo esperienziale era decisamente insolita. La cultura dell’epoca era fortemente segnata da visioni religiose dogmatiche, e un’opera che descriveva la vita oltre la morte con una struttura dettagliata e dinamica doveva apparire quantomeno provocatoria.

Larsen non si limita a ripetere convinzioni teologiche, ma racconta un’esperienza diretta, suddividendo il mondo spirituale in livelli, descrivendo la natura degli spiriti e il loro percorso di crescita. Questa impostazione, che oggi può sembrare familiare a chi ha letto testi successivi sul tema, all’epoca rappresentava un approccio innovativo e persino audace.

Un aspetto che colpisce è lo stile asciutto e diretto con cui l’autrice riporta le sue esperienze. Larsen evita di aggiungere considerazioni personali o interpretazioni filosofiche, lasciando che siano i fatti narrati a parlare da soli. Questa scelta rende il testo particolarmente agile e scorrevole, privo di divagazioni o sovrastrutture che potrebbero appesantirlo.

La distinzione tra uomini e donne nel mondo degli spiriti

Un punto critico che emerge dalla lettura di I miei viaggi nel mondo degli spiriti è la marcata distinzione che Caroline Larsen fa tra i ruoli degli uomini e delle donne nel regno spirituale. Nell’opera, gli uomini sono descritti principalmente come amministratori, leader e figure di autorità, mentre le donne ricoprono ruoli più materni, legati all’insegnamento, alla consolazione e all’assistenza spirituale. Le donne, per esempio, sono spesso rappresentate come spiriti “materni”, impegnate nell’assistere gli spiriti più deboli o aiutare gli esseri umani. Questa divisione dei ruoli, però, appare più come una proiezione delle convinzioni di Larsen piuttosto che una riflessione di strutture di potere spirituale realmente esistenti nel mondo degli spiriti.

Probabilmente, l’autrice, influenzata dal suo tempo, ha interpretato il mondo spirituale attraverso una lente fortemente segnata dalle convenzioni sociali del periodo. L’idea che le donne ricoprano ruoli “di supporto” mentre gli uomini siano visti come più capaci di leadership potrebbe riflettere pregiudizi legati al genere che erano prevalenti nella società dell’epoca. Pertanto, è possibile che Larsen stia proiettando sulla realtà spirituale una divisione che potrebbe non esistere effettivamente.

Pur essendo un aspetto che invita a una riflessione critica, la visione di Larsen resta comunque un prodotto del suo tempo. La sua interpretazione del mondo degli spiriti, purtroppo, non può fare a meno di essere influenzata dai pregiudizi legati al ruolo delle donne nella società, ma al contempo offre uno spunto per riflettere su come le percezioni di genere possano influenzare la visione dell’aldilà.

La nuova edizione

La nuova edizione di I miei viaggi nel mondo degli spiriti, pubblicata nel 2023 e curata dalla traduzione di Davide Rozzoni ed Edelweiss Pietrangeli, offre una lettura arricchita da preziose prefazioni che non solo contestualizzano il lavoro di Caroline Larsen, ma offrono anche spunti di riflessione sulle differenze tra le sue esplorazioni e quelle più moderne, come quelle di Robert Monroe.

Edelweiss Pietrangeli, nella sua prefazione, sottolinea una distinzione importante tra il mondo degli spiriti descritto da Larsen e le concezioni più recenti emerse grazie alle scoperte di Monroe e Moen. Larsen, infatti, sembra descrivere un aldilà con regole rigide, dove non è permesso disilludere gli spiriti che non sono consapevoli della loro morte. Al contrario, le pratiche di Monroe e Moen, che hanno dimostrato la possibilità di interagire con gli spiriti e di guidarli verso una maggiore consapevolezza della loro condizione, mostrano una visione più fluida e plasmabile della realtà dell’aldilà, dove gli spiriti possono essere aiutati a superare i propri limiti. Inoltre, Pietrangeli evidenzia come lo stile di scrittura di Larsen, pur affascinante, differisca da quello di Monroe: mentre quest’ultimo si concentra su esperienze dirette e pratiche di autoscoperta, Larsen sembra offrire una visione più statica e determinata dei mondi spirituali, probabilmente influenzata dalla sua epoca.

Davide Rozzoni, nella sua prefazione, si sofferma anch’egli sulle divergenze tra le percezioni di Monroe e Larsen, trovando interessante come le due visioni, pur partendo da presupposti diversi, possano essere complementari. La sua riflessione si concentra sulla possibilità di verificare personalmente le diverse esperienze descritte, invitando il lettore a esplorare il proprio mondo interiore e a trarre le proprie conclusioni. Secondo Rozzoni, la diversità di percezione tra i due autori non è un motivo di disaccordo, ma piuttosto uno stimolo a comprendere meglio il vasto e misterioso campo delle esperienze extracorporee e delle realtà spirituali.

Queste prefazioni, arricchite dalla competenza e dall’esperienza dei curatori, offrono dunque una riflessione sulle sfumature tra il passato e il presente della ricerca spirituale. Rivelano come il lavoro di Larsen, pur segnato dalle convinzioni del suo tempo, possa ancora oggi suscitare riflessioni e stimolare il desiderio di indagare, approfondire e confermare la natura dell’aldilà.

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1 Comment

  1. Che articolo affascinante! Mi ha colpito molto la descrizione dei quattro piani dell’aldilà secondo Larsen. Puoi spiegare meglio come questi piani influenzano la crescita dello spirito? Sono curioso di sapere come vengono determinati i livelli evolutivi e quali sono gli indicatori di tale crescita. Grazie per l’approfondimento, davvero interessante!

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