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Il simbolismo de Il mago di Oz è strettamente connesso con il nome del nostro blog Magozine.it prende spunto dal titolo del famoso romanzo di Lyman Frank Baum, Il Meraviglioso Mago di Oz. Attraverso le avventure di Dorothy, del codardo leone, del boscaiolo di latta e dello spaventapasseri, scopriremo l’interpretazione che abbiamo voluto dare a questo racconto e lo spirito di questo spazio virtuale.
Il mago di Oz: il libro e il film
Il 17 maggio del 1900 viene pubblicato per la prima volta uno dei più grandi successi editoriali di sempre. Si chiama Il meraviglioso mago di Oz ed è un romanzo per ragazzi scritto da Lyman Frank Baum. Secondo l’autore si tratta di una fiaba senza una vera e propria morale seppure colma di riferimenti politici alla situazione economica americana di fine ottocento. La storia narra le avventure di Dorothy e il suo cane Totò nella città di Oz.
Nel 1939 esce il film The Wizard of Oz diretto da Victor Fleming, regista, tra gli altri, anche del film Via col vento. Ad interpretare Dorothy sarà Judy Garland, una delle più importanti attrici di quel periodo, madre della cantante Liza Minelli. Il film è un adattamento del romanzo di Baum con alcune piccole variazioni o adattamenti della trama. Per esempio, quello che nel romanzo è un viaggio in seguito all’arrivo di un tornado sulla propria casa in Kansas, nel film si trasforma in un viaggio onirico.
Come interpretare “Il mago di Oz”?
Numerose sono le interpretazioni possibili della storia del viaggio di Dorothy. A questa avventura possono essere attribuiti significati politici, storici, simboli e di altro genere. Però quello che rimane immutato in ogni interpretazione è il significato della storia. Si tratta di una storia in cui la protagonista deve fare un viaggio insieme ad altri personaggi e deve superare degli ostacoli. Questi personaggi potrebbero anche rappresentare degli aspetti del proprio carattere e gli ostacoli le avversità della vita. Forse è proprio questa sua struttura del romanzo che rende questa storia universale.
Il Regno di Oz
Il Regno di Oz, dal quale Dorothy cerca di andar via per tornare a casa, può rappresentare quel luogo intimo dove ogni uomo rielabora le esperienze personali solo con se stesso; infatti quando Dorothy alla fine della storia torna a casa e racconta ciò che le è successo, nessuno le crede.
Oz inoltre è il simbolo dell’oncia, unità di misura, per cui Il Regno di Oz è anche il luogo in cui si dà un peso, in cui si misura e si dà un valore, dove si distingue tra bene e male, dove si riflette su ciò che è stato per arricchirsi di un nuovo peso per affrontare e misurare ciò che sarà. Possiamo dire che è il luogo della coscienza.
Il desiderio di tornare a casa può rappresentare, tuttavia, il bisogno che l’uomo ha da sempre di cercare le proprie origini, di cercare delle risposte alla condizione dell’essere e ai limiti della vita perimetrando il campo del conosciuto e sollevando delle mura (pareti) di difesa psichica.
Casa, in effetti, in latino si diceva domus da cui derivano le nostre parole domestico, dominare (dominus proprietario della domus).
Per tornare a casa le streghe consigliano a Dorothy di rivolgersi al Mago di Oz, sovrano della città di Smeraldo, dotato di fantastici poteri.
I personaggi de Il mago di Oz
Sulla strada verso la Città di Smeraldo Dorothy deve fare i conti con tre aspetti della personalità che corrispondono ai personaggi che incontrerà: lo spaventapasseri, il leone, l’uomo di latta.
Lo spaventapasseri
Lo spaventapasseri che vorrebbe avere un cervello rappresenta la leggerezza di pensiero e d’azione. Il suo desiderio è quello di riscattarsi per non essere riuscito a tenere lontano dal campo le cornacchie. Lo spaventapasseri è vestito di blu, colore simbolo della profondità e dell’armonia.
L’uomo di latta
Il taglialegna uomo di latta che vorrebbe avere un cuore rappresenta l’incapacità di amare, di provare passioni e di interessarsi. Un tempo era un ragazzo in carne ed ossa che stava per sposarsi con una ragazza che badava ad una vecchia. La vecchia, per avere la ragazza per sé, chiese alla strega dell’Est di allontanare il taglialegna dalla ragazza. Con un maleficio il taglialegna perse man mano tutte le parti del suo corpo che gli furono ricostruite di metallo da un fabbro. Si ritrovò senza un cuore e incapace di amare. Dopo una pioggia, il suo corpo di latta si arrugginì.
Il leone ne Il mago di Oz
Il leone codardo che vorrebbe avere più coraggio rappresenta l’incapacità dell’uomo di saper cogliere a proprio favore le situazioni, di “rischiare” o provare realizzando il pensiero in azioni, l’incapacità di cogliere la vita come una occasione (ob-cadere cadere avanti). Si unisce alla compagnia di Dorothy per chiedere al Mago di Oz un po’ di coraggio.
I tre aspetti della personalità
Solo alla fine del “viaggio” queste tre peculiarità dell’uomo possono dirsi realizzate.
Tutta la compagnia quindi si avvia verso il Mago di Oz per fare le proprie richieste. Il Mago di Oz, sovrano del Regno di Oz rappresenta la condizione umana, ovvero il dominio dell’Ego sulla coscienza.
Il sovrano del Regno di Oz è la misura che l’uomo utilizza per dare valore alle proprie azioni, ai propri interessi e percorsi di vita: l’Io, l’egoismo, l’interesse personale.
Affrontare gli aspetti della personalità
Questa è la condizione di partenza dell’uomo. Nel momento in cui Dorothy e i suoi amici avanzano delle richieste al Mago di Oz, questi chiede loro di portargli la scopa della Strega dell’Ovest che rappresenta l’avidità, l’oscurità (in quanto all’Ovest il sole va a tramontare).
La compagnia affronta, quindi, la strega malvagia sconfiggendola con dell’acqua che Dorothy lancia per salvare lo spaventapasseri dalle fiamme. L’acqua è simbolo di purezza, trasparenza e nel battesimo o iniziazione viene utilizzata per lavare l’uomo dai suoi precedenti errori per permettergli di ripartire con cuore puro.
La Strega dell’Ovest non può, quindi, che rappresentare un aspetto della nostra personalità che va affrontato e sconfitto con atteggiamento puro.
Sconfitta la strega gli amici tornano dal mago portandogli la scopa ed il Mago di Oz (ego) non può fare a meno di ammettere la propria impotenza nella realizzazione dei desideri.
Riesce a dimostrare che lo spaventapasseri, il taglialegna di latta e il leone possedevano già ciò che desideravano ed offre a Dorothy di darle un passaggio in mongolfiera per tornare nella sua città in Kansas ma mentre la mongolfiera sta partendo Dorothy segue il suo cagnolino che, a sua volta, insegue un gatto e il Mago di Oz parte da solo.
Affrontare l’ego ne Il mago di Oz
L’ego rappresentato nella storia dal Mago di Oz non deve essere allontanato o cacciato ma va via da solo nel momento in cui avviene nell’uomo la presa di coscienza delle proprie potenzialità e si usa una nuova misura per dare valore alle proprie esperienze.
Glinda, Strega buona del Nord, rivela a Dorothy che le scarpe che indossa, appartenuta alla Strega cattiva dell’Est, possono esaudire qualsiasi suo desiderio.
Dorothy, quindi, torna a casa svegliandosi nel suo letto a raccontando a tutti la sua storia, alla quale però nessuno crederà.
La strega cattiva dell’Est viene uccisa all’inizio quando le piomba addosso la casa di Dorothy grazie al ciclone.
L’Est rappresenta il luogo della Luce, dell’Illuminazione, del Sapere Assoluto, quindi cominciando il viaggio (esistenza) nel Regno di Oz si abbandona una condizione favorevole, di saggezza che si ritroverà alla fine del percorso.
Il luogo della coscienza
Dorothy, dal greco doron significa regalo, dono e rappresenta la vita.
La Città di Smeraldo capitale del Regno di Oz, e quindi simbolicamente del luogo della coscienza, rappresenta il luogo della rigenerazione dove la coscienza rielaborando le esperienze può arricchirsi (verde dello smeraldo = dollaro).
Lo smeraldo è un berillo simbolo di amore, prosperità, pace amore.
Nella cristalloterapia si attribuisce allo smeraldo il potere di dare la forza di andare avanti superando le paure dei propri limiti e di rafforzare il centro del cuore per donare abbondanza, crescita spirituale, pace, armonia, amore, pazienza, fedeltà ed onestà.
Dorothy all’inizio del film canta “Over the Rainbow” immaginando di trovarsi da qualche parte oltre l’arco-baleno, simbolo di ponte tra l’uomo e Dio, il materialismo e la perfezione spirituale.
Riflessione e controinformazione
Riprendendo il simbolismo della storia a cui si ispira, questo blog vuole offrire spunti, occasioni di conoscenza, riflessione su delle tematiche particolari che si legano principalmente con la psiche e l’animo umano.
Speriamo che le letture che vi proporremo possano essere di vostro gradimento e che possano essere utili a rimettere in discussione i pesi che utilizziamo per misurare le nostre esperienze, augurandoci una rigenerazione delle coscienze che possa condurci verso un’esistenza più armoniosa.
Davvero un articolo stimolante.
A mio avviso e a mia iniziale interpretazione è balenata la figura di Dorothy come l’Anima (in effetti non separabile dal concetto di casa o coscienza come è stato egregiamente descritto) che, seguendo il SENTIERO DORATO (altro importante riferimento esoterico alla via di realizzazione alchemica dell’individuo) realizza, nel senso di presa di coscienza, il suo stato di meccanicità nei tre “corpi” Gurdjeffiani: corpo mentale (spaventapasseri), corpo emozionale/astrale (uomo di latta) e corpo fisico (leone). Questi tre, non appena compaiono nel cammino, sono infatti infelici dell’essere incapaci di “utilizzarsi”; anche qui ho notato la prima consapevolezza del sentirsi inconsapevoli… lo spaventapasseri infatti si lamenta di non avere un cervello e così via uomo di latta e leone. Il percorso giunge a termine quando Oz, ora identificabile come l’ego, ora anche come Dio (?) fa realizzare ad ognuno di essi che in realtà loro già possedevano le stesse qualità che cercavano: altro profondo insegnamento spirituale. Da qui, come già scritto, il ritorno a Casa dell’Anima Dorothy, o ritorno all’Uno dopo l’ingresso nella dualità per la consapevolezza dell’Unità.
Grazie. Bellissima analisi e bellissimo questo nostro bellissimo viaggio.?
Oltre tutti questi importanti dettagli ‘singoli’ e riferiti singolarmente all’ “ Io” ( mente, cuore, forza) consapevolezza, crescita personale, capacità di giudizio acquisita nella verità o menzogna altrui..ovvia ma mai affrontata nelle trame o scandagliature psichiche solo perché la protagonista “sceglie “di tornare al luogo di appartenenza ( scelta dell’autore condivisibile o meno in quanto Casa oggi si Sa Più di ieri che non è’ il luogo ne tantomeno le persone di appartenenza) abbastanza ignorata e’ la visione del Viaggio quasi più importante della meta , l’amicizia senza la quale il film non avrebbe struttura