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La protesta delle donne in Iran si è trasformata in una rivoluzione. La popolazione man mano ha partecipato sempre più numerosa alle manifestazioni, come se la tolleranza e la pazienza della gente nei confronti della teocrazia fosse terminata. Quando le forze di polizia, soprattutto nelle piccole città periferiche, cercava di sopprimere le proteste, i manifestanti hanno avuto la meglio cacciando le forze militari e paramilitari (pasdaran e basij) e prendendo il controllo dei municipi.
Hanno eretto barricate nelle strade di ingresso delle città liberate, si sono organizzati ed hanno provato a difendersi. Ma non è bastato. Il governo sta usando elicotteri, mezzi semi-corazzati, artiglieria e mitragliatrici per attaccare le città. Sta sparando sulla folla, sulla gente senza preavviso nelle strade. Ci sono numerosi morti, più di un centinaio solo nell’ultimo giorno.
Mahabad città simbolo della repressione
Nella giornata di ieri i militari erano per le strade di Mahabad e sparavano ai civili per intimorire la popolazione. Hanno sparato anche a bambini. Poi le forze speciali hanno abbandonato la città per lasciare spazio all’artiglieria che bombarda la città. Una colonna di carri delle forze governative basij si sta dirigendo verso la città per completare il lavoro.
Spari sulla folla al funerale a Javanrud
A Javanrud questa mattina le forze militarti della Repubblica Islamica dell’Iran hanno sparato sulla folla che si era recata al funerale di due bambini uccisi nella giornata di ieri. Molte le persone colpite dai proiettili.
Nella stessa Javanrud, le forze basij si sono recate presso l’ospedale per portare via i corpi delle persone uccise. Pare che lo scopo sia quello di estorcere denaro in cambio della restituzione del cadavere oppure quello di ottenere il silenzio dei familiari delle vittime. I manifestanti si sono riuniti presso l’ospedale per impedire il furto dei cadaveri delle vittime.
Il silenzio dei media
La dura repressione del regime degli ayatollah sta avvenendo nel quasi completo silenzio dei media internazionali che si stanno occupando di mondiali di calcio e di cop27. La popolazione iraniana ne è consapevole ed è per questo che viene usato lo slogan “sii la voce del popolo iraniano” nei tweet e nei post dei social media in cui vengono diffuse le notizie.
Questo è ciò che possiamo fare per dare spazio e voce alla resistenza iraniana. Condividere le notizie che arrivano dall’Iran per dare loro una maggiore diffusione. Se non c’è informazione non può esserci sdegno e condanna.
Uso di gas nervino sui manifestanti
Oggi il governo della Repubblica Islamica a Javanrud, nel Kurdistan iraniano, ha utilizzato agenti nervino contro i manifestanti.
Il gas nervino è vietato dalle convenzioni sulle armi chimiche. Può provocare nell’immediato vomito, irritazione ma a lungo termine può causare cancro, danni ai reni ed allergie cutanee. Si tratta di una violazione dei diritti umani, l’ennesima violazione. La comunità internazionale non può restare indifferente.