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Pare che l’inchiesta internazionale dell’Onu stia già partendo in maniera molto veloce. L’autorizzazione del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu può aiutare le proteste e incoraggiarle. I manifestanti chiedono libertà e dignità, non sono terroristi. Il terrore lo sta spargendo il regime degli ayatollah che d’ora in poi avrà sempre più paura di cadere. Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano dichiara che non collaboreranno con il comitato che porterà avanti l’inchiesta.
I crimini del regime iraniano
Cosa si aspetta la popolazione dall’inchiesta? Che vengano riconosciute e documentate le violazioni dei diritti umani da parte di militari e paramilitari. La tortura e l’uccisione nelle carceri, l’esecuzione di prigionieri senza un giusto processo, l’uccisione di manifestanti ad opera delle milizie che sparano sulla folla. L’uccisione di bambini. L’uccisione di persone ferite, il rapimento di cadaveri dalle strade e dagli ospedali per intimorire i parenti delle vittime.
Il regime vorrebbe far credere che sia solo un problema di Kurdistan. Invece le proteste riguardano tutto il paese così come la repressione è stata messa in atto ed ha fatto vittime in tutte le città iraniane.
Da protesta a rivoluzione
Sta girando un appello per una grande manifestazione e per il blocco di tutte le attività. Nei giorni 5-6-7 di dicembre i manifestanti vogliono bloccare il paese boicottando tutte le attività economiche legate ai pasdaran (Corpo delle Guardie della Repubblica Islamica), non pagando bollette energetiche, tasse e boicottando banche e bancomat.
Lo scopo è quello di mettere in difficoltà il governo, non solo politicamente ma anche economicamente. L’iniziativa parte dalla capitale e si sta diffondendo. I manifestanti non aspettano le date prefissate per scioperare. Le prove della rivoluzione sono già in atto.
Blocco dei camionisti in tutto il paese
I camionisti dalla giornata di ieri si stanno fermando in tutto il paese. Le notizie dello sciopero dei camionisti arrivano da tutte le regioni e girano sui social con video di camion fermi nei parcheggi e strade deserte. Lo sciopero dei camionisti è fondamentale per fermare tutte le attività economiche.
La rivoluzione non si fermerà
Il movimento di protesta iraniano è arrivato ad un punto tale da non poter tornare indietro. Alle proteste aderiscono anche celebrità ed atleti che prendono posizione contro il regime tramite foto e video pubblicate sui canali social. Questi personaggi, così come tutti i manifestanti hanno già compromesso la loro vita. Da questa rivoluzione si può uscire solo con la caduta del regime.
Ma non si tratta solo di compromettere la propria carriera o di esporsi. La repressione del regime ha provocato tante vittime, ha ferito e dilaniato i corpi di tanti manifestanti. Le milizie si sono macchiate di crimini orrendi. Non può esserci una trattativa con questi soggetti per ottenere maggiori libertà. La teocrazia va eliminata e smantellati gli apparati di repressione.