Intervista a Carlotta Pedrazzini su “Emma” rivista

emma rivista
Copertina del numero 1 di “Emma – culture e pensieri libertari”
Il 25 marzo 2021 esce il primo numero di Emma – culture e pensieri libertari una rivista con periodicità semestrale che promette di stupire già dal suo esordio con tanti approfondimenti. La rivista libertaria si potrà acquistare in tutte le librerie oppure si potrà riceverla a casa ordinando un numero o con un abbonamento a Emma sul sito di Prospero editore. Di seguito l'intervista a Carlotta Pedrazzini direttrice di Emma.

Emma è la nuova rivista libertaria nata su iniziativa di Carlotta Pedrazzini dopo la scomparsa di Paolo Finzi e la chiusura di A Rivista. Un’eredità importante ed un’esperienza unica. Quali ambizioni ha Emma?

Più che di ambizioni parlerei di risposta a un bisogno concreto, quello di ritagliare nel panorama informativo italiano uno spazio per le idee, i pensieri e le lotte di matrice libertaria.
Il fatto che “Emma”, un progetto editoriale completamente nuovo, abbia preso vita in pochissimi mesi fa capire quanto sia forte l’urgenza di creare degli spazi di libertà nell’attuale mondo della cultura e dell’informazione.
L’obiettivo del progetto è quello di fornire degli strumenti per provare a comprendere il mondo in cui viviamo e affrontare i problemi del nostro tempo mantenendo alta l’attenzione critica nei confronti del potere, degli autoritarismi e delle ingiustizie.
La speranza poi è che “Emma” possa agire da piccolo impulso per future riflessioni e progetti concreti.

A Rivista nasceva nel 1971 in seguito alla strage di Piazza Fontana e la morte di Pinelli. In quel periodo videro la luce numerosi progetti giornalistici, per raccontare una verità altra, che si definivano di controinformazione. Oggi ha ancora senso parlare di controinformazione?

Direi proprio di sì. E non solo perché credo sia sempre necessario alimentare, in ogni periodo storico e luogo geografico, voci e sguardi critici capaci di mettere in discussione le versioni dei poteri, delle autorità, di chi sta ai vertici delle società.
Viviamo in tempi particolarmente difficili, caratterizzati da un controllo sociale e da derive autoritarie senza precedenti, anche perché supportate da tecnologie che prima non esistevano; per non parlare dell’inaridimento degli ambiti sociali, dell’aumento delle disuguaglianze, degli abusi del potere, della crisi climatica in atto, del razzismo, del sessismo. Nel mondo che si sta delineando servono presenze critiche, attente, che sappiano analizzare lucidamente il presente e che riescano a intuirne le traiettorie. Per fare questo abbiamo bisogno di buoni strumenti interpretativi e di informazioni raccolte dal basso e non viziate dai rapporti di dominio.

Una rivista libertaria che ospita voci autorevoli della cultura e del movimento anarchico ha una grande responsabilità: diventa inevitabilmente luogo di dibattito e terreno di coltura per progetti, iniziative culturali e politiche. Sono previsti degli spazi per favorire processi di interazione?

Mi auguro che “Emma” possa diventare un luogo di scambio di idee, di pensieri, di pratiche e anche il nodo di una comunità, proprio come accade a tutti i periodici.
Di sicuro tra i momenti pensati per favorire l’incontro e il dibattito ci saranno le presentazioni, che spero potremo tornare a organizzare anche in presenza in un futuro non troppo lontano; le presentazioni sono un momento perfetto per il confronto e per la nascita di nuove relazioni e collaborazioni.

Diverse militanti anarco-femministe hanno segnato la storia del movimento anarchico: Voltairine De Cleyre, Lucy Parsons, Emma Goldman, Louise Michel. Perché proprio Emma per il nome della Rivista?


Il nome della rivista è un tributo a Emma Goldman, anarchica che ha partecipato alle lotte sociali del suo tempo e si è occupata di temi che prima di lei non erano stati molto affrontati dai movimenti rivoluzionari, come ad esempio l’emancipazione femminile, il controllo delle nascite, la contraccezione, la sessualità, il teatro, l’arte, la pedagogia. Vogliamo rendere omaggio e trarre ispirazione anche da questa sua capacità di declinare in tanti ambiti le lotte per l’emancipazione sociale in chiave libertaria.
Il progetto “Emma” proverà a occuparsi di tanti temi e a utilizzare diversi metodi espressivi: articoli di approfondimento e di informazione, ma anche racconti, reportage, grafiche, disegni.
Ad ogni modo, la stima per le battaglie e per le vite delle donne anarchiche e rivoluzionarie è grande e aver scelto il nome di Goldman non significa ignorare le altre: su ogni numero di “Emma” infatti è previsto uno spazio dedicato alle vite e alle lotte delle donne anarchiche, troppo spesso dimenticate. Sul primo numero è presente uno scritto su Virgilia D’Andrea.

Alla fine di questo mese (marzo) la prima uscita della rivista che avrà periodicità semestrale. Con questa periodicità la rivista, piuttosto che raccontare fatti e vicende, riserverà maggiore attenzione a tematiche e fenomeni sociali del periodo in questione?


La periodicità di “Emma” – un numero ogni sei mesi, a marzo e a settembre – non permette di occuparsi strettamente di cronaca, ma favorisce la pubblicazione di approfondimenti e riflessioni. Mi sembra che un approccio più lento possa essere una buona risposta all’infodemia e alla crescente insofferenza verso la mole gigantesca di notizie flash che caratterizza il nostro presente.

Carlotta Pedrazzini

direttrice di “Emma – culture e pensieri libertari”

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