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l’Italia è un paese ricco di folklore, leggende e superstizioni, eppure non si trovano molti autori che attingono da questo ricchissimo deposito per le loro opere. Mirko Micheletti ne La Barrantana ha invece scelto di riscoprire le tradizioni e i miti della sua terra, la Liguria, e di farlo conoscere anche ai suoi lettori.
Mirko Micheletti – l’autore
Laureato in Scienze dell’Informazione, l’autore nella vita fa però tutt’altro di mestiere. Il richiamo verso le lettere è sempre stato forte, così decide di provare ad intraprendere quella strada, e nel 2011 pubblica il suo primo libro: Impronte di pesce, composto da quattro raccolte poetiche e una di racconti.
La Barrantana – com’è nato il libro
La gestazione del romanzo è stata piuttosto lunga, l’autore ci ha messo più di dieci anni per elaborarlo. L’ispirazione iniziale gli è arrivata per caso da internet, quando si è imbattuto mentre navigava in un sito sulle streghe di Albisola.
Il momento decisivo, però, è anni dopo, quando segue all’Università di Albisola un corso con argomento proprio le streghe di Albisola.
Collegando tutte le storie apprese e i luoghi liguri da lui abitualmente frequentati, ha creato la cornice del suo romanzo.
La Barrantana – la trama
Gianluca torna per l’ultima volta, prima della vendita, nella vecchia casa di sua nonna. Ispezionando la soffitta, trova nascosto in un cassetto un manoscritto destinato proprio a lui dall’anziana. Vi sono raccontate le vicende delle streghe di Albisola, ma non per puro diletto: le donne sono strettamente collegate a Gianluca e alla sua sua famiglia.
Sullo sfondo, l’autore inserisce le vicende della storia della Liguria a cavallo tra ‘700 e ‘800.
I personaggi
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’alter ego dell’autore in queste pagine non è lo scopritore del manoscritto, il nipote Gianluca, bensì il bizzarro personaggio che aiuta la vecchia signora a scrivere la sua storia. La postfazione è dedicata interamente a lui.
Molti sono i personaggi che animano la vicenda: da comuni popolani a uomini d’armi, da nobili signori a persino Napoleone. Tutti sono molto umani, con le loro ombre e le loro luci. È difficile individuare chi tra di loro sono i buoni e i cattivi, perché come nella realtà non esiste una divisione netta: ognuno di loro ha le sue tragedie e le sue colpe.
Unici personaggi del tutto puri e positivi sono Elisa ed Enzo, i due giovani innamorati il cui animo non consce macchia alcuna.
Le streghe di Albisola
Le streghe di Albisola sono cinque in tutto. Le loro storie non sono però storie di paura per spaventare i bambini, né loro stesse incutono timore. Le cinque donne erano simpatiche e bizzarre: si ritenevano abili in rituali magici d’amore, tanto che nella piazzetta dinnanzi a Villa Gavotti animavano spesso le notti di luna piena con i loro sabba mentre con le loro formule magiche incuriosivano gli abitanti che portavano loro pane dolce in cambio di una fattura d’amore.
Conclusioni
È stato davvero piacevole scoprire una parte di folklore italiano che mi era del tutto sconosciuto. Le nostre tradizioni sono molto bistrattate, ci vorrebbero più autori come Mirko Micheletti per riscoprirle e dar loro la giusta notorietà. Nonostante la scrittura sia comunque ancora acerba, il lavoro di ricerca e approfondimento c’è stato e si sente che è stato lungo e approfondito. Spero di trovare sempre più libri in futuro che traggono la loro ispirazione dalle storie delle nostre nonne.