E’ emergenza abitativa a Barletta. Gli affitti delle case sono sempre più alti rendendoli sempre più inaccessibili a persone con un reddito medio-basso. Poi c’è chi perde il lavoro, o comincia a guadagnare meno a causa di condizioni di lavoro precarie, e non riesce più a pagare i fitti o accumula ritardi. In questa situazione generale di insicurezza molti proprietari preferiscono non dare in affitto la propria casa se non con particolari garanzie.
Al danno si aggiunge la beffa. E’ stato annunciato l’inizio dei lavori per 24 alloggi pubblici, le vecchie case popolari, a Barletta. Sembra una vittoria, un passo in avanti ma è soltanto una magra consolazione. Non solo non si costruiscono case popolare dal lontano 1992 ma valutando l’accordo di programma siglato tra il presidente Vendola e l’assessore Barbanente ci rendiamo conto che sono più di 2000 gli alloggi da rendere disponibili nell’intera regione (1628 nuovi e 421 da ristrutturare), circa un alloggio ogni 2000 abitanti. Calcolo che evidentemente non tiene conto della popolazione di Barletta e della grave situazione dei costi delle case e dei fitti.
Per questo chiediamo ai politici che in questo periodo rivendicano la “conquista” di non esultare sulla miseria e sull’elemosina che le istituzioni cui appartengono ci stanno elargendo. Chiediamo, piuttosto, che si faccia subito un censimento delle case sfitte, sia pubbliche che private, e che si elabori un piano per renderle fruibili favorendo la cessione in fitto degli appartamenti a costi accessibili.
Si cerchi, inoltre, di rimediare allo sgombero effettuato qualche mese fa dando risposte immediate ai 90 ex occupanti, tra cui anziani e bambini, attualmente sistemati in palazzetti e scuole. Si metta fine al disagio perchè il tetto non può e non deve essere un lusso, ma un diritto fondamentale.