La disputa tra psicologi e counselor non psicologi

Si leggano questi articoli sul counseling: 

https://www.sanitainformazione.it/lavoro/counselor-stop-dal-ministero-della-salute-attivita-che-si-sovrappone-a-quella-dello-psicologo/
https://www.sanitainformazione.it/lavoro/counselor-stop-dal-ministero-della-salute-attivita-che-si-sovrappone-a-quella-dello-psicologo/

https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=70084

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/21/counseling-ministero-sanita-possono-farlo-solo-gli-psicologi-associazione-di-categoria-atteggiamento-corporativo/4912817/

https://www.orientamento.it/il-ministero-della-salute-il-counseling-puo-essere-svolto-solo-da-professioni-regolamentate/

https://www.ordinepsicologier.it/it/notizie/382

https://www.psichelogia.com/post/ministero-della-salute-counselor

Cerchiamo di fare un minimo di chiarezza per quanto possibile. Molto probabilmente questi 6 articoli citati sono “propagandistici” da parte di fonti serie e autorevoli? Non credo proprio.   E se così fosse, si denunci i giornalisti per notizie false e tendenziose, per falso ideologico. Molto probabilmente i suddetti giornalisti hanno scritto questi articoli per sensazionalismo? Molto probabilmente il ruolo svolto dagli psicologi è solo “corporativo”? Oppure intende tutelare la salute del cittadino? Leggete questi articoli per farvene un’idea, che io non sono un avvocato, né un giudice, né un professore di diritto. Il Ministero della Salute scrive di “palese sovrapposizione della figura del counselor non psicologico con quella dello psicologo,  dello psicoterapeuta, del medico”. Questo è certo, al di là del  materiale che si trova in rete sulla normazione della figura di counselor e sull’attività interdetta o meno dei counselor non psicologi. È però solo una dichiarazione del Ministero della Sanità e si attende la stesura di una normativa.  Un’altra cosa certa è il business non indifferente che si cela dietro questa diatriba. I counselor non psicologi si rifanno alla legge numero 4 del 2013 in cui è scritto che si evidenzia, come chiaramente espresso in vari punti della legge (cfr. in particolare l’art.1, comma 4), che possono svolgere l’attività anche i professionisti non iscritti ad alcuna associazione o iscritti ad associazioni non presenti sul sito del Ministero. Il che significa che non esiste una regolamentazione legislativa della professione di counselor e che nessun vantaggio, in termini di validità legale o di qualsiasi altro tipo deriva dall’appartenenza a una delle associazioni incluse nell’elenco.  I counselor non psicologi si rifanno anche alla riammissione nel Mise dell’Assocounseling da parte del Tar, dopo che la sentenza di primo grado ne aveva previsto la cancellazione.  Vedremo come si evolverà la vicenda. Gli psicologi dal canto loro citano la lettera del Ministero della Salute all’UNI, ente nazionale di normazione, del 18/1/2019 da parte della direttrice generale Rossana Ugenti, in cui si trova scritto: “.. il progetto di norma UNI n.1605227 pone la figura del Counselor non psicologo – si legge nella lettera del Ministero – in palese sovrapposizione con quelle dello psicologo, dello psicologo psicoterapeuta, del dottore in tecniche psicologiche, del medico, del medico psichiatra, del medico psicoterapeuta, in analogia con il precedente progetto UNI 08000070 sul “Counseling relazionale”, la cui adozione venne già sospesa da codesto Ufficio.  Nello specifico si chiede la sospensione del progetto di norma n°1605227 sulla figura del counselor e viene sospeso per intervento del Ministero della Salute il progetto normativo n°08000070 sul counseling relazionale. 

Quanto scritto dal Ministero della Salute non è comunque il “parere degli psicologi”, ma si basa sulla indicazione dell’ordine degli psicologi.  Così come non è un parere ma una mera constatazione di fatto, basata sulla logica deduttiva e su qualche conoscenza in materia, che lo psicologo studia gli stati mentali e i comportamenti delle persone, “normali” e patologici, e su di essi cerca di intervenire, relazionandosi con i pazienti/clienti, cercando di migliorare la qualità della vita dei pazienti/clienti. Mi sembra che questa sia una definizione plausibile e ragionevole. E la stessa cosa finiscono (senza alcuna preparazione specifica e iscritti a un albo che non prevede radiazioni) per farla sempre anche i counselor non psicologi. Purtroppo esiste un counseling improvvisato, commerciale, dilettantesco, in cui sedicenti esperti fanno le veci degli psicologi.  La definizione di counselor fornita dall’Osservatorio Nazionale Professioni 2018, realizzato da CNA Professioni, è  “il professionista che, mediante ascolto attivo, dialogo ed orientamento, affianca il cliente, aiutandolo ad affrontare problematiche riguardanti i momenti della vita che comportano cambiamenti e scelte”. E questo non è il lavoro dello psicologo? Counseling non è perciò una branca o addirittura sinonimo di psicologia? Il counseling in fondo è terapia della parola e così il coaching. Prendiamo ad esempio il counseling filosofico, quello apparentemente più lontano dalla psicologia: ebbene la classificazione e la tipologia delle personalità (platonica, aristotelica, epicurea) è anch’essa una forma di psicologia, che ha la stessa validità scientifica dei segni zodiacali. Prendiamo ad esempio il counseling nutrizionale, dove addirittura troviamo un mix di psicologia e medicina. Le cose sono due: i counselor e i coach non psicologi denunciano giornalisti e l’ordine degli psicologi per falso ideologico oppure più realisticamente gli psicologi dovrebbero denunciare per esercizio abusivo della professione i counselor e i coach non psicologi. Ai giudici l’ardua sentenza. Attendiamo gli sviluppi della vicenda. 

Ricordo che nel codice deontologico degli psicologi è scritto: “Articolo 8. Lo psicologo contrasta l’esercizio abusivo della professione come definita dagli articoli 1 e 3 della Legge 18 febbraio 1989, n. 56, e segnala al Consiglio dell’Ordine i casi di abusivismo o di usurpazione di titolo di cui viene a conoscenza. Parimenti, utilizza il proprio titolo professionale esclusivamente per attività ad esso pertinenti, e non avalla con esso attività ingannevoli o abusive”. 

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Nato nel 1972 a Pontedera. Laureato in psicologia. Collaboratore di testate giornalistiche online, blog culturali, riviste letterarie, case editrici. Si muove tra il pensiero libertario di B.Russell, di Chomsky, le idee liberali di Popper ed è per un'etica laica. Soprattutto un libero pensatore indipendente e naturalmente apartitico. All'atto pratico disoccupato.

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