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“Avevo bisogno di speranza, e di vedere morire di peste i cattivi, e che l’amore dopo aver attraversato l’inferno trovasse un modo per vincere”.
Roberta Lepri
Roberta Lepri è originaria di Città di Castello ma cresciuta in Toscana, nella Maremma. Ha vinto diversi premi letterati e pubblicato vari testi, tra cui “La gentile” che fa parte della collana Amazzoni della casa editrice Voland.
Il significato di “La gentile”
Nel testo l’autrice utilizza l’articolo e il termine “La gentile” per rivolgersi a due dei personaggi principali, ovvero Ester, una bambina dapprima, donna poi, povera e umile, discendente di ebrei convertiti: una “gentile”; e all’americana Alice Hallagarten che peraltro è la voce narrante di tutto il testo, arrivata in Italia inizi ‘900.
Dunque il periodo storico in cui si ambientano le vite e le storie dei protagonisti è fine ‘800, e arriva fino alla prima metà del ‘900.
La parola gentile “deriva dal tardo soprannome latino Gentilis, basato su gens (“stirpe”, “popolo”), che originariamente aveva il significato di “appartenente alla stessa stirpe” e poi di “pagano”. Nel Medioevo insorge come nome affettivo basato sull’italiano “gentile” (cioè “nobile”, “cortese”); l’uso corrente, più comune al maschile ma ben attestato anche al femminile, si rifà proprio a quest’ultima tradizione, ed è sorretto anche dal culto verso i due beati così chiamati. È diffuso in tutta Italia, con prevalenza nel nord (Fonte Wikipedia).
La copertina di “La gentile”
Nella copertina del testo, a cura di Alberto Lecaldano è raffigurato l’uroboro, ovvero la raffigurazione di un serpente che si morde la coda, assunta dalla psicologia analitica come simbolo archetipico della condizione indistinta che precede lo sviluppo della personalità, e che nei ringraziamenti, l’autrice descrive come “simbolo dell’energia che si rinnova e mai smette di esistere”.
La trama
La scuola filantropica e Alice
Alice Hallangarten arriva in Italia e sposa il barone Leopoldo Franchetti e lo convince a finanziare un grande progetto filantropico: la fondazione di una scuola per i figli dei contadini prima e una scuola di ricamatrici poi: “La Tela Umbra”. Alice è una donna ricca, che però ha una salute precaria di base genetica che attacca i polmoni. È una donna istruita, altruista che mette il bene dei “meno fortunati” prima di tutto. Viaggia molto e dai suoi viaggi apprende tanto e non solo, cerca anche posti caldi che possano alleviare i suoi malanni.
Ester e la sua povertà
Ester è una bambina condannata a vivere tra ristrettezze e stenti, con un fratello gemello con un deficit fisico e una madre che non solo la rifiuta, ma che sembra detestarla. Vive nella miseria e ha poche certezze: si sente ebrea fino al midollo anche se la madre la costringe a portare sempre in tasca un rosario che in un futuro lontano – per amor della precisione, nella seconda guerra mondiale – le tornerà molto utile; nell’altra tasca ha il suo sogno, diventare maestra.
L’incontro con la Montessori e una Singer per podere
In uno dei suoi tanti viaggi, Alice incontra la pedagogista Maria Montessori, rimane folgorata dai suoi metodi di insegnamento e sposa la sua visione e il suo metodo educativo.
Alice è una benefattrice, una sognatrice, vuole cambiare il mondo con le stesse convinzioni che avevano le suffragétte, forte e certa anche dell’amore e della bontà di suo marito, figura marginale nel testo che si muove dietro a Alice che per amore e richiesta della stessa il giorno del suo compleanno le regala una Singer – la famosa macchina per cucire – a podere.
Muoversi delicatamente tra due mondi
Il racconto storico si muove delicatamente tra due mondi, due anime: il mondo di Pluto che nella mitologia greca è dio della ricchezza, figlio di Demetra e di Iasione. Il suo nome, legato in origine alla prosperità dei campi, indicò poi ogni forma di ricchezza e di benessere, e l’anima di Alice un’anima che vive nell’agiatezza ma che tuttavia a causa della malattia che affligge lei e la sua famiglia le ha fatto sperimentare diverse forme dolore; e il mondo di Penìa che è la dea personificazione della povertà e del bisogno, nella mitologia greca. Si unì a Poro al compleanno di Afrodite e fu la madre di Eros, il dio dell’amore e l’anima di Ester che vive nella povertà non solo materiale ma anche di affetti.
L’ambientazione
Lo sfondo in cui si muovono tutti i personaggi è quello di Città di Castello un comune italiano nella provincia di Perugia, in Umbria. Un mondo dove Alice che ama i cavalli, vive in modo malinconico la trasformazione di un’epoca in cui le macchine, in particolare viene citata la Lancia, una tra le case automobilistiche più antiche d’Italia, prendono il posto delle carrozze.
“La gentile” è un romanzo che pagina dopo pagina ci fa immergere in quei luoghi, vivere quelle stesse vite dei personaggi, sperando e auspicando per quelli stessi un futuro migliore e un lieto fine.