Da sempre, l’essere umano racconta la sua storia attraverso le favole. Dapprima in forma orale, come i Trovatori nelle corti feudali che cantavano e recitavano gesta di eroi, mentre gli abitanti delle corti vivevano di diatribe, segreti, Amor Cortese. E poi queste storie hanno viaggiato e sono arrivate intorno ai camini, mentre la famiglia mangia dolci castagne, aspettando Halloween e poi il Natale. Nelle sere nevose e quelle fatte di temporali, un padre racconta storie tratte da fatti veri, trasformandole in favole, fiabe a una figlia. E non sempre tutti “Vissero felici e contenti”, anzi, tutt’altro.
Il tempo scorre e quelle favole, fiabe, nelle tiepide primavere che annunciano l’estate con l’odore di fieno tagliato e lucciole, quella figlia le racconta al figlio. Ma che differenza c’è tra favola e fiaba? “Fiaba” e “Favola” derivano entrambe dal latino fabula (“racconto”), ma si riferiscono a due generi diversi. I protagonisti delle favole sono gli animali, e hanno sempre una morale. Le favole di Fedro e di Esopo, sono le più famose.
Le fiabe hanno invece origini popolari antiche e non hanno una morale. Sono popolate da esseri umani che convivono con fate, animali, combattono streghe e draghi. I fratelli Grimm, Perrault, Andersen, Basile hanno raccontato molte storie, leggende e il signor Walter Elias Disney le ha trasformate in fiabe, dolcificando il finale – e non solo –, per renderle accessibili ai più piccoli. Già. Perché le fiabe sanno essere crudeli. La Sirenetta, nella storia originale di Andersen, non sposa il principe, ma muore gettandosi tra le onde del mare. Cenerentola in una prima versione della storia uccide la prima matrigna dolce e silenziosa, aiutata dalla balia, quella che poi diventerà la cattiva matrigna che ha due figlie che vestiranno i panni delle sorellastre perfide di Cenerentola. E perché non parlare degli antagonisti di questi racconti in maniera diversa? La Disney Pictures ha iniziato qualche tempo fa, narrando le storie di “Malefica” e “Crudelia”.
Nessuno a volte, vuole vedere. Cappuccetto Rosso, Biancaneve, Peter Pan, Ariel, Alice, sono sempre stati degli eroi indomiti che hanno popolato le fantasie di ogni bambino, adolescente, adulto, ma i loro poveri antagonisti? Hanno subito, vivendo all’ombra dei beniamini, covando vendette e ideando piani di attacchi catastrofici, tuttavia la loro fine è stata sempre e comunque, terrificante. Non sono loro l’altra metà del mondo, quella oscura? No, non la notte, ma la mente umana, perché loro, sono stati ideati da abili scrittori per soddisfare e raccontare l’universo umano e le sue mille sfaccettature. Una mano può creare o distruggere, e il motivo della scelta, può essere affascinante e sicuramente da ricercare tra i miliardi di neuroni che popolano il cervello umano e le sinapsi che sono la loro connessione. Perché ci fanno pena la
povera gallina, il disgraziato salmone, lo sfuggente topolino, la meravigliosa farfalla, la soffice lepre, ma mai proviamo compassione per la furba volpe, il burbero orso, l’ambiguo serpente, il temibile ragno, il sagace leone? Probabilmente perché l’essere umano è il predatore più egocentrico, narcisista, avaro e oscuro che popola il pianeta Terra. Ma forse, dopotutto, una parte di noi, parteggia sempre e comunque per l’antagonista che in fondo riesce a far smuovere quell’organo capriccioso, denominato cuore o quest’ultimo è solo un’utopia creata dal cervello, per nascondere le sue emozioni, suffragando così la sua razionalità?
E le favole/fiabe moderne? Alcune entrano nel cuore. Scritte in rima e illustrate da un “mago dell’illustrazione”, sono capaci di intrattenere grandi e piccini, loro sono: Julia Donaldson e Axel Scheffler. Un autore tutto italiano invece che rende accessibili ai più piccini storie di grandi autori classici è Daniele Aristarco con: “Shakespeare in shorts, Dieci storie di William Shakespeare”, e “Così è Pirandello (se vi pare) – I personaggi e le storie di Luigi Pirandello”. Molto interessanti, sempre dello stesso autore i libri: “Io dico no, Storie di eroica disobbedienza” e “Io dico sì! Storie di sfide e di futuro”.
Non possono mancare nella libreria, ovviamente, i libri di Rodari, di Roald Dahl, del Dottor Seuss né “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry. E indiscutibilmente una libreria deve anche contenere i libri della collana de “Il Filo di Arianna” una collana pedagogica curata da Cristina Desideri e Gabriella Picerno e pubblicata dalla GD Edizioni. Le varie tematiche affrontate in questa collana, che ha diversi autori, vogliono essere di aiuto ai bambini e mirano a sostenere i genitori ad affrontare situazioni– ahinoi – più grandi di quello che ci aspettiamo.
Perché: “Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso”, Daniel Pennac.