La leggenda di Robin Hood nel romanzo di Wu Ming 4

La leggenda di Robin Hood riletta attraverso lo sguardo unico di Wu Ming 4. Un viaggio narrativo tra storia e mito che rivoluziona l’iconico eroe.

“La vera storia della banda Hood” di Wu Ming 4 è un romanzo avvincente sulla leggenda di Robin Hood, ambientata nella foresta di Sherwood. Attraverso una narrazione, ma anche una ricerca storica delle fonti, che intreccia il folclore inglese con la realtà storica, il romanzo ci porta dentro la storia inglese negli anni della reggenza di Riccardo Cuor di Leone, partito per la terza crociata, e del suo successore, Giovanni Senza Terra, che durante la sua assenza cerca di prendere il potere con l’aiuto dei nobili e del Re di Francia.

Il libro non solo racconta le gesta di una banda di fuorilegge fuggitivi, ma indaga anche le origini mitologiche del suo nome, attraverso le diverse teorie e i diversi studi già condotti sul tema. Wu Ming 4 mette insieme queste diverse interpretazioni che vorrebbero Robin Hood figura mitologica o personaggio realmente esistito. Nella nostra storia non c’è un personaggio dal nome Robin, ma sono gli stessi componenti della banda a fare riferimento e a citare Robin Goodfellow, un folletto del folclore britannico, suggerendo una connessione spirituale e culturale con gli elementi della foresta e le credenze pagane.

Trailer di La vera storia della banda Hood.

Wu Ming 4

Wu Ming 4, pseudonimo di Federico Guglielmi, è uno degli esponenti del collettivo Wu Ming. Originario di Ravenna, Guglielmi ha contribuito a diversi lavori sia come parte del collettivo sia individualmente, affrontando temi che spaziano dalla storia alla letteratura, fino alla mitologia.

Prima di adottare il nome Wu Ming, che in cinese significa “senza nome” e viene usato da chi vuole esprimere opinioni restando anonimo, i membri facevano parte del progetto Luther Blisset, con il quale hanno pubblicato il romanzo Q.

Oltre a “La vera storia della banda Hood”, Wu Ming 4 è autore di romanzi come “Stella del Mattino” e “Il piccolo regno”, oltre a saggi che trattano l’eroismo e le narrazioni mitologiche come “L’eroe imperfetto” e “Difendere la Terra di Mezzo”, quest’ultimo focalizzato su Tolkien. Questi lavori evidenziano la sua capacità di intrecciare letteratura, storia e critica sociale in narrazioni complesse.

Il sito del collettivo, www.wumingfoundation.com, offre ulteriori dettagli su queste pubblicazioni e su altre iniziative del gruppo, soprattutto di carattere politico e sociale.

Contesto storico

Ambientato negli anni turbolenti che seguono la partenza di Riccardo Cuor di Leone per la Terza Crociata, “La vera storia della banda Hood” di Wu Ming 4 si svolge tra York, il bosco di Barnsdale vicino al villaggio di Pontecraft, nella foresta di Sherwood e nei dintorni di Nottingham. Gli anni del romanzo sono quelli tra il 1190 e il 1194, ovvero tra la parte del re Riccardo e il suo ritorno dalla crociata.

La vicenda storica è caratterizzata da una disputa tra nobili e potenti sostenitori del re legittimo e tra quelli che cercano di aiutare Giovanni, suo fratello, a prendere il potere. Sono gli anni dei contrasti tra sassoni e invasori normanni, gli anni delle guerre di religione che si attuano anche in Europa in una caccia agli ebrei che spesso ha delle ragioni economiche. È in questo contesto che la banda di Robin Hood e la foresta di Nottingham diventano un simbolo potente della lotta contro l’autoritarismo, in opposizione ai freddi e impenetrabili muri del castello, dove il potere si concentra e si esercita senza pietà.

I personaggi del romanzo

In “La vera storia della banda Hood” di Wu Ming 4, la trama si arricchisce attraverso personaggi vari e complessi che oscillano tra la realtà storica e la mitologia. Il romanzo utilizza figure storiche e leggendarie per tessere una narrazione che esplora temi di giustizia e ribellione.

Gisborne, un cavaliere leale al potere normanno, uomo che usa la sua intelligenza per tessere le sue trame e portare a termine la sua missione. Marian è la moglie dello sceriffo, che, nonostante il suo ruolo ufficiale, nasconde simpatie segrete per la causa dei fuorilegge.

Little John, tradizionalmente rappresentato come la forza bruta della banda, qui ha una profondità inaspettata, offrendo momenti di riflessione filosofica e sostegno morale ai suoi compagni. Al suo fianco, Maud, descritta come mezzafata, porta un elemento di misticismo e connessione con il mondo naturale, rafforzando il legame della banda con le forze antiche che proteggono la foresta.

Il romanzo introduce anche il cieco, un personaggio che nella città di Nottingham conosce la storia di tutte le persone e interrogato risponde in cambio di monete o vivande. Il cantastorie è un personaggio che si sposta di città in città per raccontare le vicende delle crociate e quelle della banda Hood. Sarebbe stato proprio un cantastorie a raccontare per primo la storia di Robin Hood e della sua banda. Ha un ruolo centrale nella storia anche per altri motivi.

Le figure mitologiche

Le figure mitologiche come Robin Goodfellow, il vecchio Hob o Hobgoblin, e Puck arricchiscono ulteriormente il contesto narrativo, mentre Cernunnos e Hob vengono evocati dai personaggi per riflettere la presenza di una spiritualità antica e misteriosa nella foresta, sebbene non abbiano un ruolo attivo nella storia. Queste entità, tratte dal folklore britannico, simboleggiano vari aspetti della natura e della psiche umana. Robin Goodfellow incarna lo spirito ingannevole ma giusto della foresta, agendo come un simbolo di astuzia e giustizia nel cuore della resistenza contro l’oppressione. Giocando con il nome di questo spirito si arriva al nome Robin Hood.

Temi principali

Il romanzo “La vera storia della banda Hood” di Wu Ming 4 affronta una serie di temi complessi e intrecciati, tra cui le dinamiche di potere, la mitologia e il contrasto tra le credenze ufficiali e quelle popolari.

Lotta contro il potere oppressivo e resistenza

La resistenza contro le autorità oppressive costituisce il cuore pulsante del romanzo. Ambientato durante il turbolento regno di Riccardo Cuor di Leone, il racconto ci mostra le tensioni tra i poteri istituzionali rappresentati dallo sceriffo di Nottingham, la regina madre e gli altri nobili che sostengono Giovanni, fratello del re. A questi poteri si oppone la resistenza clandestina della banda di fuorilegge nascosta nella foresta di Sherwood. Questo conflitto si manifesta non solo attraverso scontri diretti, ma anche nelle quotidiane sfide alla sovranità dello sceriffo, simbolo di un ordine normanno che cerca di sopprimere i diritti e le libertà dei sassoni, il popolo inglese sottomesso dall’invasione normanna.

Contrasto tra religione ufficiale e credenze popolari

Il romanzo affronta il tema del contrasto tra la religione ufficiale e le credenze popolari. In un’epoca segnata da guerre di religione e da una crescente divisione tra il cristianesimo ortodosso e le antiche tradizioni pagane, il libro ritrae la foresta di Sherwood come un rifugio per quelle antiche credenze, spesso in opposizione diretta con l’ortodossia religiosa promulgata dal potere normanno. Questa tensione si riflette nei personaggi della banda, che spesso si appoggiano a una spiritualità più sincronizzata con la natura, più matriarcale e meno dogmatica, trovando nei miti e nelle leggende la forza per resistere e per conservare la propria cultura e identità.

Stile narrativo

Lo stile narrativo di Wu Ming 4 in “La vera storia della banda Hood” è distintivo e multiforme, caratterizzato da un uso ricco e variato di tecniche narrative che arricchiscono la trama e approfondiscono i temi centrali del romanzo. L’autore fa ampio uso di dialoghi vivaci e autentici che non solo portano avanti la narrazione, ma rivelano anche i conflitti interni e le motivazioni dei personaggi, contribuendo a costruire una dinamica relazionale complessa e credibile.

Le descrizioni, particolarmente quelle della foresta di Sherwood e dei vari ambienti, sono evocative e immaginifiche, trasportando il lettore direttamente nel cuore dell’Inghilterra medievale. Wu Ming 4 utilizza queste descrizioni per contrastare gli spazi di libertà con quelli di oppressione, dipingendo la foresta come un luogo quasi magico di rifugio e resistenza contro le strutture imponenti e soffocanti dei castelli e delle città.

Inoltre, l’uso di tecniche narrative come il racconto incrociato e la narrazione a più voci permette di affrontare la storia da vari punti di vista, arricchendo la storia con diverse prospettive e sfumature. Questo approccio non solo mantiene alta l’attenzione del lettore, ma amplifica anche la complessità dei temi trattati, come la lotta per il potere, l’identità e la resistenza.

Robin Hood nella letteratura e nel cinema

“Il Robin Hood” è una figura che ha attraversato secoli di storia letteraria e cinematografica, evolvendo da semplice fuorilegge a simbolo di giustizia sociale. “La vera storia della banda Hood” di Wu Ming 4 si inserisce in questo ricco panorama culturale, dialogando con diverse interpretazioni della leggenda.

Dal tardo XVI secolo, la figura di Robin Hood è stata retrodatata al periodo delle Crociate, come si riflette nelle ballate che lo collocano nel regno di Riccardo I d’Inghilterra. Questo periodo storico è diventato un contesto popolare per la leggenda, come evidenziato dal classico romanzo “Ivanhoe” di Walter Scott, che ha introdotto l’idea di Robin Hood come un sassone che lotta contro i signori normanni. Questa visione è stata ulteriormente popolarizzata nei romanzi di Alexandre Dumas, che hanno raffigurato Robin come un eroe privato delle sue terre e trasformato in un fuorilegge.

Robin Hood al cinema

Il cinema ha contribuito significativamente a mantenere viva la leggenda di Robin Hood. Fin dal primo film muto del 1908, “Robin Hood and His Merry Men”, passando per la celebre interpretazione di Errol Flynn nel 1938 in “La leggenda di Robin Hood”, fino a interpretazioni più moderne come “Robin Hood – Principe dei ladri” con Kevin Costner e “Robin Hood” diretto da Ridley Scott con Russell Crowe. Ogni versione cinematografica ha tirato fuori diverse sfaccettature del personaggio, dalla ribellione giovanile alla maturità combattiva.

Anche le rivisitazioni in chiave comica, come “Robin Hood – Un uomo in calzamaglia” di Mel Brooks, e quelle animate, come il Robin Hood della Disney del 1973, dove i personaggi sono animali, mostrano come la figura di Robin Hood possa essere adattata a contesti e pubblici molto diversi. Persino le versioni futuristiche come il cartone animato “Rocket Robin Hood” testimoniano la versatilità e l’eterna popolarità di questa leggenda.

Questo ampio spettro di rappresentazioni mostra come la figura di Robin Hood sia non solo un’icona della cultura popolare, ma anche un potente strumento narrativo per trattare temi di ingiustizia, coraggio e redenzione. Nel contesto di “La vera storia della banda Hood”, Wu Ming 4 sfrutta questa tradizione per arricchire la sua narrazione, inserendo la leggenda in un tessuto storico e culturale più precisi.

Perché leggere La vera storia della banda Hood

“La vera storia della banda Hood” di Wu Ming 4 rappresenta un’aggiunta significativa e ricca di spunti al canone delle narrazioni su Robin Hood. Questo romanzo si distingue per la sua fluidità narrativa e la capacità di mantenere alto l’interesse del lettore, offrendo una lettura coinvolgente che non annoia mai. La prosa è scorrevole e articolata in modo tale da facilitare l’immersione totale nella storia, rendendo ogni pagina avvincente e significativa.

Wu Ming 4 conferma anche in questo lavoro la sua abilità di intrecciare con successo la ricerca storica con la finzione narrativa, creando un’opera che è tanto informativa quanto intrattenente. La sua approfondita conoscenza storica e la sensibilità letteraria arricchiscono il romanzo, fornendo ai lettori una visione sia panoramica sia dettagliata degli eventi e delle figure storiche.

Raccomando vivamente la lettura di “La vera storia della banda Hood” a chiunque sia interessato a scoprire una versione di Robin Hood che sia radicata nella storia ma aperta a interpretazioni e influenze mitologiche e culturali. È particolarmente indicato per lettori che apprezzano le narrazioni storiche complesse, i personaggi ben sviluppati e le storie che superano le percezioni tradizionali di figure leggendarie. Lo consiglio anche a lettori e appassionati di opere di Tolkien, passione condivisa dall’autore di questo romanzo.

Qui di seguito un’intervista di Paolo Nardi a Wu Ming 4 su La vera storia della banda Hood.

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