“La notte eterna del coniglio” di G. Gardumi

Recensione di La notte eterna del coniglio di G. Gardumi.

La notte eterna del coniglio è l’esordio letterario di Giacomo Gardumi. Il successo che ottenne il romanzo fu tale che ne fu tratto un film per la regia di Valerio Boserman. Il film non è mai uscito nelle sale ma è disponibile su internet e credo proprio che me lo procurerò: se è coinvolgente anche solo la metà del libro ne varrà la pena.

Giacomo Gardumi – l’autore

Gardumi nasce a Milano nel 1969 ma trascorre la propria giovinezza a Roma dove studia lingue orientali. Dopo la laurea, si trasferisce a Shangai che elegge a sua dimora, se si esclude una breve parentesi nella città di Parigi.

Nel 2004 pubblica un altro romanzo, L’eredità di Bric, anch’esso un thriller.

Questa è la recensione di La notte eterna del coniglio, di G. Gardumi.

La notte eterna del coniglio – la trama

Voce narrante e protagonista della vicenda è Jane, giovane donna di San Francisco Da poco sposatasi con Mark. Siamo nei giorni di Pasqua nell’anno domini 2010 quando Jane e Mark si recano ad un pranzo in famiglia dove sono presenti i due padri dei coniugi, il marziale Norman e il dolce Erik, zia Audrey e zio Frank, e una giovane coppia di vicini con figli. Un gruppetto molto eterogeneo, tenuto insieme in effetti da un unico fattore: Norman ha convinto tutti gli altri (tranne Jane e Mark) a farsi costruire un sofisticatissimo rifugio antiatomico nel giardino di casa. Perché, si sa, non si può mai sapere cosa succederà.

Incredibilmente, sarà questo a salvare loro la vita: i delicati equilibri internazionali crollano improvvisamente e quando alla radio viene annunciato un attacco atomico i nostri personaggi riescono a barricarsi nei bunker appena in tempo.

Jane e Mark loro malgrado ma anche per fortuna si ritrovano divisi: Jane era andata a trovare il padre e rimane quindi nel suo rifugio, mentre Mark era andato a trovare il suo di genitore e di conseguenza trova rifugio da lui. Ma i bunker, appunto sofisticatissimi, sono tutti collegati tra loro tramite un sistema audio-video, quindi la comunicazione tra sopravvissuti può avvenire senza problemi e i quattro nuclei si possono fare forza gli uni con gli altri.

Il mondo fuori è ormai una landa carbonizzata spazzata dal vento, l’intera umanità è stata spazzata via. Mentre i superstiti cercano di ricostruire una parvenza di normalità in attesa che le radiazioni all’esterno si abbassino abbastanza da poter uscire, succede qualcosa. Qualcosa che non avrebbe dovuto né potuto succedere eppure succede.

Qualcuno bussa alla porta di un rifugio.

L’atmosfera del libro

In un’intervista, Giacomo Gardumi ha parlato del suo romanzo come di “un film su carta”, ed è proprio così, si ha davvero l’impressione di guardare un film post-apocalittico come solo Hollywood sa produrre.

Il ritmo è quello di una bomba a orologeria, una volta innescata sembra che proceda sempre più in fretta fino al momento della deflagrazione.

La notte, l’oscurità in cui si ritrovano i personaggi è “eterna”, le tenebre in cui sono piombati sembrano non poter mai avere fine. Quanto dureranno le scorte dei rifugi? Quando potranno uscire da lì? Ma soprattutto: quando usciranno, cosa troveranno?

La convivenza forzata in pochissimi metri quadri altera una realtà già deformata, finché tutto non appare folle, assurdo, impossibile. Ma l’impossibile è proprio ciò che succede; l’impossibile si manifesta e viene a bussare alla porta.

L’ispirazione di G. Gardumi per La notte eterna del coniglio

Per chi non è del tutto digiuno di questo genere, i campanelli che suonano sono davvero numerosi.

Il primo tra tutti, direi che può essere I conigli rosa uccidono, uno dei capitoli della saga di Dylan Dog nel quale il messaggio di fondo è: non tutti i cattivi sembrano dei mostri e non tutte le cose che sembrano innocenti lo sono davvero.

In ambito letterario, come ammette lo stesso scrittore nella sua intervista, un riconoscimento va senz’altro a Lovecraft per la forza evocativa del male; la scuola anglosassone del thriller contemporaneo, invece, lo ha ispirato per quanto riguarda la narrazione incalzante.

In ambito cinematografico, non si può non pensare al film Donnie Darko.

Insomma, i rimando sono tanti, ma la storia che ne risulta è del tutto originale. L’autore parte da basi forti e ben consolidate mail suo sviluppo è inedito e personale, anzi gli va riconosciuto un merito particolare per non essere caduto nella trappola dei cliché di questo genere, come la storia d’amore tra sopravvissuti.

Considerazioni

Nonostante le più di 400 pagine, l’ho letto in un giorno. Sul serio, un solo giorno passato incollata alle pagine. Non sono riuscita a fare nient’altro, la mia mente era chiusa in un rifugio antiatomico alla periferia di San Francisco, avevo appena sentito qualcuno o qualcosa bussare alla porta esterna e non potevo assolutamente non sapere cosa stesse succedendo.

Da leggere quando si sta attraversando un periodo di bonaccia, letteraria e non, e si ha bisogno di movimentare un po’ le cose.

Adesso scusate ma vado a recuperare il film.

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Laureata in Lettere moderne
Lettrice forte
Vari corsi di editoria intrapresi
Collaboratrice di riviste indipendenti
Viaggiatrice indefessa

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