La Provincia di Bari condanna a morte i cinghiali

Dalle pagine de La Gazzetta Del Mezzogiorno – Nordbarese provincia di domenica 21 settembre 2008 si legge che è stato approvato un programma di abbattimento selettivo di cinghiali sul territorio di Spinazzola. Sulle pagine dello stesso giornale si parla di “allarme cinghiali” che provocherebbero ingenti danni alle automobili e alle colture. Naturalmente a farsi promotore dell’iniziativa è l’associazione Federcaccia nella persona del presidente locale Franco D’amato che in un incontro tra le associazioni venatorie e gli enti ha ottenuto il via libera per un provvedimento atto a “riequilibrare” la presenza dei cinghiali sul territorio. Dalle parole dell’articolo pare che il rappresentante si sia messo a disposizione per offrire un servizio e un aiuto alla comunità colpita dalla “peste” cinghiali. Non può, però, non essere evidente che un’associazione di cacciatori ha tutto da guadagnarci da un abbattimento di cinghiali autorizzato dalle istituzioni poichè queste prede sono molto ambite e ben pagate dai ristoratori che potrebbero così offrire ai loro clienti dei piatti non presenti tutto l’anno sui mercati.

Il provvedimento con cui dovremo assistere all’abbattimento di numerosi cinghiali riguarda il territorio di Spinazzola e Minervino Murge, città comprese nel Parco dell’Alta Murgia. Ridicola risulta l’affermazione del cacciatore <<La passione per la caccia non prescinde dal senso di responsabilità e dell’amore verso il territorio>> con la quale lo stesso si dipinge beneffatore nascondendo la brutalità delle loro attività e le verità sul problema reale (se mai ce ne fosse uno); e se davvero ci fosse un gran numero di cinghiali perchè questo è avvenuto. Un problema si dovrebbe risolvere risalendo alla causa che l’ha originato, non invece coi fucili facendo ricorso ad una primitiva pratica che trovava le proprie ragioni nella necessità di cercare cibo (necessità non più attuale). Il signor cacciatore non tutela affatto l’eco-sistema ammazzando qualche individuo di cinghiale, è evidente che si nasconde un interesse economico dietro questi assassinii. La logica della natura dovrebbe insegnarci che gli individui di una specie dovrebbero aumentare di numero a seconda di quelle che sono le disponibilità di cibo della zona in cui vivono (boschi). Questa logica non si realizza per la presenza di una natura artificiale (coltivazioni umane) che riduce lo spazio selvatico a disposizione di un sistema naturale (eco-sistema) che possa dirsi tale. Questo è il vero problema: gli animali hanno non molto terreno per vivere secondo quelle che sono le loro caratteristiche naturali (in natura si spostano di molti chilometri ed i cinghiali in particolare non sono prettamente stanziali) e spesso questi spazi sono attraversati da strade. Gli animali selvatici non possono avere colpe e non possono essere responsabili dell’indole conquistatrice umana che tende a controllare, possedere e sfruttare tutti i territori possibili senza lasciare che anche le altre specie animali non umane possano avere i loro spazi per vivere senza tutori e predatori ben armati.

Vogliamo inoltre ricordare che nei boschi la presenza dei cinghiali è positiva perchè aiuta l’ambiente boschivo a svilupparsi e ad espandersi (pensate alle zone colpite da incendi) per la sua abitudine di interrrare semi nella sua opera scavatrice alla ricerca di cibo.

Sarebbe interessante sapere se l’assessorato al Turismo, alle Risorse del mare, Caccia e Pesca della Provincia di Bari abbia effettuato un censimento sul numero e sulla eventuale presenza di diverse sottospecie di cinghiali sul territorio in questione prima di approvare l’abbattimento dei cinghiali. Questo caso provocherà sicuramente lo sdegno non solo degli animalisti ma di tutti i cittadini di buon senso che farebbero a meno di una strage di animali e preferirebbero senz’altro che gli individui in sovrannumero (se ce ne fossero) siano spostati in altre zone boschive. Inoltre quest’anno la caccia nel suo giorno di apertura ha registrato 2 morti e numerosi feriti, un motivo in più affinchè l’assessore De Feudis non dia licenza di uccidere.

Fonti:
La Gazzetta Del Mezzogiorno anno 121° numero 261
http://www.sibillini.net/Comunicazione/Voci%20dal%20Parco/VDP_2_2007/_18_5.html

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