Nel romanzo giallo “La strana morte di Alessandro Cellini” di Riccardo Landini incontriamo il suo iconico protagonista Astore Rossi, dopo averne seguito le avventure nelle precedenti opere dell’autore: “Il giallo di via San Giorgio”, “Il giallo della villa abbandonata” e “Il giallo del paese maledetto”.
Astore ha un nome peculiare, che rimanda a quello di un rapace, ed effettivamente ci troviamo di fronte a uno di quei casi di nomen omen: egli condivide un’importante caratteristica con questo animale, essendo un uomo che per passione va a caccia, non di innocenti prede ma di criminali. Astore è in realtà un restauratore di professione: ha una sua bottega dove si circonda di oggetti antichi; amante della classicità, ha una patologica intolleranza verso la modernità, tanto che si rifiuta di avere una connessione internet, e ciò non lo favorisce quando si trova in situazioni estreme durante una delle sue indagini. Astore è un uomo complesso e tormentato da ferite dell’anima che non si sono mai rimarginate; è questo il motivo per cui si prova immediatamente empatia per lui nonostante sia un po’ ruvido e testardo: dalle sue parole e dalle sue azioni, infatti, traspare la sua sensibilità e la sua profonda sofferenza, sebbene egli cerchi inutilmente di celarle.
Questo intenso protagonista ha dei conti aperti con il passato, e molti ricordi sono delle coltellate al cuore; alcuni eventi infausti sono accaduti a causa delle sue azioni sconsiderate ma egli è stato anche molto sfortunato nel finire diverse volte nella rete di persone crudeli e senza scrupoli. Sembra che Astore attiri il male come una calamita, ed è lui stesso a domandarsi se non sia un desiderio di autodistruggersi e di punirsi per le sue colpe a farlo avvicinare pericolosamente al baratro; quando si apre il romanzo, però, egli sta cercando disperatamente di uscire da quel circolo vizioso – «Non intendevo affatto ficcarmi in nuovi guai, di quelli che ciclicamente mi piombavano sul capo e mi avvolgevano in una melma vischiosa dalla quale non sapevo districarmi nemmeno quando tutto era finito. Vivevo con il costante pensiero ai segreti che dovevo custodire, alle parole che dovevo impedirmi di pronunciare, agli avvenimenti cui dovevo negare d’aver partecipato direttamente o meno. Anche questo era un basto pesante che mi spingeva forzatamente a isolarmi da tutti, a non potermi confidare con nessuno».
Astore è un uomo solo, specialmente dopo che il suo unico amico è morto, e la donna con cui ha avuto un figlio si è allontanata portando il bambino con sé; Astore amoreggia con la morte perché forse non ha più niente da perdere, perché la solitudine è diventata un fardello troppo pesante da sostenere. E quando egli si trova invischiato in un omicidio in cui viene accusato di esserne il responsabile, e quando un fantasma del suo passato torna, esigendo vendetta, ci sono solo due cose da fare: arrendersi o combattere. E lui, come sempre, nonostante il dolore lancinante che sta provando, sceglierà la seconda opzione.
Riccardo Landini presenta una storia dura, morbosa e angosciante; un giallo dalle atmosfere cupe ricco di suspense, incentrato sull’oscuro proverbio «Occhio per occhio, dente per dente».
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“La strana morte di Alessandro Cellini” di Riccardo Landini.
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