La vita di Giovanni Succi nel romanzo Il digiunatore

Un grande romanzo tratto dalla storia vera di Giovanni Succi, di professione digiunatore.

Un caro amico che recensiva ristoranti, che ora non c’è più, mi insegnò che vanno recensiti solo quelli buoni, infatti ne recensiva uno alla settimana e non dovevano mai essere criticati quelli che non si ritenevano all’altezza.

Per recensirne uno si andava in 2 ristoranti al giorno, già a loro volta segnalati come potenzialmente buoni. Era una grande fatica, arrivavo al termine del turno settimanale nelle Marche che ero imbambolato.

Ma ho imparato cosa significa fare una recensione. Come leggere 700 libri per avere la fortuna di trovarne 52. Di questi 52 pochi sono quelli che danno una vera soddisfazione.

Cito all’incontrario la famosa critica, ad un’opera, attribuita a Rossini “C’è del bello e c’è del nuovo. Il bello è nuovo e il nuovo è bello”. Questo libro lo merita.

Il digiunatore, un romanzo straordinario

Ora mi trovo, finalmente, a parlare di un libro, Il digiunatore, che ho scelto di recensire incuriosito dal titolo e dal fatto che fosse ispirato ad una storia vera.

Finalmente perché è veramente bello, oserei dire straordinario.

L’autore Enzo Fileno Carabba racconta la vita, di Giovanni Succi da Cesenatico di professione Digiunatore, in modo magistrale.

Giovanni Succi digiunatore

Da subito si capisce che non racconta solo la vita del Grande Digiunatore, che da sola vale oro, ma racconta aspetti della vita che possono sembrare marginali o sconosciuti. Il tutto con una eleganza di scrittura rara e una scorrevolezza quasi magica.

Tutto il libro è ammantato da una sorta di magia descrittiva dei fatti, si può arrivare a pensare ad un libro di fantascienza che anticipa e chiarisce.

Ma non è così, è tutto reale e non si distacca mai dalla realtà.

Giovanni Succi e i manicomi

Non sto a raccontare la trama, è sufficiente andare su qualche sito e leggerla, voglio parlare della parte dove si raccontano i suoi due ricoveri in manicomio. Parlo di città manicomiali.

Io sono di Imola, nota come “Città dei matti” per l’enorme manicomio che era una città nella città e completamente autonoma.

Noi conosciamo bene come stavano, perché erano li, la loro vita quotidiana, le regole, le cattiverie, gli atti di bontà. Ora è tutto aperto e in opera di trasformazione in luogo universitario e culturale. Per le feste una cara amica belga, non ha retto più di 10 minuti a girare per i padiglioni, sentiva che c’era ancora molta sofferenza. Lo racconto perché l’autore ha descritto questo mondo in maniera perfetta e di questo devo essergliene grato. Meriem, così si chiama, ha anticipato con il suo sentire sofferenza e dopo 30 anni che era stato chiuso, tutto il libro, ma di questo me ne sono accorto dopo averlo letto.

La magia della vita di Giovanni Succi

Questa sorta di magia che impregna tutta la vita di Giovanni Succi viene raccontata in maniera magistrale dall’autore. Poteva e può sembrare una storia normale, ma l’esperienza avuta mi fa dire che l’autore ha centrato tutto e fino a trasmettere sensazioni descritte nel libro e anche quelle trasmesse da Giovanni Succi che si è meritato una strada a Cesenatico con la specifica di “benefattore”.

Vi lascio con la curiosità di volerlo leggere. Di più non credo si possa scrivere. Va letto e ognuno si troverà protagonista della storia.

L’autore: Enzo Fileno Carabba

Enzo Fileno Carabba è un autore di romanzi, racconti, narrativa per ragazzi, libretti d’opera. Nel 1990 ha vinto il Premio Calvino con il romanzo fantastico Jakob Pesciolini edito da Einaudi. Seguiranno La regola del silenzio (1994) e La foresta finale (1997). Ha insegnato scrittura creativa per scuole pubbliche e private, tra cui la Scuola Holden di Torino.

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