Durante questa quarantena i movimenti Provita in Italia, hanno cercato di far passare l’esigenza delle donne di avere un’IVG (interruzione di gravidanza volontaria) come un trattamento medico non essenziale. In pratica hanno cercato di cancellare, sia pure temporaneamente, una legge dello Stato italiano, la 194, negando che l’aborto volontario sia un concreto diritto per la salute psicofisica della donna, come, fra l’altro, è un’esigenza anche per tutte le femmine di molti altri mammiferi come noi.
Le interruzioni volontarie di gravidanza avvengono infatti anche in natura; quando ad esempio una coniglia selvatica è incinta, ma si accorge di trovarsi in un contesto ostile alla messa al mondo dei cuccioli, è in grado di riassorbire all’interno del suo corpo l’intera cucciolata. L’ambiente ostile per una coniglia può essere un periodo di siccità che rende difficile procacciarsi del cibo, ma anche la vicinanza dell’uomo; così come l’ostilità ad allevare dei figli per una donna è rappresentata dal non avere lavoro o un compagno che le stia vicino. O problemi di salute suoi o dell’embrione o feto che porta in grembo, o non avere predisposizione a diventare madre in quel momento o sempre. Portare avanti una gravidanza e poi dare in adozione il figlio, spesso può non essere la soluzione ideale perché la gestazione pur non essendo una malattia, può essere un impedimento per tante donne a condurre una vita normale nel proprio contesto di lavoro o familiare.
A chi dice che bisognerebbe pensarci prima, ricordo che nel nostro Paese è ancora molto difficile, sempre grazie ai Prolife, ottenere in farmacia la pillola dei cinque giorni dopo e che i ginecologi obiettori non installano il dispositivo contraccettivo IUD detto anche spirale. Non c’è, inoltre, nelle nostre scuole una vera e propria Educazione Sessuale. La salute riproduttiva delle donne in pratica non è ancora salvaguardata dal punto di vista della contraccezione ed è per questo che l’aborto è ancora un male necessario.